mercoledì 30 marzo 2011

Annozero, puntata del 31 marzo 2011


va ora in onda: "via tutti i migranti in due giorni, due giorni e mezzo"

Fino a quante volte si può pensare di prendere per il culo una persona dicendo sempre le stesse cose? e un popolo intero? .............. si può , si può .... non c'è limite alla creduloneria. dopo "via la monnezza da Napoli in 10 giorni" .... va in scena "via tutti i migranti in due giorni, due giorni e mezzo". Parola di Silvio Berlusconi, uno di cui ci si può fidare ciecamente.

martedì 29 marzo 2011

non mi toccate Sabina Guzzanti


Questo post è per tutti quegli stronzi che hanno criticato Sabina per aver investito 400.000 euro (subendone poi una truffa).

Nella foto ci sono i miei biglietti del Vilipendio Tour del 2008 da €36,80 l'uno di cui sono orgoglioso di essere stato spettatore.

La Guzzanti guadagna tanto perchè è un'artista che, nonostante cacciata dalla rai dei servi coi contratti facili facili, riesce ad avere un pubblico che la ama e la segue; se si fosse piegata a leccare il culo ai potenti sarebbe da anni la protagonista del sabato sera di raiuno guadagnando milioni di euro, invece ha tenuto sempre la schiena dritta.

Non capisco perchè se lei (come pure Grillo) , facendo dell'impegno civile la sua bandiera, riesce ad avere anche delle buone entrate, si dovrebbe vergognare, mentre quei bastardi politici corrotti che delinquono senza rispondere alla Legge, portando magari i soldi nei paradisi fiscali, debbano avere l'appoggio e la complicità di milioni di persone.

viva Sabina.

domenica 27 marzo 2011

e le scorie? l'Italia ne è piena


Ma ci rendiamo conto che l'Italia è ancora piena di scorie del vecchio nucleare di vent'anni fa? e il governo vorrebbe ricominciare, ma di queste scorie radioattive non parla mai .... governo paraculo. di seguito l'articolo a riguardo del Fatto:

-Centrali sì, centrali no? Il vero problema è la monnezza nucleare che rimane, di cui non ci si occupa e che preoccupa. Dunque quando si parla di nucleare bisogna ricordare che le questioni che si aprono vanno poi anche chiuse. A lanciare l’allarme è il responsabile di Greenpeace Italia Pippo Onufrio.

Semplificando: esistono due categorie di scorie radioattive. Una, in termini quantitativi, rappresenta il 90 per cento con un tasso di radioattività del 10 per cento. Secondo le linee guida dell’agenzia atomica di Vienna andrebbe costruito un deposito di superficie vincolato per tre secoli (se fosse stato costruito al tempo dell’ Unità d’Italia saremmo a metà dell’opera). Mentre l’altra (denominata categoria tre) in termini di volume è solo il 5 per cento ma contiene il 90 per cento della radioattività. Per queste ultime, ad oggi, non esiste ancora alcuna soluzione. In Italia poi si complicano, perché come spiega Onufrio, “buona parte dei rifiuti si trova all’interno di impianti posizionati vicino all’acqua e dunque con un ancora maggiore pericolo di contaminazione con l’ambiente esterno. In questa situazione totalmente fuori controllo come si può anche solo tentare di rilanciare il nucleare?”. Ci sono però altri pericoli. Un esempio? “ Gli ottanta bidoni di scorie liquide, altamente pericolose, conservate a Saluggia e che pare non interessino a nessuno di quelli impegnati a promuovere il nucleare e contemporaneamente affossare la promozione di fonti rinnovabili”.

Riassumendo: cosa c’è di nucleare in Italia oltre ai quattro reattori dimessi (Caorso, Trino Vercellese, Garigliano e Latina)?

Ecco la situazione – aggiornata al 21 agosto 2009 – ricostruita attraverso Greenpeace.

Caorso. Il reattore nucleare, originariamente destinato alla produzione di energia elettrica, venne arrestato nel 1988. Da allora rimangono stoccati 1.880 mc di rifiuti radioattivi e 1032 elementi di combustibile irraggiato (pari a 187 tonnellate).

Latina. Il reattore nucleare modello Gcr venne fermato nel 1986 contiene circa 900 mc di scorie radioattive.

Garigliano (Caserta). Il reattore nucleare del Garigliano destinato alla produzione di energia elettrica venne fermato nel 1978 per problemi di varia natura, ad oggi contiene circa 2.200 mc di scorie radioattive.

Saluggia (Vercelli). Il centro nucleare di Saluggia, per ritrattamento del materiale radioattivo, venne fermato nel 1983. Oggi è utilizzato come deposito di rifiuti radioattivi. Si parla di 1.600 mc di scorie radioattive e 53 elementi di combustibile irraggiato (2 tonnellate). È gestito da Fiat-Avio.

Da non dimenticare poi anche i depositi per la raccolta di materiale a bassa radioattività e sorgenti radioattive dimesse come Compoverde (Milano), “Controlsonic” (circa 1.000 mc di rifiuti radioattivi), il deposito “Crad”, attualmente in esercizio e circa 1.000 mc di rifiuti radioattivi. Il deposito “Gammatom” altrettanti 1.000 mc di rifiuti radioattivi e “Protex”: impianto-deposito contiene 1.000 mc di rifiuti a bassa radioattività. Nel deposito nucleare “Sorin” gli mc sono sempre 1.000 stessa quantità è stoccata al centro “Cemerad” in funzione.

Ispra. Gli impianti del centro nucleare Ccr-Ispra comprendono: il reattore nucleare di ricerca “Ispra 1” ed “Essor”, attualmente in fase di disattivazione. Assieme ad altri sistemi, complessivamente, stiamo parlando all’incirca di 3.000 mc di materiale radioattivo ed alcune decine di elementi di combustibile irraggiato.

Legnaro (Padova). Impianto destinato alla ricerca universitaria, contiene poche decine di mc di rifiuti radioattivi e qualche decina di elementi di combustibile irraggiato.

Trino Vercellese. Nel reattore nucleare Pwr di Trino Vercellese creato per produrre energia elettrica (arrestato nel 1987) ad oggi rimangono stoccati 780 mc di scorie radioattive e 47 elementi di combustibile irraggiato (pari a 14,3 tonnellate).

Rotondella (Matera). Costruito come impianto pilota del “ciclo U-Th” subì però l’interruzione nel 1978. È gestito dall’Enea vi sono stoccati circa 2.700 mc di scorie ma soprattutto 64 elementi di combustibile irraggiato (1,7 tonnellate) provenienti da una centrale nucleare Usa.

Bosco Marengo (Alessandria). Questo centro nucleare fu costruito per la fabbricazione di combustibile per reattori è in fase di disattivazione ma contiene circa 250 mc di rifiuti radioattivi.

Pavia. Il reattore nucleare “Lena” dell’Università di Pavia usato per la ricerca è in funzione e contiene poche decine di mc di materiale radioattivo e qualche elemento di combustibile irraggiato.

Milano. Il reattore nucleare “Cesnef” usato per la ricerca è in funzione. Anche qua sono presenti poche decine di mc di materiale radioattivo e qualche elemento di combustibile irraggiato.

Montecuccolino (Bologna). Questo reattore nucleare è gestito dall’Enea ed è in fase di disattivazione.

Pisa. Centro “Cisam” per la ricerca militare. È in fase di disattivazione e contiene pochi mc di rifiuti radioattivi oltre ad elementi di combustibile irraggiato.

Casaccia (Roma). Esistono diverse attività tra le quali: l’impianto di trattamento e deposito di rifiuti radioattivi, attualmente in esercizio, dove sono stoccati circa 6.300 mc di rifiuti ai quali si aggiungono quelli dell’impianto “Plutonio” (60mc), “Opec1” utilizzato “per le celle calde per esami post irraggiamento”, non è attivo, ma viene usato per lo stoccaggio di rifiuti nucleari.

Infine c’è “Triga”, attualmente attivo, che contiene 147 elementi di combustibile irraggiato.

da Il Fatto Quotidiano del 27 marzo 2011

sabato 26 marzo 2011

Report, puntata del 27 marzo 2011

La puntata si intitola "AutoAlleanza" di Giovanna Boursier. (si può rivedere sul sito ufficiale). La Fiat è la più grande impresa italiana. Negli ultimi anni è passata dall'anticamera del fallimento alla scalata di Chrysler. Con l'alleanza e i dollari di Obama e i nuovi contratti applicati nelle fabbriche italiane, l'amministratore delegato Sergio Marchionne ha gettato i presupposti per uno scenario nuovo, dagli esiti imprevedibili. Il tema del lavoro e della tutela dei lavoratori, con i referendum di Torino e Pomigliano, sono tornati al centro dell'attenzione del paese. Dopo che Fiat aveva chiesto nuovi contratti per aumentare produttività e quindi occupazione, Marchionne ha dichiarato: se il cuore della Fiat resta in Italia, la testa potrebbe andare altrove. A partire dall'accordo con Chrysler, Report cerca di raccontare qual è il piano strategico di Fabbrica Italia e come è possibile realizzarlo, in particolare alla luce dell'alleanza internazionale e dello scorporo in due gruppi della vecchia Fiat. Cambiano le condizioni dei lavoratori, cambia il peso della famiglia Agnelli dentro l'azienda, e analizzando i passaggi che stanno trasformando il gruppo, si può intuire se le carte verranno date a Torino o a Detroit. La ricostruzione degli anni Marchionne in Fiat, a partire dal "prestito convertendo", con tanti protagonisti, Da Matteo Arpe ad Alessandro Profumo, Cesare Romiti, sindacalisti, lavoratori, analisti. E poi lungo e inedito contraddittorio con Sergio Marchionne realizzato da Giovanna Boursier al salone dell'auto a Ginevra, dove si chiarisce anche la questione della residenza fiscale e quanto il manager della Fiat effettivamente contribuisce al fisco italiano. Per la rubrica Com'e' andata a finire? "LA FAMIGLIA FINMECCANICA" - AGGIORNAMENTO DEL 21/11/2010 di Paolo Mondani Segue sinossi: A più di quattro mesi di distanza torniamo a occuparci di Finmeccanica, il colosso italiano della produzione di armi e sistemi di difesa per vedere che cosa è successo e qual è la situazione attuale... Andrà inoltre in onda: "REPORT A FUKUSHIMA" Di Emilio Casalini Il Giappone dopo l'11 marzo. A due settimane dalla catastrofe siamo andati a vedere com'è la situazione a Tokyo e nella provincia di Fukushima. Un viaggio attraverso una popolazione divisa e tormentata tra il desiderio di continuare la vita secondo un'apparente normalità e lo spettro delle contaminazioni nucleari

venerdì 25 marzo 2011

Nella scuola a tempo pieno i compiti a casa dovrebbero essere molto ridimensionati

Essendo mia figlia giunta ormai quasi alla fine della quinta elementare, faccio una riflessione sul tempo pieno (orario dal lunedì al venerdì dalle 8:15 alle 16:15, sabato e domenica riposo).
Ho sempre ritenuto che i compiti a casa dovessero essere aboliti durante la settimana e limitati nel weekend e di questo ne ho sempre dovuto discutere con alcune insegnanti (non tutte) e con alcuni genitori (non tutti) per far loro capire che il diritto dei bambini al tempo libero da dedicare al gioco, allo svago o alle attività sportive non poteva essere soffocato o impedito da ulteriore lavoro da svolgere in quel paio d'ore prima di cena (dalle 16:30 fino alle 19:00 per capirsi), o al limite, se proprio dovessero fare qualcosa, che almeno fosse di veloce svolgimento.
Così come un operaio che stacca dalla fabbrica dopo otto ore di lavoro ha il diritto di riposarsi, tanto più dei bambini dai 6 ai 10 anni dopo otto ore di scuola non possono avere la triste prospettiva di dover fare altro lavoro a casa, ma devono avere come obiettivo post scolastico la felicità del gioco o sport che dir si voglia per poter sfogare la loro enorme energia vitale.
Purtroppo ci sono ancora troppi insegnanti che misurano il rendimento scolastico col carico di lavoro, scritto e orale, cosa che anche da studente odiavo; infatti se c'erano professori che mi assegnavano pagine e compiti a volontà la mia reazione era di disprezzo della materia.
Gli insegnanti che invece sanno appassionare gli alunni alla loro materia senza troppo sforzarli, ma coinvongendoli trasmettendo loro quel "qualcosa in più", ottengono molto sia a livello di rendimento che di gratificazione personale ..... nella mia vita da studente fino alla maturità ne ho incontrati assai pochi, e magari molti bravi non riescono a lavorare grazie alla sciagurata riforma Gelmini.
La politica di oggi in fatto di scuola, si riduce solo alla meschina contabilità, cioè tagli su tagli; mentre 40 anni fa sono uscite delle circolari ministeriali che si occupavano proprio di qualità della vita, non entrando proprio nel dettaglio, ma sottolineando di come gli istituti debbano tener conto delle esigenze extrascolastiche e famigliari degli alunni, le pubblico qui di seguito, invitando comunque ogni genitore ed insegnante a non sottovalutare il diritto dei bambini alla felicità, evitando di spingerli troppo alla competizione per il voto.
- lascia nei commenti (in fondo al post) la tua opinione o la tua esperienza -

Circolare Ministeriale 14 maggio 1969, n. 177
Prot. n. 4600
Oggetto: Riposo festivo degli alunni. Compiti scolastici da svolgere a casa
Con circ. 20 febbraio 1964, n. 62, avente per oggetto: "Compiti scolastici da svolgere a casa e in classe", venne richiamata l'attenzione dei Capi d'istituto e degli insegnanti sulla necessità di non sottoporre gli alunni ad un carico eccessivo di lavoro per compiti scolastici da svolgere a casa.
In quella occasione, fu posto in evidenza che alla formazione culturale dell'alunno concorre non soltanto "l'azione didattica, attuata nella più viva collaborazione tra docenti e discenti", ma anche "il ripensamento individuale realizzato con il lavoro personale dell'alunno a casa".
La ricerca da parte dei giovani di nuove conquiste, di nuovi ideali, in uno sforzo continuo di superamento di sistemi e di schemi di vita non più aderenti alle esigenze sempre nuove e mutevoli della odierna società, una sempre più approfondita valutazione dell'importanza dei problemi del tempo libero, l'incidenza sempre più viva ed efficace sui giovani delle manifestazioni collaterali non proprie della scuola ma pur sempre riconducibili alle sue finalità e alla sua azione educativa, quali le attività sportive, ricreative e artistiche, inducono a considerare da un angolo visuale più ampio tutti i fattori e le componenti che concorrono, insieme e ad integrazione della tradizionale preparazione culturale dei giovani ai fini meramente scolastici, alla crescita e al completamento della personalità in vista dei successivi traguardi che la vita porrà dinanzi a ciascuno di essi.
Anche la consapevolezza e la comprensione al di fuori dell'ambito dell'attività prettamente scolastica di alcuni aspetti della dinamica della vita del nostro paese, quali la sua affermazione nel contesto del mondo civile, il suo progresso economico, lo sviluppo delle istituzioni democratiche, la partecipazione attiva a tutte le manifestazioni volte ad esaltare nelle coscienze gli ideali della democrazia, della libertà, della patria, della famiglia, postulando in maniera non meno sentita l'esigenza di nuove aperture in tema di processo formativo dei giovani.
In questa prospettiva acquista particolare rilievo l'interessamento e la partecipazione dei giovani alla pratica degli sport (nuoto, sci, tennis, calcio, ecc.), specie se promananti dalla scuola medesima o da istituzioni aventi fini educativi, alle manifestazioni artistiche (concerti, teatro, mostre dibattiti, ecc.), alla visita dei monumenti, dei musei, delle gallerie, attività tutte che quasi sempre si svolgono nelle giornate domenicali e in altri giorni festivi.
Si risolverebbero, tuttavia, in una vuota affermazione di principio la individuazione e la valorizzazione di un tale interessamento dei giovani alle anzidette manifestazioni, se la scuola non si preoccupasse di porre gli alunni nella condizione di poterne effettivamente fruire.
Nell'impegno di garantire agli alunni ogni possibilità e ogni componente di sviluppo della loro personalità, la scuola non può non preoccuparsi di rendere praticamente possibile questa più ampia e varia forma extrascolastica di arricchimento culturale e formativo.
Inoltre, va considerato che nelle giornate festive e, in genere, anche nel pomeriggio del sabato, moltissime famiglie italiane, in cui entrambi i genitori svolgono un'attività lavorativa, trovano l'unica occasione di un incontro dei propri membri - innanzi tutto genitori e figli - più disteso nel tempo e, quando possibile, in ambiente diverso da quello dell'abituale dimora cittadina, più sereno nel riposo dal lavoro, di un incontro nel quale trovano alimento il rafforzarsi dei rapporti affettivi, lo scambio delle esperienze, il confronto dei comportamenti tra giovani e adulti; in una parola, si ricompone l'unità della famiglia, e questa attua la pienezza della sua essenza di primo e fondamentale nucleo sociale e della sua primaria funzione educativa.
In considerazione del duplice ordine di esigenze finora prospettate, questo Ministero è venuto nella determinazione di disporre che agli alunni delle scuole elementari e secondarie di ogni grado e tipo non vengano assegnati compiti scolastici da svolgere o preparare a casa per il giorno successivo a quello festivo, di guisa che nel predetto giorno non abbiano luogo, in linea di massima, interrogazioni degli alunni, almeno che non si tratti, ovviamente, di materia, il cui orario cada soltanto in detto giorno.
Si potrà del pari far luogo ad interrogazioni quando ciò sia richiesto dallo stesso interesse degli alunni, in vista di scrutini o di esami imminenti, ad esempio per poter riparare in caso di precedenti valutazioni sfavorevoli.
Si pregano le SS.VV. di comunicare la presente ai Capi d'istituto, agli Ispettori scolastici, ai Direttori didattici, agli insegnanti delle scuole elementari e secondarie. Si confida che il personale docente coglierà appieno il senso delle disposizioni impartite, le quali, lungi da tendere ad una attenuazione dell'attività scolastica, si propongono di dare possibilità di maggiore impegno agli alunni nei giorni feriali e di rendere più completa e integrata l'azione educativa della scuola con gli apporti dell'azione formativa della comunità familiare e dei contatti che questa può favorire in sede extrascolastica con il mondo della natura, dell'arte, dello sport e con le libere attività di gruppi giovanili organizzati.

Circolare Ministeriale 30 ottobre 1965, n. 431
Prot. n. 85792/435
Oggetto: Interrogazioni parlamentari concernenti i compiti scolastici da svolgere a casa

Per opportuna conoscenza, si trascrive la risposta data dall'On.le Ministro ad alcune interrogazioni parlamentari, relative all'oggetto:
"Il Ministero ha già espresso il proprio orientamento sul problema di una razionale distribuzione del lavoro scolastico con C.M. 20 febbraio 1964, n. 62, prot. n. 50599/213
L'attività di studio in ore extrascolastiche è, in una certa misura, ineliminabile, in proporzione naturalmente ben diversa a seconda dei vari ordini o gradi di scuola. Un ripensamento personale da parte del discente di ciò che a scuola è stato insegnato costituisce, infatti, una condizione insopprimibile per una vera assimilazione ed educazione al sapere.
E' necessario, tuttavia, che l'attività didattica dei singoli docenti sia opportunamente coordinata ai fini di una proficua organizzazione dello studio extrascolastico. Un sovraccarico degli impegni di studio o la concentrazione di essi in alcuni giorni nuocerebbe, infatti, sia alla salute dei giovani, sia al processo di maturazione culturale, che non può essere costretto in schemi innaturali.
Su tale aspetto della questione, la ricordata circolare ha richiamato l'attenzione dei Provveditori agli studi e dei capi di istituto, segnalando l'opportunità che i docenti procedano, anche con riunioni del consiglio di classe, alle necessarie intese.
Peraltro non si ritiene ora possibile fornire più particolari indicazioni o imporre drastici divieti, senza interferire indebitamente nella responsabilità che è deferita agli insegnanti di sviluppare i programmi e di formare convenientemente i loro alunni.
Prescrizioni drastiche in materia sarebbero, d'altra parte, inopportune in rapporto alla varietà di condizioni in cui si compie l'insegnamento e alla necessità di contemperare le varie e non sempre concordi esigenze delle famiglie".

Circolare Ministeriale 20 febbraio 1964, n. 62
Prot. n. 50599/213
Oggetto: Compiti scolastici da svolgere a casa e in classe

Da più parti è stato segnalato al Ministero che in talune scuole secondarie gli alunni sarebbero sottoposti ad un carico eccessivo di lavoro per compiti scolastici da svolgere a casa.
Premesso che tali segnalazioni in molti casi non corrispondono a situazioni di effettivo disagio, si ritiene tuttavia opportuno richiamare l'attenzione dei Capi d'istituto e degli insegnanti affinché l'inconveniente lamentato non abbia in alcun caso a verificarsi e soprattutto non abbia ad assumere aspetti di sistematicità.
Non occorre qui ricordare come alla formazione culturale dell'alunno debbano concorrere sia l'azione didattica, attuata nella più viva collaborazione tra docente e discenti, sia il ripensamento individuale realizzato con lavoro personale dell'alunno a casa. Ma di questi due momenti della preparazione culturale il primo è quello che più profondamente e durevolmente incide nello spirito dell'alunno; se esso difetta, difficilmente l'altro momento potrà consentirne un integrale recupero.
Né, d'altra parte, è necessario insistere sulle ovvie considerazioni che il costringere i giovani ad aggiungere alle quattro o cinque ore di scuola altrettante, o anche più, ore di studio individuale a casa, oltre agli eventuali riflessi dannosi sotto il profilo igienico, contribuisce a determinare una preparazione lacunosa - per le scelte inevitabili che i giovani sono indotti di volta in volta a fare, quando non possono fronteggiare l'intero sovraccarico - e precaria, per l'impossibilità di una serena e approfondita maturazione delle conoscenze.
Sarà, quindi, cura dei Capi d'istituto richiamare l'attenzione degli insegnanti su queste considerazioni e sulla opportunità che i docenti procedano preventivamente, anche con riunioni del Consiglio di classe, ad opportune intese e stabiliscano adeguate misure volte ad evitare che gli impegni di studio a casa siano inegualmente distribuiti e concentrati pesantemente in alcuni giorni della settimana.
Quanto qui è stato detto si riferisce in modo speciale alle scuole secondarie superiori, poiché particolarmente nella nuova scuola media dell'obbligo, per la impostazione sua stessa, già illustrata nei documenti ufficiali, ogni sovraccarico di compiti per casa è naturalmente escluso.
L'esigenza di dosare opportunamente il lavoro scolastico non concerne soltanto i compiti da eseguire a casa, ma anche quelli da eseguire in classe, allo svolgimento dei quali un malinteso rispetto degli orari prestabiliti induce talvolta il docente a non attribuire il tempo necessario. Tali compiti sono in effetti particolari forme di lavoro individuale indispensabili per la formulazione di quei giudizi, che la scuola deve pur esprimere. Se le norme e la logica stessa di una prova scritta indicano un certo tempo come necessario perché la meditazione individuale possa dare risultati capaci di orientare efficacemente un giudizio, il costringere quella prova in un tempo inferiore vale a renderla inidonea. Anche per la situazione qui prospettata molte difficoltà possono essere superate mediante opportune intese tra i docenti, solleciti non solo delle proprie discipline, ma più ancora della totalità dell'opera educativa, la quale non può non essere facilitata anche da un giusto coordinamento.

inoltre date un'occhio a questi due articoli della Legge 27 maggio 1991, n. 176 (1).
Ratifica ed esecuzione della convenzione sui diritti del fanciullo,
fatta a New York il 20 novembre 1989


Articolo 30.
Negli Stati in cui esistono minoranze etniche, religiose o linguistiche oppure persone di origine
autoctona, un fanciullo autoctono o che appartiene a una di tali minoranze non può essere privato
del diritto di avere una propria vita culturale, di professare e di praticare la propria religione o di far
uso della propria lingua insieme agli altri membri del suo gruppo.
Articolo 31.
1. Gli Stati parti riconoscono al fanciullo il diritto al riposo ed al tempo libero, di dedicarsi al gioco
e ad attività ricreative proprie della sua età e di partecipare liberamente alla vita culturale ed
artistica.
2. Gli Stati parti rispettano e favoriscono il diritto del fanciullo di partecipare pienamente alla vita culturale ed artistica ed incoraggiano l’organizzazione, in condizioni di uguaglianza, di mezzi
appropriati di divertimento e di attività ricreative, artistiche e culturali.

- ecco invece un'interessante riferimento molto più recente (2006):
ROMA - «Cari insegnanti, date meno compiti a casa ai vostri alunni». L'invito arriva nientemeno che dal ministro della pubblica istruzione Giuseppe Fioroni che aggiunge: «Credo che i compiti dovrebbero essere svolti prevalentemente a scuola in modo che a casa i ragazzi, il pomeriggio, possano interessarsi agli elementi che inducono loro curiosità, voglia di apprendere e voglia di conoscere in proprio. La scuola oltre che a competenze e sapere deve dare un metodo per studiare. Il tempo libero degli alunni serve per acquisire questo metodo».L'invito è stato lanciato nel corso di un'intervista rilasciata a "In breve", la striscia di La7 durante la quale Fioroni ha anche difeso la scuola italiana. «Non è vero che "licenzia" degli asini», ha detto ricordando i ragazzi che hanno vinto «le olimpiadi di matematica, fisica, chimica e informatica». «Io li ho incontrati per congratularmi con loro - ha aggiunto - e loro mi hanno fatto riflettere sul fatto che occorre dare spazio alla capacità tutta italiana di declinare le competenze con la fantasia». L'appello a «meno compiti a casa» troverà largo consenso tra le famiglie spesso alle prese con i troppi e difficili esercizi assegnati a bambini e ragazzi dagli insegnanti e secondo molti pedagogisti anche controproducenti se eccessivi. Compiti che, lamentano alcuni genitori, a volte vengono dati anche a chi frequenta il tempo pieno. Per non parlare di quelli per il fine settimana o per le vacanze estive e natalizie. E sono talmente tanti e spesso talmente difficili che è impossibile non ricorrere all'aiuto di mamma e papà che a volte però non hanno nè il tempo nè le competenze per dare loro una mano.Una recente ricerca dell'Ocse (Organizzazione per la cooperazione e lo sviluppo economico) ha dimostrato che gli studenti italiani sono quelli che dedicano più ore allo studio tra i ragazzi dei paesi più sviluppati.

giovedì 24 marzo 2011

sondaggio referendum 12 e 13 giugno (acqua, nucleare e legittimo impedimento)

Ecco i risultati del sondaggio aperto ai visitatori di questo blog, relativi ai referendum abrogativi del 12 e 13 giugno, ai quali è possibile votare qui a lato e vederli in tempo reale , i dati qui sotto invece saranno aggiornati periodicamente fino al giorno del voto.
Nel frattempo la cassazione ha confermato il quesito sul nucleare.
Ora andiamo a votare in massa.

-dati aggiornati al 12 giugno 2011 GIORNO DEL VOTO-

Quesito: referendum abrogativi su nucleare, legittimo impedimento e acqua pubblica, tu che fai?

TOTALE VISITATORI VOTANTI= 759

-voto SI per eliminare queste leggi infami= .......... 710 voti (93%)
-voto NO perchè sono leggi giuste= ........................ 20 voti (2%)
-faccio ciò che ordinerà Berlusconi= ........................ 10 voti (1%)
-vado al mare= .......................................................... 10 voti (1%)
-non me ne frega un cazzo= ..................................... 8 voti (1%)
-faccio ciò che ordinerà Bossi= ................................. 1 voti (0%)

E' vittoria totale su tutti e 4 i quesiti ... oltre il 57% l'affluenza ..... oltre il 90% i "SI" nei vari scrutigni.

mercoledì 23 marzo 2011

Annozero, puntata del 24 marzo 2011


manifesti a L'Aquila: Berluscò non te fa revedè


Il 6 aprile comincia il processo Ruby, e pare che Berlusconi voglia usare questa ricorrenza (2 anni dal terremoto abruzzese) come legittimo impedimento e recarsi a L'Aquila invece che al tribunale di Milano; che cosa ne pensano gli aquilani mi sembra chiaro, visto che da ieri sono apparsi in tutta la città manifesti molto eloquenti: "Berluscò non te fa revedè - 6.4.2011 niente sciacalli".

martedì 22 marzo 2011

Berlusconi contestato a Torino

il crocifisso nelle scuole si e gli altri simboli no?

Il crocifisso è stato riammesso nelle scuole italiane dall'UE, io personamente lascerei fuori dalle aule ogni tipo di religione, nei luoghi di insegnamento ci dovrebbe essere il massimo della laicità possibile, per meglio aggregare e per meno dividere; ma se vale per la religione cattolica perchè le altre fedi no? Il succo di tutto ciò è straordinariamente rappresentato dalla seguente vignetta di Stefano Disegni pubblicata sul Misfatto di domenica 20 marzo 2011.

domenica 20 marzo 2011

Gino Strada: la guerra è stupida e violenta

“La guerra è stupida e violenta. Ed è sempre una scelta, mai una necessità: rischia di diventarlo quando non si fa nulla per anni, anzi per decenni”. Gino Strada, fondatore di Emergency (che tra l’altro proprio in questi giorni sta lanciando il suo mensile E, in edicola dal 6 aprile), mentre arriva il via libera della comunità internazionale all’attacco contro la Libia e cominciano i primi bombardamenti, ribadisce il suo “no” deciso alla guerra come “mezzo di risoluzione delle controversie internazionali”, citando la Costituzione italiana.

Che cosa pensa dell’intervento militare in Libia?
Questo è quello che succede quando ci si trova davanti a situazioni lasciate incancrenire. L’unica cosa che auspico è che si arrivi in fretta a un cessate il fuoco. La risoluzione del Consiglio di Sicurezza dell’Onu è molto ambigua nella formulazione: vanno adottate “tutte le misure necessarie per proteggere la popolazione civile”. Vuol dire tutto e niente.

Dunque, lei è contrario?
Assolutamente. Il mio punto di vista è sempre contro l’uso della forza, che non porta da nessuna parte.

Ma allora bisogna stare a guardare mentre Gheddafi bombarda la sua popolazione?
Sono un chirurgo. Non faccio il politico, il diplomatico, il capo di Stato. Non so in che modo si è cercato di convincere Gheddafi a cessare il fuoco. E poi le notizie che arrivano sono confuse e contraddittorie.

Però, alcuni punti sembrano chiari: che Gheddafi è un dittatore, contro il quale c’è stata una rivolta popolare e che sta massacrando i civili, per esempio…
Che Gheddafi sia un dittatore è molto chiaro. Che stia massacrando i civili è chiaro, ma impreciso: lo fa da anni, se non da decenni. E noi, come Italia, abbiamo contribuito, per esempio col rifornimento di armi. Se il principio è che bisogna intervenire dovunque non c’è democrazia, mi aspetto che qualcuno cominci i preparativi per bombardare il Bahrein. Che facciamo, potenzialmente bombardiamo tutto il pianeta? Sia chiaro, non ho nessuna simpatia per Gheddafi, ma non credo che l’uso della violenza attenui la violenza. Quanti dittatori ci sono in Africa? Bisogna bombardarli tutti? E poi: con questo ragionamento, la Spagna potrebbe decidere di bombardare la Sicilia perché c’è la mafia.

Questo conflitto però viene percepito come intervento umanitario, più di quanto non sia accaduto, per esempio, con quelli in Afghanistan e in Iraq. Lei non crede che questo caso sia diverso da quelli?
Ogni situazione è diversa dall’altra. I cervelli più alti del pianeta hanno una visione della politica che esclude la guerra. Voglio rifarmi a ciò che scrivono Einstein e Russell, non a ciò che dicono i Borghezio e i Calderoli. Sarkozy non mi sembra un grande genio dell’umanità. E dietro ci sono sempre interessi economici.

Ma qual è la soluzione?
A questo punto è molto difficile capire cosa si può fare. Si affrontano le questioni quando divengono insolubili. A questo punto che si può fare? Niente, trovarsi sotto le bombe. Non è possibile che si ragioni sempre in termini di “quanti aerei, quante truppe, quante bombe”. Invece, magari avremmo potuto smettere di fare affari con Gheddafi.

Che cosa pensa della posizione italiana?
Vorrei conoscerla. Frattini un paio di giorni fa ha detto che “il Colonnello non può essere cacciato”. Cosa vuol dire: che non si deve o non si può? Noi non abbiamo nessuna politica estera, come d’altra parte è stato ai tempi dell’Afghanistan e dell’Iraq.

Salta agli occhi come questa guerra stia scoppiando senza una vera partecipazione emozionale. E senza nessuna mobilitazione pacifista. Per protestare contro l’intervento in Afghanistan ci furono manifestazioni oceaniche in tutto il mondo.
A Roma eravamo tre milioni.

E adesso dove sono quei tre milioni?
Non è un dettaglio il fatto che le forze politiche che allora promuovevano le mobilitazioni, in Parlamento poi hanno votato per la continuazione della guerra. E, infatti, la sinistra radicale ha perso 3 milioni di voti.

Ma al di là della politica, l’opinione pubblica tace.
Questa guerra è arrivata inaspettata: se andrà avanti sicuramente ci sarà una mobilitazione per chiedere che si fermi il massacro.

Inaspettata o no, il silenzio del movimento pacifista colpisce.
Il movimento pacifista esiste e porta avanti le sue battaglie, da quella per la solidarietà, alla lotta contro la privatizzazione dell’acqua, al no agli esperimenti nucleari. E certamente si farà sentire per chiedere la fine del massacro.

Dunque, secondo lei non c’è un addormentamento delle coscienze?
Certo che c’è, e non potrebbe essere il contrario. Abbiamo un governo guidato da uno sporcaccione, e nessuno dice niente. Ha distrutto la giustizia, e nessuno dice niente. Sono anni che facciamo respingimenti e si incita all’odio e al razzismo. Non sono cose che passano come gocce d’acqua.

venerdì 18 marzo 2011

il mancato accorpamento di referendum e amministrative è stato causato da assenze di PD e Idv


Alla Camera il voto sull'accorpamento del voto amministrativo e dei referendum del 16 marzo è terminato con 276 contrari e 275 a favore grazie all’assenza di 10 deputati del PD e 2 di IDV. Dov'erano questi signori pagati dagli italiani? Loro, insieme a chi ha votato a favore, sono responsabili di fronte alla Nazione dell'eventuale mancato quorum. Della costruzione di centrali nucleari in Piemonte, Sardegna, Campania. Del futuro dei nostri figli. Non esiste giustificazione per la loro assenza. (fonte: beppegrillo.it)

giovedì 17 marzo 2011

i TFR del Fondo Tesoreria vengono usati a nostra insaputa

Sfogliando il Fatto di oggi (17 marzo 2011), ho trovato un articolo di Salvatore Cannavò che parla di un indagine della Corte dei Conti sull'uso dei tfr versati al fondo tesoreria che sono stati prelevati dal Ministero del Tesoro per farci un pò di tutto (ammortamento mutui enti locali,gratutità libri testo, lavoratori socialmente utili comune Napoli), tranne quello a cui erano destinati dalla Legge del 2007 (interventi infrastrutturali e investimenti pubblici).
In pratica pare che il Tesoro abbia prelevato fin'ora circa 15 miliardi di euro e lo farà anche in futuro.
Ora io faccio un ragionamento per assurdo, se domani tutti i lavoratori che non hanno fatto i fondi integrativi, cioè che versano il tfr nel fondo tesoreria, si licenziassero, non ci sarebbero i soldi delle liquidazioni perchè il governo li ha prelevati senza dire nulla.
Nel 2007 chi ha aderito ai fondi integrativi (me compreso, che ho aderito al fondo gommaplastica) sembrava aver fatto la scelta più azzardata, ma dopo questa notizia possiamo dire che anche chi ha scelto il fondo tesoreria non ha il controllo della propria liquidazione, che viene usata e gestita da Tremonti.
Con il fondo integrativo, nonostante tutto, hai il solo problema di farti versare i soldi dal datore di lavoro, e spesso nelle piccole realtà non lo fa, ma è comunque garantito dall'INPS in caso di controversie; sono sempre rotture di coglioni, ma puoi seguire online i contributi e i rendimenti; invece il tfr versato al fondo tesoreria non è verificabile così facilmente, sulla busta paga hai il dato cumulativo, ma i soldi, materialmente parlando, provate un pò a vedere se riuscite a trovare dove stanno, dove si trova sto fondo tesoreria? come si fa a vedere la propria posizione di accumulo? provate a cercare anche all'INPS, ma sarà difficile avere risposte chiare, e ora abbiamo capito il perchè: perchè tutti i soldi dei tfr vengono abbondantemente usati a vostra insaputa.
In buona sostanza: o di qua o di la ce l'abbiamo sempre nel culo noi operai !

cosa succede se si è esposti alle radiazioni?


Nausea, perdita dei capelli, emorragie, e poi, a lungo termine, tumori alla tiroide e leucemie, la morte. Sono questi i possibili effetti dell’esposizione alle radiazioni. L’unità di misura è il sievert, che è un valore notevole, tanto che in genere si usa il suo sottomultiplo millisievert (mSv).Per dare un’idea della scala di valori, ciascuno di noi ogni anno assorbe, per via della radioattività naturale, in media 2,4 millisievert.

Una radiografia ordinaria comporta per il paziente un assorbimento di 1 millisievert, una Tac oscilla tra i 3 e i 4 mSvt, una Pet o una scintigrafia dai 10 ai 20 mSv. In radioterapia, ovviamente, le dosi salgono molto, in base al tumore che si intende distruggere, e possono superare i 40 mSv. I radiologi hanno come punto fermo la soglia di 6 mSv tollerabili senza conseguenze da un organismo sano.

In Giappone, nei pressi della centrale di Fukushima, si è raggiunta la quota di 400 mSv in un’ora di esposizione. Quali sono i possibili danni? Secondo le tabelle dell’Oms, se si viene esposti a un sievert (1.000 mSv) nell’arco di un’ora si incorre in alterazioni temporanee dell’emoglobina; quando si sale a 2-5 sievert si hanno perdita dei capelli, nausea, emorragie. Con 4 sievert assorbiti in una settimana si ha la morte nel 50% dei casi, con 6 è morte certa e immediata.Questo solo nel breve periodo. Nel lungo, come si è visto con drammatica precisione negli anni successivi a Chernobyl, anche dopo 20 e più anni, si rischiano tumori (soprattutto tiroidei), linfomi e leucemie. Le aree del corpo considerate più radio-sensibili sono quelle le cui cellule si moltiplicano molto rapidamente: la pelle, il midollo osseo e le ghiandole sessuali. Mentre reni, fegato, muscoli e sistema nervoso sono ritenuti radio resistenti, poiché le cellule che compongono questi tessuti si riproducono con minore facilità. I rischi più immediati, dunque, sono rappresentati da infiammazioni che coinvolgono la pelle e la bocca, da emorragie sottocutanee e perdita di capelli.Il tasso di mortalità è particolarmente elevato nell’arco di 45 giorni dal momento in cui si viene a contatto con le radiazioni. Contro la contaminazione, le uniche misure con una qualche efficacia sono il chiudersi in casa evitando il più possibile il contatto con l’aria esterna e l’assunzione di iodio, finalizzata a colpire le cellule ormai compromesse evitando che la contaminazione si diffonda nell’organismo. Fondamentale anche l’igiene personale, soprattutto il lavarsi accuratamente le mani. Nei casi più gravi, i piani di intervento di tutti i paesi del mondo prevedono l’evacuazione nel raggio di almeno 5 chilometri dal luogo dell’incidente nucleare.

annozero, puntata del 17 marzo 2011

Ecco cio che merita di essere ricordato della puntata: l'intervista a un Grillo, che così incazzato non l'ho mai visto:


mercoledì 16 marzo 2011

ma dove le vogliono fare le centrali nucleari?

I nuclearisti del governo, con l'arte del paraculismo, hanno introdotto il ritorno al nucleare ma non ci hanno detto ancora dove le vorrebbero impiantare queste benedette centrali. Infatti anche le regioni a guida centrodestra non si sbilanciano, esempio lampante è Zaia che dice si al nucleare ma mai in Veneto; la ragione è chiara, nessuno le vuole vicino a casa sua, allora si rendono conto che stanno facendo una scelta contro il volere del popolo.
Comunque ecco la mappa che è apparsa sul Fatto Quotidiano del 15 marzo 2011, dove ci sono i siti più probabili (Scarlino, Monfalcone, Chioggia, S.Benedetto del Tronto, Mola di Bari, Scanzano Jonico, Garigliano, Palma di Montechiaro, Oristano; oltre ai siti dismessi: Trino Vercellese, Caorso, Montalto di Castro, Borgo Sabotino), dategli un'occhiata e poi prendete il calendario al mese di giugno e scrivete sul giorno 12 "andare a votare referendum": SI.

Crozza, copertina Ballarò del 15 marzo 2011


Crozza, nel suo intervento "non facciamolo il nucleare in Italia" , ha anche sollevato un tema molto serio, in Italia "non sappiamo fare una discarica e facciamo 6 centrali nucleari? Piero il plutonio dove va ... nel secco o nell'umido?"

martedì 15 marzo 2011

Grillo lancia l'iniziativa "spegni il nucleare"

(pubblico da Beppegrillo.it)

Il giorno 11 marzo 2011 il mondo è cambiato. Nulla sarà più come prima. Siamo entrati nel post nucleare. Una nuova era in cui non ci sarà più spazio per i deliri dell'energia dell'atomo. Il Giappone si è immolato per noi, certo non volontariamente, ma è ciò che è successo. Se l'incubo nucleare che ci accompagna dal dopoguerra, da Chernobyl a Three Mile Island, cesserà (e cesserà) lo dovremo al sacrificio di milioni di persone in fuga dalla nube di Fukushima. Un esodo biblico. Neppure immaginabile. Il Giappone rischia di diventare l'isola che non c'è, un luogo dove non si entra e non si esce. Una trappola nucleare. Se persino la portaerei Reagan ha abbandonato la sua missione umanitaria, quali flotte accorreranno in soccorso delle popolazioni del l'Est del Giappone? Le merci giapponesi contaminate non potranno più uscire dal Paese.
Le nubi non si fermano. Forse arriveranno fino in Europa se il vento soffierà verso Ovest. Il senso di quello che è successo è troppo grande, troppo profondo per poterlo afferrare, ma qualcosa si può intuire. Le persone hanno capito immediatamente che il nucleare è finito per sempre. Alcuni capi di Stato hanno già preso posizione contro le centrali, sanno che continuare sarebbe la loro fine politica. Succede in Germania, in Svizzera, perfino in Australia che possiede il 28% dell'uranio mondiale. L'Italia, in questo scenario, recita la parte del giapponese sperduto in un'isola del Pacifico che continua a combattere dopo dieci anni dalla fine della guerra. Personaggi che finiranno presto nel dimenticatoio del ridicolo con le loro affermazioni nucleariste. La Prestigiacomo è l'unico ministro dell'Ambiente nel mondo che vuole nuove centrali nucleari. Lei, Testa, Veronesi, Berlusconi, Cicchitto, Scaroni, Maroni, Casini, Fini, Frattini e i pennivendoli fusi del nocciolino nucleare sono come i fascisti che giravano in divisa da federale dopo il 25 aprile. Le loro dichiarazioni sono da conservare per il futuro, i loro volti, i video, le argomentazioni sono la testimonianza di un preciso momento, l'ultimo. Domani, tra qualche giorno o qualche mese, non potranno più permettersi di sparare stronzate. L'unico motivo per cui si vuole il nucleare è il debito pubblico di 500 miliardi di euro in mano alla Francia. L'EDF è il mandante, Berlusconi e la Confindustria gli esecutori interessati.
Questa classe politica sarà spazzata via dal referendum del 12 e 13 giugno. Da questa settimana partirà un'iniziativa che durerà fino al referendum: "Spegni il nucleare". Voglio coinvolgere milioni di italiani, non ci sono alibi. Con il quorum Maroni ci potrà fare il bunga bunga solitario. Il 29 aprile ci sarà l'assemblea dell'ENEL delle centrali nucleari, io ci sarò, il blog ci sarà con la diretta streaming. Loro non si arrenderanno mai (ma gli conviene?). Noi neppure.

lunedì 14 marzo 2011

Marco Travaglio, passaparola del 14 marzo 2011

referendum contro il nucleare: scegli la vita



Se il super tecnologico e rispettoso delle regole Giappone è non è riuscito a gestire le sue centrali nucleari dopo un sisma più forte del normale, cosa vi fa pensare che in Italia, che è la patria delle deroghe ad ogni legge e regolamento, si possa avere garantita sicurezza e trasparenza da chi dovrebbe costruire questi mega impianti anche in casa nostra?

il 12 giugno andate a votare SI al referendum per abolire il ritorno al nucleare già deciso da Berlusconi contro la nostra volontà.

Ecco alcuni link per informarsi sui referendum:
http://www.acquabenecomune.org
http://www.referendumacqua.it
http://it.wikipedia.org/wiki/Referendum_abrogativi_del_2011
http://www.fermiamoilnucleare.it
http://www.sireferendum2011.it/
http://www.greenpeace.org

mai una Fukushima in Italia

Siamo in guerra. Da una parte ci sono i morti, dall'altra i vivi. Quando scoppia un conflitto le regole ordinarie non valgono più. Per battere Hitler non era sufficiente discutere. Unacentrale nucleare in Italia equivale a una pistola puntata contro la Nazione. Questo non è terrorismo, è la verità. Nessuno può prevedere una catastrofe come quella giapponese, ma chiunque sa che può accadere. Tra un giorno o tra mille anni. I reattori della centrale di Fukushima stanno esplodendo uno dopo l'altro, 180.000 persone sono state evacuate in un'area di 30 chilometri. Non è detto che ritorneranno nelle loro case. Le zone contaminate, come quella intorno a Chernobyl, rimangono radioattive per migliaia di anni.
A L'Aquila non c'erano centrali nucleari, era una zona sismica, come quasi ovunque in Italia. Molti edifici crollati erano costruiti con la sabbia, gran parte della popolazione sarebbe sopravvissuta se evacuata in tempo. I segnali premonitori c'erano da mesi. Questa è l'Italia che specula sui terremoti e ride come una iena al telefono.
Il nucleare lo vuole l'Italia dei morti come Veronesi, Berlusconi, Testa, Prestigiacomo, Marcegaglia, Casini, Fini, cooperative bianche e rosse, l'Enel, i deputati e senatori dei due maggiori partiti Pdl e Pdmenoelle (che ora fa ammuina), uniti nella scelta del nucleare sicuro, così come per gli inceneritori e l'acqua privatizzata. Se Chernobyl fosse avvenuto in Francia, ad esempio a Chooz, la regione di Champagne-Ardenne situata al centro dell'Europa sarebbe interdetta agli esseri umani per migliaia di anni. Perché correre un rischio così alto? Per difenderci dagli alieni? O da una catastrofe planetaria? Oper lucro, il solito miserabile, schifoso, merdoso lucro? Io non voglio che i miei figli corrano questo rischio e farò qualunque cosa in mio potere contro il nucleare. Le madri dei nuclearisti, così come quelle degli imbecilli, sono sempre incinte.
L'ambasciata francese a Tokyo ha inviato i connazionali a lasciare la città per il rischio di contaminazione. Siamo degli apprendisti stregoni. Se l'area di Tokyo venisse contaminata, 10 milioni di giapponesi dovrebbero essere sfollati. Come? Dove? Neppure il peggior film antinuclearista ha previsto una simile catastrofe. L'EDF e Sarkozy possono andare a fanculo. Il nucleare lo facciano sotto la Tour Eiffel. La Francia possiede 500 miliardi di euro di titoli pubblici italiani e ha acquisito, in questo modo, parte della nostra sovranità. Ma io preferisco il default alle centrali.
L'Italia dei vivi ha detto NO con un referendum contro il nucleare nel 1987. L'Italia dei morti, del radioattivo Maroni, non ha accorpato amministrative e referendum per far saltare il quorum. Il referendum è stato spostato nei giorni 12 e 13 giugno, ma noi, che siamo vivi, non andremo al mare. Loro non si arrenderanno mai (ma gli conviene?). Noi neppure.

domenica 13 marzo 2011

I politici che difendono il nucleare minimizzano il grave problema del Giappone

Duro attacco del geologo alle reazioni della maggioranza di governo di fronte alla minaccia atomica proveniente dal Giappone distrutto dal terremoto
“Sono degli irresponsabili. Parlassero di meno e studiassero di più”. Mario Tozzi, maître à penser e mezzobusto televisivo dell’ambientalismo italiano, non usa mezzi termini nel commentare le reazioni di casa nostra al terremoto giapponese e alla minaccia di disastro nucleare. Le dichiarazioni dei vari Fabrizio Cicchitto e Pierferdinando Casini, a Tozzi non sono proprio piaciute. E’ un fiume in piena: “C’è da rimanere allibiti. Questi politici fanno finta di esser dei teorici di fisica nucleare. Non hanno nemmeno la decenza di usare la cautela che in situazioni come questa dovrebbe essere d’obbligo”.

Non parlate a Tozzi poi dell’editoriale di oggi del Messaggero a firma di Oscar Giannino. Un articolo che ha scalato la classifica delle dichiarazioni al buio che poi sono state clamorosamente smentite. Il giornalista scriveva che quanto accaduto in Giappone era “la prova del nove” della sicurezza dell’energia prodotta dall’atomo. “Che figura miserrima quella di Giannino – attacca Tozzi – Ma a una cosa è servita: a smascherare l’abitudine italiana di salire in cattedra e di parlare di cose che non si conoscono”.

Di fronte alla minaccia di un disastro nucleare, la parola d’ordine della lobby nucleare nostrana è minimizzare. “Anche l’incubo che sta vivendo il Giappone in queste ore con il danneggiamento di un reattore – continua il giornalista – in Italia viene declinato a mero strumento di propaganda politica e ideologica. Difendono l’atomo solo perché non possono tornare indietro”.

Secondo il conduttore di “Gaia, il pianeta che vive” (che tornerà in onda su Rai Tre a partire dal 31 marzo) le bugie più macroscopiche della lobby pro-atomo sono due: la sicurezza e l’economicità di questa fonte di energia. Che la tragedia giapponese le sta drammaticamente mettendo a nudo.

“Le centrali nucleari giapponesi – spiega Tozzi – sono state costruite per sopportare un terremoto di 8,5 gradi della scala Richter. Poi cos’è successo? E’ arrivato un sisma di 8,9 e le strutture non hanno retto”. Le centrali italiane saranno costruite per resistere a delle scosse di circa 7,1 gradi, ma, come sostiene Tozzi, “chi ci assicura che un giorno non arriverà un sisma più potente?”. Nessuno, appunto. Perché i terremoti sono fenomeni che non si possono prevedere. Inoltre il disastro giapponese è avvenuto nel paese tecnologicamente più avanzato del mondo. A Tokio infatti è radicata una seria cultura del rischio che è frutto di una profonda conoscenza di questi fenomeni. “Con quale faccia di tolla i vari Cicchitto ci vengono a vendere l’idea che in Italia, in caso di terremoto, le cose possano andare meglio che in Giappone? Il terremoto dell’Aquila se si fosse verificato in Giappone non avrebbe provocato neanche la caduta di un cornicione. Da noi ha causato 300 morti. Chi può credere alle farneticazioni sulla sicurezza del nucleare italiano?”, chiede sarcasticamente Tozzi. E’ vero che l’incidente nucleare è più raro, ma è altrettanto vero che è mille volte più pericoloso. E il caso giapponese, secondo Tozzi, è da manuale: “Se a una centrale gli si rompe il sistema di raffreddamento diventa esattamente come un’enorme bomba atomica. Forse è questa la prova del nove di cui parla Giannino”.

E poi c’è la questione della presunta economicità dell’energia prodotta dall’atomo. “I vari politici e presunti esperti – argomenta Tozzi – si riempono la bocca dicendo che il kilowattora prodotto dall’atomo è più economico di quello prodotto dalle altre fonti. Ma non è vero. Noi sapremo quanto costa realmente solo quando avremo reso inattivo il primo chilogrammo di scorie radioattive prodotto dalle centrali. E cioè fra 30mila anni”. Secondo il giornalista, la lobby che vuole il ritorno del nucleare propaganda la sua convenienza economica senza tenere conto dell’esternalità, e cioè dei costi aggiuntivi che ne fanno lievitare il prezzo. Che vanno dallo smaltimento delle scorie (problema che nessun paese al mondo ha ancora risolto definitivamente) ai costi sociali ed economici di un eventuale incidente. “Sono soldi che i nuclearisti non conteggiano – dice Tozzi – perché sono costi che ricadranno sui cittadini e sulle generazioni future”.

Il 12 giugno è in programma un referendum che, fra le altre cose, chiede l’abrogazione del ritorno all’atomo dell’Italia. Il rimando a quanto successe a Chernobyl nel 1987, alle grandi mobilitazioni antinucleariste fino al referendum che sancì l’abbandono dell’energia nucleare è quasi d’obbligo. Ma a Mario Tozzi il paragone non convince: “Veniamo da 25 anni di addormentamento delle coscienze. Oggi abbiamo gente come Chicco Testa e Umberto Veronesi che fanno i finti esperti e spot ingannevoli che traviano l’opinione pubblica”. Insomma, il legame fra l’incidente che scosse le coscienze e il voto popolare che funzionò nel 1987, oggi potrebbe fallire. Ma il 12 giugno non si voterà solo per dire no all’atomo. I cittadini saranno chiamati anche ad esprimersi contro la privatizzazione delle risorse idriche e contro la legge sul legittimo impedimento. Temi che, affianco al no all’atomo, potrebbero convincere i cittadini ad andare alle urne. E consentire alla tornata referendaria di raggiungere il quorum.

di Lorenzo Galeazzi e Federico Mello (ilfattoquotidiano.it)

sabato 12 marzo 2011

vai a votare il referendum contro il nucleare, per evitare che minacci anche l'Italia, che è zona sismica dalle alpi alla Sicilia

Da notizie stampa apprendiamo che sono stati spenti venti reattori nucleari in quattro centrali e che finora non è segnalato alcun rilascio di radiazioni. Ci preoccupa in particolare la centrale nucleare di Fukushima, dove potrebbero essersi danneggiati i sistemi di raffreddamento dei reattori e i depositi dei rifiuti radioattivi. Anche se vengono spenti immediatamente, i reattori devono essere raffreddati e servono grandi quantità di acqua per evitare il rischio di surriscaldamento e fusione.Anche se ben progettato, un reattore è vulnerabile ai terremoti e le operazioni di riparazione in una centrale nucleare possono richiedere tempi lunghi e costi non indifferenti. Noi continueremo a monitorare, sperando che le indagini sugli impatti agli impianti vengano condotte in modo indipendente e comunicate al pubblico.
Non permettere che il nucleare minacci anche l'Italia. Puoi fermare i piani nucleari del nostro governo votando SI al referendum. Chiedi a Maroni di accorpare l'appuntamento referendario con le elezioni amministrative di maggio.

Salvatore Barbera (Responsabile campagna Nucleare Greenpeace Italia)

  • L'Italia è completamente zona sismica, dalle alpi alla Sicilia, non esiste luogo sul nostro paese che possa considerarsi sicuro e immune da terremoti, non possiamo lasciare che costruiscano centrali nucleari considerando poi il livello di rispetto per le leggi antisismiche che da noi non può proprio lontanamente avvicinarsi al Giappone.

venerdì 11 marzo 2011

Blazing fire @ oil refinery after 8.9 earthquake in Japan

ripresa aerea dello tsunami di 10 metri che arriva sulla costa

interno stanza devastato da terremoto giappone 11-3-11, 地震 千葉県北西部自宅の様子 2011年3月11日 東北地方太平洋沖地震

【HD】2011.3.11(Fri)14:46大地震 茨城県取手市山王にて earthquake occurred in Japan

Video of cars, ships wrecked by tsunami waves after Japan earthquake

Japan earthquake: CCTV video of tsunami wave hitting airport

Japan hit by Tsunami

Japan 8.8 earthquake Tsunami- March 11th 2011 video,japan tidal wave,ear...

giovedì 3 marzo 2011

Maroni vuole buttare via 300 mln di euro di soldi pubblici


Elezioni amministrative il 15 e 16 maggio e referendum a metà giugno. Il governo ha deciso di evitare ancora una volta l'election day scatenando da parte dell'opposizione le polemiche sui 300 milioni di euro buttati per organizzare una doppia (tripla se si contano i ballottaggi) consultazione. I referendum, relegati alla data "balneare" del 12 giugno, devono fallire. Berlusconi è terrorizzato dal quesito sul legittimo impedimento molto più che da quelli su acqua pubblica e nucleare. Non tanto per il merito della questione (con la bocciatura parziale di gennaio la Consulta ha già di fatto "svuotato" la legge), quanto per la paura del premier di un plebiscito contro di lui: se il 51 per cento degli aventi diritto rispondesse al quesito, sarebbe probabile la vittoria del "sì". A quel punto la sfiducia a Berlusconi, fallita in Parlamento, arriverebbe proprio dal popolo a cui la maggioranza e il Cavaliere si appellano di continuo.
  • Chiediamo al Ministro dell'Interno On. Roberto Maroni di accorpare l'appuntamento referendario con le elezioni amministrative che si terranno in molte città a maggio.
  • Per due motivi:
  • > facilitare la partecipazione democratica al referendum
  • > risparmiare soldi pubblici per 400 milioni di euro
    Pensa, con 400 milioni di euro si potrebbero istallare impianti eolici per dare energia a circa 200.000 famiglie italiane.

Chiedi al On. Ministro Maroni di votare a maggio, favorendo la partecipazione democratica e risparmiando soldi pubblici. Se saremo in tanti fare pressione, il Ministro dovrà ascoltarci.
Inoltra la petizione anche ai tuoi contatti e condividila su Facebook.



  • Grazie per la tua firma e per tutte quelle che riuscirai a raccogliere.
    Salvatore Barbera Responsabile campagna Nucleare Greenpeace Italia

mercoledì 2 marzo 2011

annozero, puntata del 3 marzo 2011


se Bondi si dimette ... è per amore


Pare che Bondi si dimetta, dice che lo attaccano tutti, anche da destra, io penso siano balle, si è salvato dal voto di sfiducia e non è poi così peggiore degli altri ministri, intendo dire che sono tutti più o meno al suo livello di servitù; se si dimette è solo perchè gliel'ha ordinato il padrone, infatti il posto da ministro rimarrebbe a disposizione di qualcuno che va ancora convinto a "responsabilizzarsi" passando nel centro-destra.

martedì 1 marzo 2011

Silvio Berlusconi zavorra d'Italia

Ogni giorno in più che passa con Berlusconi a capo del governo è un giorno perso per far ripartire il nostro paese. Si poteva levarcelo dalle palle il 14 dicembre se gli Scilipoti , Razzi e Siliquini vari ed eventuali non si fossero prostituiti, comunque sappiano che ce li ricorderemo per sempre i loro nomi e le loro facce ..... che differenza c'è fra loro e le ragazze dell'Olgettina?
Berlusconi è un peso morto che non ci fa muovere, un tappo che ostruisce tutto, solo per non rispondere alla Legge; non ci possiamo più permettere di mantenerlo alla Presidenza del Consiglio, qui ci stiamo giocando il nostro futuro ma soprattutto quello dei nostri figli.
Che ci liberi in fretta dalla sua insopportabile presenza e che passi il resto dei suoi giorni a frequentare le aule dei tribunali.