martedì 30 novembre 2010

Dell'Utri contestato a Torino

addio Leslie e Mario


Ultimamente vedevo spesso "Dracula, morto e contento" con Leslie Nielsen insieme a mia figlia Denise e ci facevamo matte risate, e già da bambino mi sbellicavo con "l'aereo più pazzo del mondo", incredibile come così lontane generazioni (io ho 40 anni e mia figlia 10) possano condividere lo stesso cinema con tanta leggerezza di spirito, lui ci mancherà ma i suoi film ci faranno sempre compagnia.
Un saluto anche al maestro Monicelli che non fa certo parte della mia generazione, ma alcuni suoi film come "amici miei" o "i soliti ignoti" sono bene impressi nella mia memoria; ma ciò che ricordo con maggior piacere sono le sue recenti esternazioni sullo scempio della società e della politica di oggi, a 95 anni era ancora capace di indignarsi per lo schifo che ci circonda, noi dovremmo prenderlo come esempio, sempre.

sabato 27 novembre 2010

Centrali nucleari, oltre ventimila aborti negli ultimi quarant’anni


L'allarme è stato lanciato da uno studio tedesco. I numeri riguardano soprattutto bambine. Tante non ne sono nate attorno ai 35 chilometri delle 31 centrali europee analizzate

Gravidanza a rischio se la madre abita nelle vicinanze di una centrale nucleare.

In numeri: ventimila aborti spontanei negli ultimi 40 anni. Il tutto attorno a 31 impianti di energia atomica, 27 tedeschi e 4 svizzeri. Senza contare un netto aumento di deformità e tumori infantili. Questo si legge in uno studio pubblicato dal Centro di ricerca tedesco per la salute ambientale di Monaco.


Effetti collaterali

Negli scorsi giorni i ricercatori Ralf Kusmierz, Kristina Voigt e Hagen Scherb hanno pubblicato un report tra nascite e prossimità alle centrali nucleari in Germania e Svizzera, in modo da capire se la sola vicinanza delle centrali ha effetto sulla salute dei cittadini, anche in mancanza di grandi incidenti. Lo studio è partito dai dati sugli effetti della catastrofe di Cernobyl, sulle nascite in Ucraina (si stima che un milione di bambine e bambini non siano mai nati in tutta Europa a causa del disastro di Cernobyl) e nelle regioni toccate dalla nuvola radioattiva. Luoghi in cui già in passato si erano riscontrate significative anomalie sia nel numero delle nascite che nel rapporto di nascite fra maschi e femmine.L’obiettivo degli studiosi era quindi di verificare gli effetti delle centrali nucleari sulle nascite, e i risultati sono stati sconcertanti: secondo loro, nei 35 chilometri attorno alle centrali, negli ultimi quarant’anni sono mancate all’appello ventimila bambine. Normalmente nascono 105/106 femmine per ogni 100 maschi, mentre nelle regioni in questione le nascite di bambine, appunto, sono state molto inferiori. Questo perché gli embrioni femminili sono ancora più sensibili alla radioattività rispetto a quelli maschili. Non solo, gli studiosi tedeschi hanno anche evidenziato un netto aumento dei casi di tumore infantile nelle vicinanze delle centrali nucleari.


Disguidi nucleari

Ma come si spiegano questi 20.000 aborti spontanei “in eccesso”, in assenza di incidenti conclamati presso le centrali di queste zone? Con il fatto che gli impianti, sostengono i ricercatori, rilasciano nell’ambiente sostanze tossiche o radioattive. E lo fanno in occasione di incidenti ritenuti di “basso livello”, quei numerosissimi “disguidi” (in Francia se ne verifica circa uno ogni tre giorni) che portano a una esposizione alla radioattività della popolazione “entro i limiti di sicurezza”. Limiti stabiliti dalle autorità nazionali, ma che per la loro frequenza e i loro effetti cumulati possono nuocere alla salute ben più di quanto i produttori di energia e le stesse autorità siano disposti ad ammettere.Anche le sole attività legate alla produzione di energia, sostiene la ricerca, hanno effetti sull’ecosistema e sulle popolazioni circostanti, e la lista dei possibili “incidenti di basso livello” è lunga: si va dalle perdite nel trasporto e nello smaltimento delle scorie, agli scarichi di acque contaminate nei corsi d’acqua, fino alla presenza di agenti tossici nel vapore rilasciato in atmosfera che, è vero, non contiene CO2, ma non è certo il più salubre, in quanto proveniente da acqua evaporata entrando in contatto con un nucleo radioattivo.


Rassicurazioni o inganni?

Eppure, al di là di questo, è impossibile ignorare che senza l’energia nucleare molti sistemi-Paese rischierebbero di fermarsi, con effetti gravissimi sulle loro economie. È anche comprensibile, di conseguenza, l’enorme impegno di questi Paesi nel rassicurare le popolazioni sulla sicurezza degli impianti. Recentemente nella regione inglese del Somerset EDF energy ha diffuso la notizia sul consenso della popolazione locale relativo all’ampliamento della centrale di Hinkley Point (la cui chiusura è prevista nel 2016). Un consenso ottenuto non con la forza, ma con un sondaggio, commissionato dalla stessa EDF. Anche la Bbc ci era cascata, diffondendo insieme alla stampa locale la notizia che sei persone su dieci, nelle zone di Sedgemoor, Taunton Deane e West Somerset supportano l’ampliamento della centrale di Hinkley, nel sud ovest dell’Inghilterra.Un sondaggio considerato però da più parti ambiguo. Secondo Leo Barasi di Climate Sock domande quali: “Fino a che punto è d’accordo con la seguente affermazione: l’energia nucleare ha degli svantaggi, ma la nazione ha bisogno di energia nucleare come parte di un bilanciamento energetico con carbone, gas ed energia eolica”, sono poste in modo da rendere difficile un disaccordo (calcolato infatti nel 13% dei rispondenti a questa domanda), e chi oggi vede i risultati è portato a pensare che le persone intervistate nella zona in questione ritengano necessaria l’energia nucleare. Lo stesso vale per domande in cui, mentre si chiede di pensare agli aspetti positivi e negativi di un nuovo reattore ad Hinkley Point, rientrano sempre in qualche modo i benefici che un nuovo reattore avrebbe sull’economia e l’occupazione locali.“A me sembra chiaro che questa lunga serie di domande guidi le persone verso un percorso mentale che le porta a pensare ad una centrale nucleare in modo ben diverso da quanto esse normalmente farebbero”, accusa Ben Goldacre dalle pagine del quotidiano The Guardian. Secondo il giornalista inglese ha infatti un effetto ben diverso chiedere: “Volete che i vostri figli restino disoccupati?”, invece che: “Siete tutti segretamente terrorizzati all’idea che potremmo farvi prendere il cancro?”. Gli statistici sanno bene che il diverso ordine dato a certe domande potrebbe far variare l’andamento di un questionario, e per Goldacre quello di EDF contravviene a molte delle regole di base da tenere in considerazione nella compilazione di un questionario statistico. In particolare quella che consiglia di “stare attenti a non influenzare le risposte”.
di Andrea Bertaglio (ilfattoquotidiano.it)

Berlusconi, Frattini e il complotto interstellare


Berlusconi è ormai fuori controllo, non sapendo più a chi dare la colpa per i suoi fallimenti, misurabili soprattutto con le montagne di rifiuti di Napoli (ieri ne ha sparata un'altra: 15 giorni e tutto a posto), non si limita alla solita sinistra e alla magistratura politicizzata, che ormai non convince più neanche i "suoi", ora spara più in alto, tramite Frattini, parla di attacchi esterni all'Italia ...... è fuso, finito, cotto, che qualcuno lo accompagni da un medico bravo.

venerdì 26 novembre 2010

REPORT, puntata del 28 novembre 2010

Girano le pale (video)Nel 2020 l'Italia dovrà avere il 17% dei propri consumi elettrici da fonte rinnovabile e questo perché dobbiamo abbassare le emissioni che alterano il clima. Lo prevede il Protocollo di Kyoto ma soprattutto gli accordi vincolanti decisi dai Paesi europei. Per questo l'Italia da anni sta finanziando lo sviluppo dell'energia pulita e non abbiamo badato a spese. I nostri sono gli incentivi più alti del mondo: nel 2010 raggiungono quota 3 miliardi e 200 milioni. E possiamo considerarci un «laboratorio», visto che le possibili forme di incentivazione le abbiamo sperimentate tutte, dal feed-in premium del fotovoltaico al Certificato Verde dell'eolico. E la corsa continua grazie anche al fatto che non abbiamo ancora un piano energetico nazionale. Terna, la società semipubblica responsabile della trasmissione di energia sulla rete, ha ricevuto un numero impressionante di richieste di allacciamento per nuovi impianti rinnovabili: ci sono 120 mila Mw pronti ad essere autorizzati quando in Italia il picco di potenza richiesta è meno della metà.Insomma anche se siamo partiti in ritardo rispetto agli altri Paesi abbiamo bruciato le tappe: nel fotovoltaico l'Italia è al secondo posto nel mondo, dopo la Germania, per potenza installata. E nell'eolico pur avendo un territorio limitato e ricoperto dai vincoli, siamo diventati i sesti produttori al mondo. Ci guadagnano le multinazionali ma anche le piccole società di sviluppatori. Siamo stati in Calabria, la Regione che più di ogni altra negli ultimi anni ha aumentato la sua potenza eolica. E ci siamo chiesti se è veramente questa l'industria del vento che dovevamo sviluppare visto che stiamo investendo risorse miliardarie e che le stiamo pagando con la nostra bolletta, che è la più cara del continente.

Con Gomorra di Roberto Saviano il clan dei Casalesi e la camorra dell'Agro Aversano sono diventati fenomeni mediatici di massimo rilievo. Ma Saviano non è l'unico che ha deciso di raccontare questa realtà e di pagarne le conseguenze. Nella redazione casertana del Il Mattino, dal lontano 1985, c'è una giornalista che la storia dei Casalesi la segue giorno dopo giorno e oggi è costretta a vivere sotto scorta, Rosaria Capacchione...(video)

Report torna a occuparsi di Cai, la nuova Alitalia (vedi il video). Dopo 2 anni di volo non sembra ancora una società in espansione: i conti sono in rosso anche se nel 2011 i manager prevedono il pareggio. Tra i soci c'è Carlo Toto che ha conferito l'Airone, con la rotta Roma Milano e 30 aerei, mentre gli altri 70 che aveva ordinato all'Airbus se li è tenuti e li noleggia a Cai, guadagnandoci. Poi c'è ancora da fare i conti con i 3 mld di debiti della vecchia Alitalia scaricati sulle spalle dello Stato. A recuperare qualche euro dovrebbe pensarci il commissario Fantozzi ma quanto ha incassato fino a oggi e a chi sta vendendo quello che è rimasto nella bad company? Poi ci sono gli azionisti e obbligazionisti che riavranno circa il 70% dei soldi investiti grazie alla conversione dei vecchi titoli Alitalia in titoli di Stato. Ma anche per quest'operazione, che graverà sulle spalle dei contribuenti, non tutto fila per il verso giusto e c'è chi ricorre in tribunale. Tutto questo mentre la Procura di Roma indaga sulle responsabilità dei manager nel dissesto Alitalia e ha depositato le prime richieste di rinvio a giudizio sulla presunte irregolarità che avrebbero accompagnato le trattative della vendita della nostra vecchia compagnia di bandiera. Negli atti dei magistrati che ipotizzano il reato di aggiotaggio, spuntano i nomi della cordata Singapore Airlines e di quella dell' ex presidente della corte costituzionale e della Rai, Antonio Baldassarre.

lunedì 22 novembre 2010

MARCO TRAVAGLIO, passaparola del 22 novembre2010

non toccate il 5 per 1000


Sottoscrivi l'appello in difesa del 5 per 1000 su http://www.iononcisto.org/.
Se entrerà in vigore la nuova "Legge per la stabilità" che mette un tetto al 5 per 1000, tutte le organizzazioni del terzo settore subiranno un taglio dei fondi del 75%.Negli scorsi giorni, i giornali hanno riportato la notizia che la Commissione Bilancio della Camera dei Deputati ha esaminato il testo della nuova "legge per la stabilità". Tale legge limiterebbe a 100 milioni di euro i fondi da destinare al "5 per 1000" con una riduzione del 75% rispetto all'importo dell'anno precedente. Tale ulteriore taglio si aggiunge a quelli effettuati al bilancio della cooperazione internazionale italiana, ai contributi alle istituzioni internazionali che aiutano i paesi in via di sviluppo e a quelli per la ricerca scientifica, universitaria e sanitaria.Questi tagli si ripercuotono significativamente sull'operatività delle organizzazioni del terzo settore, che hanno dimostrato una professionalità molto elevata, oggetto di apprezzamento in Italia e all'estero.Tagliare i fondi a disposizione del "5 per 1000" significherebbe anche limitare drasticamente la libertà dei cittadini di decidere come destinare la propria quota dell'imposta sui redditi direttamente a sostegno degli operatori del terzo settore.Per queste ragioni chiediamo al Parlamento Italiano di intervenire per eliminare, nel testo della legge di prossima discussione, il tetto di 100 milioni di euro da destinare al "5 per 1000" per l'anno 2011, ripristinando quanto meno l'importo dei fondi previsti nell'anno 2010.
Ti chiediamo una mano: per dare più forza alla nostra richiesta serve anche la tua firma. Se sei d'accordo con noi, sottoscrivi l'appello su http://www.iononcisto.org/ e aiutaci a diffondere la notizia.

la fine di Berlusconi in fotoromanzo

Il tragico epilogo del miglior Presidente del Consiglio degli italiani degli ultimi 150 anni, in fotoromanzo.

Crepati dentro "Voci per uscire dal silenzio"

Vieni via con me, puntata del 22 novembre 2010

Finalmente, nel suo monologo sui rifiuti, Roberto cita le responsabilità , fra gli altri, di Bertolaso, Cosentino e Berlusconi, bravo.




altri contributi video qui

domenica 21 novembre 2010

il papa e il preservativo

Accettereste lezioni da un professore che non è mai stato a scuola? Allora con quale titolo il papa parla di sesso e di contraccezione non avendolo mai praticato? Oppure se qualcuno obiettasse che forse qualche sveltina forse se la sarà fatta allora non dovrebbe fare il papa ..... o no?
La miopia del Vaticano sull'uso del preservativo è una delle cose da condannare con più forza, ieri il papa, ricordo che siamo nell'anno 2010 dopo Cristo, ha detto che in alcuni casi , tipo per le prostitute, si può accettarne l'uso. Per dire una stronzata simile valeva la pena che tacesse.

Il preservativo è ancora oggi il metodo più sicuro, apparte la contraccezione, per prevenire la trasmissione delle malattie veneree ma in primo luogo dell'AIDS, soprattutto nei paesi sottosviluppati, andrebbe distribuito gratis fin dalle scuole medie, l'ignoranza uccide.

anche Grillo critica Saviano, e un pò ha ragione

Da un articolo della Borromeo sul Fatto leggiamo che Grillo ne ha anche per Roberto Saviano, le frasi sono le seguenti:
“Saviano? Fa godere il nano come un riccio” - e poi - “Saviano, che per carità è bravissimo, qualche nome lo deve pur fare, altrimenti si fa solo tirare in mezzo" - infine -“Signori! Italiani! Aprite gli occhi: Vieni via con me lo produce Endemol, e chi è Endemol? È Berlusconi. Il programma fa ascolti altissimi: quindi Berlusconi guadagna un sacco di soldi. Se aggiungiamo che Saviano non fa i nomi dei politici collusi, né in Lombardia né in Parlamento, è chiaro che poi il nano gode come un riccio”.

Io continuo a sostenere Saviano, ma come ho dato ragione a Travaglio, devo dare atto a Beppe che fin'ora, dopo 2 puntate, nei suoi monologhi mancano ancora i collusi targati Pdl, e dopo le motivazioni della sentenza Dell'Utri ce ne sarebbero da dire, che sia lunedì prossimo la volta buona?

Certo che fin'ora, tirando in mezzo la Lega, ha sicuramente dato una mano a Silvio, seppur in buona fede; già perchè al nord la Lega già comanda alla grande, e alla prossima tornata elettorale, con tutti i cazzi che c'ha Berlusconi, si prevede un enorme travaso di voti da Pdl a Lega, per una sorta di principio di vasi comunicanti; ora se anche la Lega viene descritta come "distratta" sulla 'ndrangheta di Milano si riequilibra il travaso di voti sopra descritto.

Infine ammetto che preferirei che Saviano fosse pubblicato da Chiarelettere (per esempio) piuttosto che da Mondadori, e che non facesse programmi prodotti da Endemol, che non fosse imbrigliato dal buonista Fazio, che saltò sulla sedia quando Travaglio definì Schifani vicino alla mafia.

sabato 20 novembre 2010

motivazioni sentenza Dell'Utri: mediava tra Berlusconi e mafia


"Silvio Berlusconi negli anni '70 e '80 preferiva accordarsi con la mafia piuttosto che denunciare le estorsioni alle autorità". E' una delle conclusioni a cui sono arrivati i giudici della Corte d'Appello di Palermo, presieduta da Claudio Dall'Acqua, nelle motivazioni della sentenza di condanna in secondo grado di Marcello Dell'Utri (leggi l'articolo). Il 29 giugno scorso, Dell'Utri è stato condannato a sette anni di reclusione per concorso esterno in associazione mafiosa. "Vi è – scrivono i giudici in un capitolo delle motivazioni – un'indiretta conferma del fatto che anche Silvio Berlusconi in quegli anni lontani, pur di risolvere quel tipo di problemi, non esitava a ricorrere alle amicizie "particolari" dell'amico siciliano che gli garantiva la possibilità di fronteggiare le ricorrenti richieste criminali riacquistando la serenità perduta ad un costo per lui tollerabile in termini economici". Attività di "mediazione", "canale di collegamento tra l'associazione mafiosa cosa nostra, in persona di Stefano Bontate, all'epoca uno dei suoi più autorevoli esponenti, e Silvio Berlusconi" (leggi l'articolo). Sono queste le parole utilizzate dai giudici. Il parlamentare era stato condannato per i fatti avvenuti fino al 1992 e assolto per quelli successivi. Nelle motivazioni si chiarisce anche il ruolo di Vittorio Mangano. Il mafioso fu assunto, sempre su intervento di Marcello Dell'Utri, come stalliere nella villa di Arcore non per accudire i cavalli ma "per garantire l'incolumità di Silvio Berlusconi"

venerdì 19 novembre 2010

REPORT, puntata del 21 novembre 2010

Finmeccanica (vedi video integrale) è il colosso della difesa italiano da 18 miliardi di fatturato e 77 mila dipendenti. Finmeccanica vuol dire armi e spazio, aerei, elicotteri, radar, turbine e treni. E' un pezzo decisivo del sistema Italia. L'8 luglio scorso, Lorenzo Cola è stato arrestato dalla Procura di Roma con l'accusa di riciclaggio. Era il consulente economico di Pierfrancesco Guarguaglini (presidente e ad di Finmeccanica) e di sua moglie Marina Grossi, (amministratore delegato di Selex).Lorenzo Cola è l'uomo del mistero. In Finmeccanica curava gli affari americani del gruppo, collegato alla Cia e ai nostri servizi militari. Del suo passato si sa pochissimo, dei suoi rapporti con aziende e uomini del settore militare ancora meno.Secondo la magistratura, Cola entra in contatto con Gennaro Mokbel, uomo d'affari romano già coinvolto nell'inchiesta su Telecom Italia Sparkle-Fastweb. Mokbel è l'uomo che fa candidare Nicola Di Girolamo nelle liste pdl alle ultime elezioni politiche. Arrestato lo scorso marzo, Di Girolamo, dopo qualche mese di carcere ha patteggiato la pena e confessato tutti i particolari della frode che la coppia Mokbel-Cola avevano messo in atto per acquisire un'importante azienda del gruppo Finmeccanica

Com'è andata a finire : Il Cavaliere del Lavoro (video integrale) - Aggiornamento del 29/11/2009: Report torna ad occuparsi del caso Parmalat e del ritrovamento della collezione esclusiva dei quadri di Tanzi. All’interno della puntata tutti gli aggiornamenti e le novità più importanti

infine Zdenek Zeman , (video integrale) Manlio Cancogni gli ha dedicato un romanzo, il giovane Giuseppe Sansonna un bellissimo documentario, Francesco Totti, Giuseppe Signori, Roberto Rambaudi, Gigi Di Biagio, Ciccio Baiano, Totò Schiallaci e chissà quanti altri gli devono la carriera. Eppure eccolo lì, a ripartire a testa bassa dalla terza categoria

leggi la storia del programma Report

mercoledì 17 novembre 2010

Saviano e la Fiorillo rompono il giocattolo di Maroni


Francamente non ne potevo più di sentire commentatori, intellettuali e giornalisti che in ogni occasione ripetevano a pappagallo che Maroni, che ha sempre in mano la sua lista di arresti di mafiosi fatti dal governo (dice lui), fosse un buon ministro dell'Interno, visto che la realtà è che fa parte di una maggioranza che studia leggi come il DDL anti-intercettazioni e lo scudo fiscale (molto favorevoli alla criminalità organizzata) e dove alloggiano due tipetti come Dell'Utri e Cosentino; comunque veniva sempre considerato come un uomo di legalità da quasi tutti (le eccezioni sono pochissime).

Ma ecco che ad un certo punto qualcuno gli rompe il giocattolo; quando infatti si è trovato a spiegare in aula le vicissitudini di Ruby, che già di per sè è una scena tristissima a vedersi, e ha detto che è tutto a posto, ha tenuto il gioco di Berlusconi (noto salvatore di minorenni arrestate per furto dalle questure), ma non ha messo in conto il fatto che in Italia potesse esistere qualcuno che non si piega di fronte agli abusi di potere e al mancato rispetto delle istituzioni e della verità.

E fu così che la Fiorillo, PM dei minori in servizio quella famosa notte, salta fuori e dice di non aver mai dato il permesso di affidare Ruby alla Minetti; pochi giorni dopo Saviano, davanti a 9.000.000 di spettatori, spiega che a Milano c'è più infiltrazione di 'ndrangheta che di nebbia e che ovviamente ha legami con la politica lombarda, e lui ci è rimasto male perchè la Lega prende voti proprio sulla sicurezza, dando la colpa di tutto agli immigrati clandestini, e ora che i milanesi scoprono che la vera criminalità è ben peggiore ed è taciuta proprio dai loro eletti, potrebbero reagire male dentro le cabine elettorali.

Gli elettori leghisti devono cominciare a porsi alcune domande:
i politici leghisti sono credibili? sono davvero i clandestini il problema del nord? o sono i milioni di euro gestiti dalla criminalità organizzata proprio nelle regioni del nord? perchè i politici leghisti continuano ad appoggiare Berlusconi consapevoli dei suoi guai giudiziari e dei suoi enormi conflitti di interessi?

Piazza della Loggia: un'altra strage impunita

-dal blog di Ricca su ilfattoquotidiano.it:

Intervento di Daniele Biacchessi sulla sentenza di ieri relativa alla strage di Brescia.Un Paese che dimentica.
Brescia, 28 maggio 1974. 36 anni fa.Il cielo non promette nulla di buono. Entrano in Piazza della Loggia diecimila sindacalisti, operai, studenti, disoccupati, giovani e vecchi, volti di gente comune. E’ il segno di una civile protesta contro numerosi atti di violenza di gruppi di neofascisti che durano ormai da settimane. Attentati contro sedi del sindacato, circoli culturali, sezioni di partiti, aggressioni contro singole persone. Parla Franco Castrezzati della Cisl. Sono le 10 e 12 minuti. La pioggia inizia a battere fitta su mille ombrelli aperti, sugli impermeabili, sui giubbotti. Le sue saranno parole ingoiate di traverso.
“… Sono così venuti alla luce uomini di primo piano che hanno rapporti con gli attentatori di Piazza Fontana e del direttissimo Torino – Roma, vengono pure alla luce bombe, armi, tritolo, esplosivi di ogni genere. Ci troviamo di fronte a trame intessute segretamente da chi ha mezzi e obiettivi precisi. A Milano. State fermi. state calmi, state calmi. State all’interno della piazza, il servizio d’ordine faccia cordone intorno alla piazza, state all’interno della piazza. Invitiamo tutti a portarsi sotto il palco, venite sotto il palco, state calmi, lasciate il posto alla Croce Bianca, lasciate il passo, lasciate il passaggio delle macchine, tutti in piazza della Vittoria, tutti in piazza della Vittoria…”.
Otto morti. Novantaquattro feriti, alcuni gravi. Cinque insegnanti, due operai, un pensionato. Neanche un sorriso, un sospetto, una parola, nemmeno una frazione di tempo, quanto basta per accorgersi che in un cestino dei rifiuti, sotto i portici di piazza della Loggia, un uomo ha piazzato poco prima un ordigno di altissimo potenziale.
Brescia, 16 novembre 2010. 36 anni dopo: i giudici della Corte d’Assise assolvono per insufficienza di prove cinque imputati dall’accusa di aver organizzato ed eseguito la strage.
Assolti i due ex appartenenti al gruppo neofascista Ordine Nuovo, Delfo Zorzi e Carlo Maria Maggi.Assolti Maurizio Tramonte, già collaboratore del SID (l’allora servizio segreto militare), e il generale dei carabinieri Francesco Delfino.Assolto l’ex segretario del MSI, Movimento Sociale Italiano, Pino Rauti.Già 36 anni dopo.Cinque istruttorie, un imputato come Ermanno Buzzi ucciso nel carcere di Novara nel 1981 dai neofascisti Pierluigi Concutelli e Mario Tuti mentre stava collaborando con la giustizia, ripetute accuse e ritrattazioni di pentiti, gravissimi depistaggi di uomini delle istituzioni, sottrazione di importanti prove documentali da parte di funzionari infedeli dei servizi, reticenze, silenzi, poi condanne, assoluzioni, condanne e ancora assoluzioni, fino all’ultima.Sulla sentenza di ieri hanno certamente pesato i pronunciamenti assolutori più recenti per le stragi di piazza Fontana e Questura di Milano, poiché alcuni imputati erano comuni alla nuova inchiesta su piazza della Loggia.Non è normale un paese che impiega 36 anni per assicurare alla giustizia i colpevoli e i mandanti di stragi efferate e politiche come quella di piazza della Loggia, piazza Fontana (12 dicembre 1969), Questura di Milano (17 maggio 1973), treno Italicus (4 agosto 1974), che non cerca i mandanti per la strage alla stazione di Bologna (2 agosto 1980) e del rapido 904 (23 dicembre 1984), soprattutto una politica che non rende ancora oggi operativi i regolamenti applicativi della legge sul segreto di Stato licenziata dal Parlamento quattro anni fa.E ciò è potuto accadere perché l’Italia ha perso la sua memoria storica, perché nulla di quanto accaduto nella storia contemporanea (omicidi politici e stragi, centinaia di morti, migliaia di feriti del terrorismo nero e rosso), è scritto sui libri di testo delle nuove generazioni.In un paese che dimentica, il passato non passa mai.
“L’unica cosa a cui penso sono quegli otto morti innocenti”, dice amaro Manlio Milani, presidente dell’Associazione delle vittime della strage di piazza della Loggia.Si può solo dargli ragione

lunedì 15 novembre 2010

MARCO TRAVAGLIO, passaparola del 15 novembre2010

Vieni via con me, puntata del 15 novembre 2010


sito ufficiale: http://www.vieniviaconme.rai.it/ dove è possibile rivedere video e interventi

Report, la storia del programma


La testata nasce nel 1997, in terza serata, con un budget di 10 milioni di lire a puntata. Milena Gabanelli (autrice del programma) organizza il lavoro insieme ad un gruppo di videogiornalisti freelance che utilizzano la propria telecamera, e in grado di autoprodurre i loro pezzi. L'obiettivo è "massimo risultato nonostante i mezzi scarsi".Il gruppo, forse unico nel panorama giornalistico italiano, condivide un ideale più forte delle difficoltà: la passione per il giornalismo investigativo. Un genere abbandonato a causa degli alti costi, in termini economici per l'editore, e in termini di impegno e sacrificio personale da parte dei singoli giornalisti. La forma scelta è quella vecchio stile, abbinata al metodo di lavoro più innovativo fra i network occidentali. Così la Gabanelli dà vita a Report, una scommessa che per durare negli anni aveva bisogno di autori che ci credessero e con capacità di tenuta, in considerazione del fatto che solo 10 anni dopo la Rai ha deciso di concedere la tutela legale.Da subito la testata ha raccolto il gradimento del pubblico e della critica, e così nel tempo ha ampliato il suo spazio in palinsesto ed è arrivata nel 2003 a collocarsi in prima serata. Ha il merito di essere stata la prima trasmissione che ha trasferito in tv l'inchiesta di taglio economico, ed aver reso comprensibile al pubblico trame e intrighi complessi che normalmente occupano le pagine specializzate dei quotidiani. Oggi è fra i programmi di prima serata con il più basso rapporto "costo-ascolto", ed è considerato un punto di riferimento nel giornalismo d’inchiesta televisivo italiano.Le segnalazioni possono essere inviate a report@rai.it.


Il metodo organizzativo di Report non ha nessun modello di riferimento nei Network nazionali Una nuova forma di produzione che utilizza in parte i mezzi interni (nell'edizione e progettazione del programma) e in parte quelli esterni (la realizzazione delle inchieste) scavalcando la forma dell'appalto, pur mantenendone le caratteristiche. Una razionalizzazione del lavoro che rende l'intero programma economicamente competitivo.La caratteristica di Report è quindi a tutti gli effetti una produzione interna ridotta al minimo: 6 persone di redazione che fanno da supporto e da tramite fra gli autori, che realizzano le puntate, e l'Azienda, in tutti gli aspetti burocratici e di controllo sulla qualità dei contenuti.Gli autori sono freelance che autoproducono la loro inchiesta (cioè la realizzano con la loro videocamera, si pagano le spese, la montano nel loro luogo di residenza), con la costante supervisione dell'autore della trasmissione, e infine la vendono alla Rai; senza che in mezzo ci sia l'intermediazione di una società.L'abbattimento dei costi e la libertà di azione dei videogiornalisti permette di lavorare anche 3 o 4 mesi su ogni singola inchiesta.


Premi ricevuti:

5 SETTEMBRE 2010 - "PREMIO TRABUCCHI D'ILLASI ALLA PASSIONE CIVILE A MILENA GABANELLI E A REPORT"Motivazione: Come riconoscimento di un'attività di tutela e accrescimento della democrazia, in difesa da chi, senza bisogno di operare alcuna coercizione sull'elettore, può ottenere il successo, attraverso la semplice soppressione del dibattito pubblico e della libertà d'informazione. In una società e in una cultura dove sembra di vivere solo tra situazioni sconcertanti, in cui gli uomini sono attori come fantocci, marionette, automi, Report ci pone un orizzonte in cui la società e i cittadini possono muoversi nella direzione di un cambiamento attivo, coscientemente voluto".

Giugno 2009 - PREMIO "CETACEAN CONSERVATION STAR" A SABRINA GIANNINI Tredici organizzazioni attive nel campo della ricerca e tutela dei cetacei che rappresentano circa 400.000 soci hanno conferito alla giornalista Sabrina Giannini autrice del servizio "Mare nostrum" il premio “Cetacean Conservation Star” per il suo impegno nella sensibilizzazione del pubblico riguardo al sovrasfruttamento delle risorse ittiche e alla pesca illegale con reti derivanti, un vero flagello per delfini, balene e altre specie minacciate del Mediterraneo.http://www.cetaceanalliance.org/star/Sabrina_Giannini.htm


PREMIO ILARIA ALPI XV EDIZIONE - 20 giugno 2009 Sezione MIGLIOR REPORTAGE ITALIANO LUNGO, BERNARDO IOVENE "Modulazione di frequenze" Report, Rai TreMotivazione: "Una intervista che diventa reportage. Un incalzare di domande precise, puntigliose, documentate mettono allo scoperto l’interlocutore. Iovene con questo pregevole brano di giornalismo televisivo indica la strada ai giovani".

Maggio 2009 - CITTA' DI SASSO MARCONI - PREMIO "CALAMAIO" PER L'INNOVAZIONE DEI LINGUAGGI, Alla giornalista Sabrina Giannini, inviata di Report, autrice di inchieste di grande impegno civile e sociale e protagonista di un'informazione scomoda e coraggiosa utilizzando le nuove tecnologie digitali (videocame e software).

Maggio 2009 - PREMIO SLOW FOOD ON FILM - BEST TV SERIES, Il premio e' stato assegnato alla trasmissione Report con la seguente motivazione: "Pur non essendo una serie gastronomica, in diverse occasioni Report ha dedicato la sua attenzione ad argomenti vicini al mondo Slow Food, affrontando problemi, emergenze, controversie del mondo del cibo con inchieste approfondite, documentate e stimolanti, da sempre la cifra caratteristica di un programma unicvo nel panorama italiano. Per questi episodi, che rappresentano un esempio raro di tv intelligente sui temi dell'agroalimentare, Slow Food on Film ha scelto di assegnare la Chiocchiola d'oro per la miglior serie tv alla trasmissione giornalistica di Rai3, "Report".

Maggio 2009 - XX EDIZIONE DEL PREMIO GIORNALISTICO LUIGI BARZINI ALL'INVIATO SPECIALE , XX edizione del Premio Giornalistico Luigi Barzini all’inviato Speciale a Milena gabanelli e al suo staff con la seguente motivazione:"Rende un tributo ad un genere oggi attualissimo, quello dell’inchiesta televisiva che interroga senza reverenze i risvolti nascosti della realtà e i suoi protagonisti, spesso rischiando molto".

Marzo 2009Premio "E' giornalismo 2008" a Milena Gabanelli con la seguente motivazione: "E' l’ultima giornalista che fa inchieste vere, in un momento in cui su tutti i giornali sono state abbandonate. E addirittura stupisce che le possa fare".

Settembre 2008Premio "Golden Chest Argento", categoria Reportage a "Report-Schiavi del lusso" di Sabrina Giannini.

Marzo 2008 - Premio "Città di Sasso Marconi" per una personalità distintasi nel settore della comunicazione. Il premio è stato devoluto in beneficenza.

22 Aprile 2008 - PREMIO LETTERARIO INTERNAZIONALE MONDELLO - CITTA' DI PALERMO Premio Speciale del Presidente della Giuria a Milena Gabanelli.

22 Aprile 2008 - PREMIO LETTERARIO INTERNAZIONALE MONDELLO - CITTA' DI PALERMO Premio Mondello per la Comunicazione a Sabrina Giannini.

DONNAèWEB 2008 - Quinta stagione Premio "BUONE PRASSI" a Milena Gabanelli per il ricchissimo archivio on line della trasmissione Rai Report.

PREMIO WWW DEL SOLE 24 ORE - EDIZIONE 2007, Riconoscimento al programma Report di Milena Gabanelli. Il Premio, istituito dieci anni fa dal Sole 24 Ore per valorizzare la creativtà e la funzionalità dei siti italiani, si è rinnovato per rappresentare al meglio le nuove modalità di interazione del web valorizzando ancor di più la centralità degli utenti.

Report vince il premio TvBLog Award 2008 come miglior Programma d'informazione Il premio è stato assegnato esclusivamente dai lettori di TvBlog.it

14 Novembre 2007- 48/ma edizione "PREMIOLINO""A Bernardo Iovene che secondo la giuria può essere definito "Il Tenente Colombo del giornalismo italiano", per la capacità di affrontare i protagonisti delle sue inchieste mettendoli nella condizione di rivelare le malefatte".

Maggio 2007 Premio Europeo in comunicazione giuridica ASTAF - Citta' di Nola assegna a Michele Buono e Piero Riccardi per l'inchiesta di Report "A NORMA DI LEGGE".Motivazione: "Per essere riusciti a realizzare un autentico documento sul pianeta giustizia, con l'efficacia e il sapore di un reportage".

2 febbraio 2007 "Premio Ornella Geraldini"Milena Gabanelli è una delle vincitrici della XII edizione del premio Ornella Geraldini riservato alle giornaliste.

Gennaio 2007 "Premio Max David"Milena Gabanelli e' una delle vincitrici del Premio Max David come dice la motivazione "Milena Gabanelli ha rilanciato con grinta, determinazione, quel giornalismo d'inchiesta che da tempo sembrava essersi sbiadito nel panorama dei media italiani".

“Angelo dell’anno” VIII edizione, categoria COMUNICAZIONE 2006/7. Motivazione: per le approfondite inchieste su temi di interesse sociale, per i servizi giornalistici di REPORT ideati con acume ed efficacia. Conferito a Milena Gabanelli.

Premio nazionale TV EDUCATIVA 2006, dell'Istituto PROGETTO UOMO Assegnato al programma, condotto da Milena Gabanelli, "Report", con la seguente motivazione: "Per il contributo a favore di una educazione alla cittadinanza civile e responsabile".

OTTOBRE 2006 -PREMIO Don Luigi Di Liegro per il giornalismo e la ricerca sociale, promosso dalla Provincia di Roma e dalla Fondazione Di Liegro, I EdizioneLa Giuria consegna il premio in particolare, per incisività, impegno e pertinenza al reportage “Re della bistecca” di Sabrina Giannini.

DICEMBRE 2005 - PREMIO INU "INFRASTRUTTURE, CITTA' E TERRITORI", L'INU riconosce allo spirito combattivo e temerario di Milena Gabanelli il ruolo di paladino del territorio italiano e dei diritti dei suoi abitanti.

NOVEMBRE 2005 - LO "ZOLFANELLO D'ORO" DI DOGLIANIA chi si è infiammato per un'idea o una nobile causa: Milena Gabanelli.

OTTOBRE 2005 - PREMIO INTERNAZIONALE DEL DOCUMENTARIO E DEL REPORTAGE MEDITERRANEO 2005 - X EDIZIONE , Menzione speciale nella categoria "Gran Premio Sfide del Mediterraneo" a "MORIRE DI PACE" di Sabrina Giannini.

4 OTTOBRE 2005 - PREMIO LIBERO BIZZARRI 2005 , Alla trasmissione televisiva Report per l’attività di giornalismo d’inchiesta svolta per la Rai.

40º PREMIO SAINT-VINCENT DI GIORNALISMO Sezione I - Al giornalista che si è distinto con la propria attività nel corso dell'anno 2004: MILENA GABANELLI.

Giugno 2005 - PREMIO INTERNAZIONALE "GINO TANI" PER LE ARTI DELLO SPETTACOLO - XIII EDIZIONE

Meeting delle etichette indipendenti e delle autoproduzioni.FAENZA 27-28 NOVENBRE 2004 PREMIO ITALIANO DELLA MUSICA INDIPENDENTE AL PROGRAMMA TELEVISIVO REPORT DI RAI TRE, Per " IL SOTTOFONDO DELLA SIAE " di Bernardo Iovene

IX FESTIVAL INTERNAZIONALE TV MONTENEGRO - PREMIO "GOLDEN OLIVE" Ottobre 2004

PREMIO HEMINGWAY Luglio 2004

XXXII PREMIO SCANNO PER L' ECOLOGIA: Al programma televisivo Report, a Milena Gabanelli, ai suoi curatori, per i suoi servizi coraggiosi e approfonditi che hanno interessato tutti i settori della tutela ambientale e dei consumatori.

FESTIVAL INTERNAZIONALE DEL MAR NERO AD ALBENA - BULGARIASILVER SATELLITE (documentari e programmi di attualità) Report: "Morire di pace" di Sabrina Giannini

PREMIO ILARIA ALPI - X EDIZIONE , Menzione speciale del premio giornalistico televisivo Ilaria Alpi: Sabrina Giannini per "Nient'altro che la verita'" - ricostruzione della vicenda giudiziaria, ancora irrisolta, legata all'omicidio di Ilaria Alpi

16 novembre 2003 - PREMIO GIORNALISTICO "ROBERTO GHINETTI" A Milena Gabanelli per il coraggioso giornalismo d'inchiesta messo in onda dalla trasmissione Report e per le indubbie novità che il metodo del "videogiornalismo" ha introdotto nel lavoro del giornalista televisivo.

8 Novembre 2003 - Premio "ROCCO CHINNICI" A Milena Gabanelli e Marco Paolini per il significativo contributo sui temi della legalità e della trasparenza attraverso Report, una trasmissione di alto impegno professionale e civile.

6 Novembre 2003 - Premio "ASSOCIAZIONE ITALIANA FAMILIARI E VITTIME DELLA STRADA" A Report di Milena Gabanelli per le inchieste comparative della giornalista Giovanna Corsetti.

18 Ottobre 2003 - "PREMIO RUSSO 2003" A Milena Gabanelli per il suo lavoro sui reportage di guerra svolto sempre in modo professionale, onesto e coraggioso.

13 luglio 2003 - "PREMIO FLAIANO", La giuria del Premio Flaiano di televisione, categoria "Inchieste e documentari", ha assegnato il Pegaso d'Oro 2003 a Milena Gabanelli per Report.

8 gennaio 2003 - Premio "MEDIA WATCH" A Milena Gabanelli come miglior conduttrice di programmi di inchieste.

14 dicembre 2002 - Premio "MARIO FRANCESE 2002", A Milena Gabanelli come miglior giornalista di inchieste.Premio assegnato dall'Ordine dei Giornalisti della Regione Sicilia

9 novembre 2002 - Premio "Gufo d'argento" A Milena Gabanelli Premio Natura e Ambiente, riservato a personaggi che con la loro attività e impegno hanno contribuito alla salvaguardia e alla valorizzazione della natura e dell'ambiente.

MOTIVAZIONE PREMIO "CULTURA CIVICA" 2002 (I edizione) Milena Gabanelli - Giornalista Freelance, Autore di "Report"RAITRE Michele Buono e Piero Riccardi Stefania Rimini Videogiornalisti "Report"

SILVER SATELLITE TV NEWS FESTIVAL 2002 - BULGARIA Grand prix - Milena Gabanelli - Verità e Giustizia

PREMIO GINO GULLACE 2002 - XIII EDIZIONE Al programma Report - Raitre di Milena Gabanelli

PREMIO LAIGUEGLIA PER LA COMUNICAZIONE AMBIENTALE Sezione "Servizi televisivi" Al servizio “Verità e giustizia” di Milena Gabanelli.(motivazione - “Per la coraggiosa denuncia e puntuale informazione su uno dei casi più clamorosi di inquinamento ambientale, in un’area di alto valore ecologico e paesistico quale la Laguna di Venezia”)

PREMIO ILARIA ALPI "Il premio della Critica 2002" a Milena Gabanelli per la puntata di Report intitolata ‘Verità e giustizia’(motivazione - Più in generale per la tenacia, la grinta, il rigore cronistico con cui prosegue, quasi isolata, sulla strada dell’inchiesta giornalistica, in una televisione e in una società diventate un deserto dei tartari, dove si attende una giustizia che non arriva mai’).

PREMIO REGIA TELEVISIVA 2002 Vincitore: "Report"(Motivazione: uno dei primi dieci programmi televisivi dell'anno)

Premio WWF Giornata della Terra – Penne 21 Aprile 2002 Alla trasmissione Report(Motivazione: “Report rappresenta un esempio di giornalismo d'inchiesta brillante e di qualità. Di quelle trasmissioni che fanno riflettere, che vanno a fondo dei problemi rendendo palesi connessioni e interessi, in poche parole una trasmissione che fa crescere l'opinione pubblica verso un livello di maggiore coscienza dei problemi e della realtà che ci circonda.")

SILVER SATELLITE TV NEWS FESTIVAL 2001 - BULGARIA Sezione Current Affairs - Sabrina Giannini - IPOCRISIA DI STATO

PREMIO ONDAS 2001 - BARCELLONA Sabrina Giannini - "IPOCRISIA DI STATO"(Motivazione: il programma ha un formato moderno e non convenzionale. Ottima l'edizione e la narrazione che lo rendono facilmente comprensibile al grande pubblico).

BANFF FESTIVAL 2001 - CANADA Sezione "Programmi d'Informazione". Primo Premio: Sabrina Giannini - "IPOCRISIA DI STATO"

PREMIO GIORNALISTICO TELEVISIVO ILARIA ALPI 2001 Menzione Speciale della Giuria dei Critici: "REPORT"

CONSULTA QUALITA' Miglior programma di servizio pubblico: "REPORT"

PREMIO CULTURA E POLITICA" ADUSBEF (Delegazione Provinciale di Bari) Vincitori: Michele Buono e Piero Riccardi - "Lodrone come Vajont, come Stava"

PREMIO REGIA TELEVISIVA 2001 Vincitore: "REPORT" (Motivazione: uno dei primi dieci programmi televisivi dell'anno)

PREMIO GIORNALISTICO "IL MOSAICO DELLA SOLIDARIETA'" Sezione "Iniziative Speciali": "Report 2000"(Motivazione: premio conferito per aver affrontato argomenti di grande rilevanza e di non facile diffusione)

COPPA RAI "FEDERICO SCIANO" Vincitore: "REPORT" (coppa conferita quale programma che meglio interpreta la missione di servizio pubblico)

GRAN PRIX LEONARDO 2001 "Ipocrisia di Stato" di Sabrina Giannini, certificato di merito Silver

2001 - PREMIO VAL DI SOLE Per un giornalismo trasparente

2000 - PREMIOLINO Per aver dimostrato che anche in Tv è possibile un'informazione libera, critica e costruttiva

GRAN PRIX LEONARDO 2000 Sezione Miglior Produzione Italiana: Carlo Pizzati - "IL GENE SFIGURATO"(Motivazione: miglior produzione italiana sulla questione degli alimenti transgenici)

GRAN PRIX LEONARDO 2000 Sezione Miglior Film sugli Organismi Geneticamente Modificati. Vincitore: Stefania Rimini- "NESSUNA LEGGE PER IL PIU' FORTE" (Motivazione: miglior inchiesta sui danni provocati dalla biopirateria)

PREMIO GIORNALISTICO ILARIA ALPI (VI edizione) Menzione Speciale: Milena Gabanelli e Bernardo Iovene - "LE VIE DELLE ARMI SONO INFINITE"
sito ufficiale: report

sabato 13 novembre 2010

mai più Berlusconi: bunga bunga e festini

Ora che il governo Berlusconi è caduto, bisogna fare di tutto perchè non ritorni mai più un prevaricatore come lui; per questo bisogna avere buona memoria e non scordare tutte le ferite che ha inferto al nostro paese.
Bunga bunga , festini e abusi di potere per scopi sessuali.

venerdì 12 novembre 2010

indagine Commissione Europea sul fumo nei giovani



MILANO - Gli anni cruciali sono tra 13 e 15. È l’età dello scatto. L’età delle sigarette. La curva dei fumatori si innalza all’improvviso salendo dal 4% (percentuale riscontrata sotto i 13 anni) fino al 19%. È in questa fase che, secondo gli esperti, andrebbero concentrati gli sforzi per svolgere interventi di dissuasione attraverso le scuole: «Le Regioni fanno già molto ma purtroppo non riescono a raggiungere tutte le classi con le campagne di prevenzione», dice Daniela Galeone, che da sempre si occupa di lotta al tabagismo al Ministero della Salute. I dati su giovani e fumo sono stati citati dal ministro Ferruccio Fazio. Lo spunto è il bilancio di "Help, per una vita senza tabacco", iniziativa della Commissione Europea, durata tre anni e rilanciata per il triennio 2009-2011. Colpiscono i numeri italiani, per la prima volta completi perché riguardano tutte le Regioni. Sono stati raccolti con questionari a 73mila ragazzi di terza media e primi due anni di superiori. I dati preliminari stanno per essere pubblicati sul sito http://www.salute.gov.it/, lo studio completo arriverà più avanti.


DONNE PIÙ PERSEVERANTI - Secondo Fazio per avere successo nelle attività di contrasto al fumo è fondamentale il contributo dei giovani che a loro volta potrebbero fare da sponda: «Bisogna convincerli con la persuasione, senza ossessionarli». La ricerca italiana fa parte di un’indagine internazionale promossa dall’Organizzazione Mondiale della Sanità. A 11 anni l’abitudine al fumo è ancora molto lontana. Ammettono di consumare una sigaretta a settimana l’1% dei maschi e lo 0,2% delle femmine. A 13 anni la percentuale aumenta: 4,14% dei maschi, 3,68% delle compagne. Poi il salto, unito a un secondo fenomeno non meno rilevante: tra 13 e 15 anni i maschi diventano il 19,08% e le donne il 18,42%. È l’età del sorpasso. Poi nella fase adulta gli uomini continuano a mantenere la prevalenza ma le donne, pur essendo in minoranza, sono le più perseveranti e difficilmente smettono. Quale può essere il contributo dei diretti interessati alle campagne di prevenzione? Gli esperti ritengono che sarebbe molto importante informarli dei trabocchetti messi in campo dai produttori di tabacco per conquistare il mercato dei più piccoli attraverso pubblicità occulta. La ricerca è stata elaborata dall’università di Torino e ha riguardato altre abitudini degli adolescenti. L’iniziativa Help ha coinvolto 26 Paesi: 26mila spot televisivi, 504 milioni di contatti di navigatori tra 15 e 34 anni nel sito web aperto dalla Commissione nel 2005.




Cominciamo dando ai nostri figli il buon esempio !!!

Donne italiane fumatrici e incoscienti

Superficiali, incoscienti, sprezzanti del pericolo. Le donne italiane, solitamente attente e informate quando si parla di salute, abitualmente disponibili a sottoporsi agli screening per le principali forme di tumore, appaiono invece «impreparate» di fronte al cancro al polmone. Non a caso, forse, il numero di decessi femminili per questa patologia è in costante aumento negli ultimi anni, proporzionalmente all’aumento del numero di fumatrici. A scattare una fotografia sul livello di consapevolezza e prevenzione in fatto di carcinoma polmonare è una ricerca dell’Osservatorio Nazionale sulla salute della Donna (O.N.Da, realizzata grazie al sostegno di AstraZeneca), presentata a Roma in occasione del mese di sensibilizzazione mondiale su questa patologia proclamato per novembre dalla Global Lung Cancer Coalition.

DONNE SEMPRE PIÙ IN PERICOLO - I numeri non lasciano dubbi. Solo fino a pochi anni fa il tumore polmonare era prevalentemente maschile: per ogni 5 maschi ammalati c’era una femmina. Oggi questa relazione è dimezzata e fra i circa 35mila nuovi casi diagnosticati ogni anno in Italia si registra una progressiva riduzione negli uomini e un costante incremento nelle donne. Ma secondo l’indagine condotta da O.N.Da su un campione di 600 connazionali fra i 25 e i 60 anni distribuiti su tutto il territorio nazionale, le italiane sottovalutano, quando non ignorano, questa forma di cancro. Sebbene il 32 per cento delle intervistate sappia che negli ultimi anni i decessi sono aumentati proprio fra le donne (fumatrici o meno), solo il sette per cento lo ritiene davvero pericoloso ed è consapevole che oggi il carcinoma polmonare è il secondo big-killer tra le neoplasie, dopo quello della mammella e dell’utero. Il resto lo associa una percezione di rischio medio-bassa. E se le ultime ricerche dimostrano che le donne sono geneticamente più in pericolo rispetto agli uomini, forse le italiane non lo sanno, visto che solo il tre per cento si sente minacciata. «Come confermato dai dati di questo studio - spiega Silvia Novello, pneumologo dell’Unità di oncologia toracica all’ospedale San Luigi Gonzaga di Orbassano (Torino) e presidente di Walce (Women Against Lung Cancer in Europe) -, la sensazione generale è che le donne siano più spaventate da altri tipi di cancro, mammella o utero, non rendendosi conto che il tumore del polmone colpisce il 26,6 per cento delle femmine contro il 19,9 per cento dei maschi. E che l’adenocarcinoma negli ultimi anni ha registrato un aumento del 21,6 per cento dei casi fra le prime e solo del 9,6 negli uomini».

LA MALATTIA (NON SOLO) DEI FUMATORI - «Oggi, inoltre, si ha conferma che le donne sono geneticamente più predisposte degli uomini a sviluppare il tumore del polmone, siano esse fumatrici o meno - precisa Silvia Novello -. Sono loro infatti a contrarlo con maggiore facilità per una diversa capacità femminile di riparare il Dna danneggiato». Secondo le statistiche, poi, le donne si ammalano prima: nel 23,3 per cento dei casi hanno meno di 50 anni all’esordio della malattia, che invece compare dopo i 50 nella stragrande maggioranza (il 78 per cento) dei maschi. «Il tumore al polmone - spiega Armando Santoro, responsabile del Dipartimento di oncologia medica ed ematologia dell’Humanitas di Milano - è causa di circa 35-40mila decessi ogni anno nel nostro Paese. E se si aggiungono altre cause di morte per fumo, quali malattie cardiovascolari e respiratorie, arriviamo a superare gli 80mila decessi annui». Eppure il carcinoma polmonare è citato come il «tumore più rischioso per la propria salute» solo dal 13 per cento degli intervistati. Colpa, molto probabilmente, del fatto sia percepito come una malattia tipica del fumatore. Così, «chi non fa uso di tabacco non si sente toccato dal problema e assume un comportamento d’indifferenza e disinteresse - commenta Francesca Merzagora, presidente di O.N.Da -. E chi fuma si sente razionalmente esposto, ma mette in atto un atteggiamento emotivo difensivo e distaccato».

SMETTE CHI HA VISSUTO IL CANCRO DA VICINO - Ma se è vero che anche solo la sigaretta occasionale e il fumo passivo possono creare danni potenzialmente seri al Dna delle cellule nelle vie respiratorie, accade sempre più spesso (circa il 15-20 per cento dei nuovi casi annui) di ritrovarsi con una diagnosi di cancro ai polmoni senza aver mai toccato neppure una sigaretta o quasi. Un fatto appare comunque certo e ben chiaro agli intervistati: il tabacco va evitato. Però solo un ex fumatore su cinque dichiara d’aver smesso perché preoccupato per la salute, mentre le ragioni che inducono a eliminare le sigarette sono principalmente legate alla famiglia e alla presenza di figli (il fumo è vissuto come elemento di "disagio" familiare più che come un rischio per se stessi) o al fatto d’aver avuto un caso di tumore polmonare nella cerchia dei parenti. Infine, dall’analisi emerge che la consapevolezza della patologia e l’adesione al concetto di prevenzione aumentano al crescere dell’esperienza diretta della patologia, della percezione di rischio personale e del senso di responsabilità per la famiglia. Insomma, ancora troppi italiani vivono nell’infinito rinvio del "domani smetto" e si decidono a spegnere davvero la sigaretta solo dopo essersi scottati. (fonte Corriere.it)

mai più Berlusconi: bugie sul terremoto

Ora che il governo Berlusconi è caduto, bisogna fare di tutto perchè non ritorni mai più un prevaricatore come lui; per questo bisogna avere buona memoria e non scordare tutte le ferite che ha inferto al nostro paese.
Uso del terremoto per accrescere il proprio consenso e per favorire le cricche raccontando miracoli inesistenti sulla ricostruzione, lo dicono gli aquilani mentre vengono manganellati.

mai più Berlusconi: scelta delle giovani deputate dal mondo dello spettacolo

Ora che il governo Berlusconi è caduto, bisogna fare di tutto perchè non ritorni mai più un prevaricatore come lui; per questo bisogna avere buona memoria e non scordare tutte le ferite che ha inferto al nostro paese.
Lui riusciva a nascondere agli italiani ciò che tutto il mondo vedeva:
Giovani donne prese dal mondo dello spettacolo e messe in politica.

giovedì 11 novembre 2010

Travaglio critica Saviano, ma bisogna precisare

Travaglio , in un suo editoriale, ha criticato la trasmissione "vieni via con me" per la scelta di parlare delle delegittimazioni subite da Falcone prima che morisse, invece di puntare l'obiettivo sui collusi con la mafia che oggi sono ancora dentro le istituzioni e soprattutto nella maggioranza.
Il TGla7 ne ha parlato come se Marco criticasse direttamente Saviano (con commento corollario di Facci), invece leggendo bene il pezzo, la maggior critica è verso le scelte degli autori; comunque devo ammettere che il monologo di Saviano mi aveva affascinato parecchio, ma le cose che ha scritto Travaglio sono al solito verissime, e mi hanno fornito una seconda lettura più approfondita; al chè mi sono convinto che ci voleva un pò più di coraggio; e al video della trasmissione di Santoro/Costanzo con Falcone criticato dall'avv. Galasso, mi sembrava più interessante far vedere un giovanissimo Cuffaro che dalla platea inveiva contro il giudice (immagino fosse la stessa trasmissione), video molto noto al popolo della rete ma meno al pubblico televisivo.

mai più Berlusconi: Uso dell'arroganza e della violenza per zittire il dissenso

Ora che il governo Berlusconi è caduto, bisogna fare di tutto perchè non ritorni mai più un prevaricatore come lui; per questo bisogna avere buona memoria e non scordare tutte le ferite che ha inferto al nostro paese.
Uso dell'arroganza della violenza di La Russa per zittire il dissenso

mai più Berlusconi: attacco alla Corte Costituzionale

Ora che il governo Berlusconi è caduto, bisogna fare di tutto perchè non ritorni mai più un prevaricatore come lui; per questo bisogna avere buona memoria e non scordare tutte le ferite che ha inferto al nostro paese.
attacco alla Corte Costituzionale dopo la bocciatura del lodo Alfano.

mai più Berlusconi: discredito internazionale

Ora che il governo Berlusconi è caduto, bisogna fare di tutto perchè non ritorni mai più un prevaricatore come lui; per questo bisogna avere buona memoria e non scordare tutte le ferite che ha inferto al nostro paese.
Conferenza stampa con Zapatero dove spiega le sue abitudini sessuali e dove mostra grosso fastidio alle domande del giornalista straniero.

mai più Berlusconi: editto bulgaro

Ora che il governo Berlusconi è caduto, bisogna fare di tutto perchè non ritorni mai più un prevaricatore come lui; per questo bisogna avere buona memoria e non scordare tutte le ferite che ha inferto al nostro paese.
Editto bulgaro: Berlusconi caccia Santoro, Biagi e Luttazzi dalla rai.

mercoledì 10 novembre 2010

Anna Maria Fiorillo: "parlo perchè altrimenti non potrei più guardarmi allo specchio come un essere umano"


Il caso Ruby si riapre con le parole di Anna Maria Fiorillo, mentre Maroni stava cercando di reggere il gioco a Berlusconi per non far cadere il governo, facendo letteralmente incazzare la base elettorale leghista che non ne può più, lei pronuncia parole chiare e solenni che scoprono tutto il marcio del berlusconismo:

“Le parole del ministro Maroni sembrano in accordo con quelle del procuratore Edmondo Bruti Liberati, ma non corrispondono a quella che è la mia diretta e personale conoscenza del caso. Si deve sapere che io non ho mai dato alcuna autorizzazione all’affido della minorenne.
Io non dico più niente parlerò eventualmente dopo, quando il Consiglio superiore della magistratura sarà intervenuto. Penso però che sia importante soprattutto il rispetto delle istituzioni e della legalità cosa a cui ho dedicato la mia vita e cosa in cui credo profondamente. Proprio per questo rispetto della legalità e della giustizia quando le vedo calpestate parlo, perchè altrimenti non potrei più guardarmi allo specchio come un essere umano”.

ANNOZERO, puntata dell'11 novembre 2010

Relazione Oedt 2010 (Agenzia europea delle droghe)


ROMA - Tecniche sempre piu' sofisticate per nasconderla e spacciarla, consumi al galoppo e un raddoppio in un anno dei decessi: la cocaina continua ad essere, dopo la cannabis, la droga piu' amata dagli europei. Quasi 14 milioni di adulti l'hanno provata, 4 milioni l'hanno consumata nell'ultimo anno. E l'Italia resta ai vertici delle classifiche, dopo Spagna e Regno Unito. I dati sono quelli della Relazione 2010 sull'evoluzione del fenomeno della droga in Europa, presentata oggi dall'Agenzia europea delle droghe (Oedt) a Lisbona e in contemporanea a Roma, e fanno riferimento prevalentemente al 2008.

Trafficanti e spacciatori affinano le tecniche per far circolare la cocaina: prima dell'esportazione introducono cocaina base o idrocloride nei materiali da trasporto, come ad esempio cera d'api, fertilizzanti o tessuti, e poi la estraggono nei laboratori clandestini allestiti nell'Ue: nel 2008 ne sono stati scoperti 25 solo in Spagna. Ma non è solo questo a preoccupare l'agenzia di Lisbona: nel 2008 i decessi collegati al consumo di "polvere bianca" sono raddoppiati, passando da 500 a mille. Nello stesso anno circa 70 mila europei hanno cominciato a curarsi dalla dipendenza da questa sostanza, circa il 17% di tutti i nuovi pazienti che si sottopongono a trattamento delle tossicodipendenze. "Troppi europei - afferma il direttore dell'Oedt Wolfgang Goetz - considerano ancora il consumo di cocaina come un accessorio relativamente innocuo di uno stile di vita di successo". Invece, occorre sapere che "non solo il suo consumo può aumentare pesantemente e con rapidità, ma anche che può causare decessi, persino quando l'assunzione è occasionale e le dosi sono basse". In Europa in un anno sono aumentate di 1 milione sia le persone che hanno provato la cocaina che quelle che l'hanno consumata negli ultimi 12 mesi. Il livello di consumo è particolarmente concentrati in alcuni Paesi occidentali, e l'Italia insieme a Spagna, Regno Unito e Danimarca è ai vertici, anche per quanto riguarda i giovani.

CANNABIS STAR CONSUMI UE, SPINELLO QUOTIDIANO PER 4 MLN - La novità è l'affacciarsi sulla scena dei Paesi dell'Europa orientale, ma il consumo di cannabis, che si conferma la regina degli stupefacenti, è sempre molto alto in tutta Europa: 4 milioni di persone la usano tutti i giorni, e la stragrande maggioranza, 3 milioni, sono giovani. E proprio tra gli europei under 34 gli italiani spiccano per attaccamento allo spinello, in buona compagnia di cechi, estoni e slovacchi. I livelli di consumo di cannabis, segnala l'Agenzia europea delle droghe (Oedt) nella sua Relazione 2010 presentata oggi a Lisbona e Roma (riferita al 2008), sono tendenzialmente stabili o in leggero calo, ma in alcuni paesi dell'Europa orientale stanno crescendo, e in alcuni casi superando i livelli occidentali. E questo riguarda soprattutto i giovani: i livelli più elevati di consumo si registrano infatti nella Repubblica ceca (28,2%), a fronte di un 20,3% italiano che risulta il più alto tra i Paesi europei occidentali. E se in tanti Paesi Ue il consumo di hashish e marijuana si mantiene stabile o in leggero calo, è proprio in Italia, Repubblica ceca, Estonia e Slovacchia che si registra una tendenza all'aumento. Una diffusione che si riflette nei sequestri annuali di circa mille tonnellate di sostanza. E l'Oedt segnala un'altra novità, la produzione domestica di foglie di cannabis: nel 2008 29 Paesi europei hanno intercettato coltivazioni di marijuana. Ma attenzione: non si tratta certo di qualche piantina sui davanzali delle finestre o in un angolo della serra, la realtà oggi, avverte il direttore dell'Oedt Wolfgang Goetz, è molto diversa. "Le bande criminali - spiega - hanno cominciato a interessarsi ai profitti della coltivazione di cannabis su vasta scala in prossimità del mercato di destinazione". E quindi l'erba non deve più fare tanta strada per arrivare al consumatore e trasformarsi in spinello. Circa 75,5 milioni di europei (uno ogni 5 adulti di età compresa tra 15 e 64 anni) hanno provato questa sostanza almeno una volta, 23 milioni l'hanno consumata nell'ultimo anno.

OLTRE 1 MLN OGNI ANNO GLI EUROPEI CHE SI CURANO - Almeno un milione di persone in Europa ogni anno si sottopone a qualche forma di cura per problemi di droga. Le stime sono dell'Agenzia europea delle droghe (Oedt), che nella sua Relazione 2010 sottolinea come l'assistenza per i consumatori di sostanze sia notevolmente migliorata ma sottolinea che i problemi economici dovuti alla crisi mettono in pericolo i servizi di cura. I dipendenti da eroina sono la prevalenza di queste persone in trattamento, e in questo campo si sono fatti in Europa passi in avanti soprattutto nel garantire in tutti i Paesi la terapia sostitutiva (soprattutto metadone). Ma non basta: oggi servono servizi di assistenza che rispondano a esigenze più complesse, come quelle dei consumatori di cocaina o di cannabis o dei poliassuntori, cioé chi consuma più sostanze contemporaneamente. In alcuni Paesi (Germania, Paesi Bassi e Regno Unito) si sta facendo strada un approccio innovativo, il trattamento via Internet, rivolto a persone con problemi di consumo di cannabis che altrimenti sarebbero poco disponibili a cercare aiuto nei servizi "classici". Per quanto riguarda l'eroina, il rapporto dell'Oedt segnala che in Europa il problema non è più in calo: dopo una diminuzione nei primi anni Duemila, la tendenza è diventata stabile o in aumento. L'agenzia europea stima che i tossicodipendenti da oppioidi (essenzialmente eroina) siano circa 1,35 milioni, e che il "reclutamento" di nuovi consumatori non accenna a diminuire, come dimostra la crescita degli eroinomani in trattamento negli ultimi anni. Aumentano anche i decessi per stupefacenti (7.371 nel 2008 contro 7.021 del 2007), che per più dell'85% dei casi sono di persone dipendenti da eroina.

IN UE CONSUMATORI SEMPRE PIU' ANZIANI, CERCANO AIUTO - Il consumo di sostanze stupefacenti in Europa non è più un fenomeno giovanile: una persona su cinque (19%) tra quelle che si curano per problemi di droga è over 40, laddove appena dieci anni fa erano solo il 10%. Il dato emerge da una rassegna speciale a corredo della Relazione 2010 dell'Oedt, l'Agenzia europea delle droghe, presentata oggi a Lisbona e in contemporanea a Roma. L'Europa sta assistendo a un marcato invecchiamento della popolazione: entro il 2050 circa un quarto della popolazione europea avrà 65 anni o più. Anche la popolazione che fa uso di droghe sta invecchiando, e rispondere alle esigenze dei consumatori di sostanze anziani è un problema crescente per i servizi di cura. Questo fenomeno è particolarmente accentuato nei Paesi occidentali, dove il primo boom di consumi di eroina dell'Ue si è verificato negli anni 1980 e 1990. Il Portogallo é il Paese con la percentuale più alta (28%) di tossicodipendenti ultraquarantenni in cura, mentre in Spagna si registra l'incremento maggiore, il 15% in più dal 2000. I consumatori di droga non più giovani che si sottopongono a trattamento riportano tassi elevati di disoccupazione, isolamento sociale e mostrano le conseguenze fisiche e psicosociali croniche di un consumo di stupefacenti di lungo termine (ad esempio malattie del fegato, depressione). Sono inoltre frequenti problemi correlati al consumo di alcol e tabacco. Essendo sottoposti a un processo di invecchiamento precoce, possono aver bisogno di un livello di assistenza generalmente richiesto da persone con 20 anni in più. I servizi di cura, sottolinea l'Oedt, sono attualmente calibrati su consumatori più giovani e il personale spesso non conosce le problematiche collegate alla tossicodipendenza nell'età matura. (fonte ANSA)

lunedì 8 novembre 2010

Benigni canta "è tutto mio"

Roberto Benigni dedica una canzone a Berlusconi: "è tutto mio", bellissima la frase finale: "poi compro Dio, sarebbe a dir compro me stesso"

Vieni via con me, puntata dell'8 novembre 2010


REPORT, puntata del 14 novembre 2010

rivedi puntata integrale
Le Authority sono nate per tutelarci dai monopoli di mercato, dalle irregolarità che grandi gruppi economici attuano a discapito dei consumatori, o dalle violazioni della nostra privacy. Insomma servirebbero a far funzionare meglio un paese democratico. Eppure in pochi sanno quante sono, cosa fanno, quanto costano, da chi sono finanziate. Soprattutto pochi sanno dove vanno a finire i soldi delle sanzioni che applicano.

Prendiamo in esame le più importanti, Consob, Antitrust, Privacy, Agcom, Isvap, Aeeg. Dovrebbero essere indipendenti. I criteri di nomina dei commissari sono diversi per ogni Authority, ma sono sempre il parlamento, i partiti, il governo, i presidenti di Camera e Senato a decidere.
In alcune Authority è richiesta una competenza, in altre no, in quella per le Comunicazioni, per esempio, il parlamento nomina i commissari senza nemmeno presentare i candidati. Bernardo Iovene è partito da un esempio di intervento dell’autorità che hanno come denominatore comune la tutela dei consumatori:
La Consob, che ormai da mesi è senza guida, tutela gli investitori. A Orvieto un family banker di Mediolanum ha truffato decine di risparmiatori, com’è intervenuta la Consob?

All’Agcom, tutti i commissari sono in quota a un partito. Per esempio, come è stato eletto il nuovo commissario che ha sostituito Innocenzi?
L’Antitrust, come interviene sulle pubblicità ingannevoli e sul conflitto di interesse?
Il Garante della Privacy, come protegge i nostri dati e la nostra privacy dalle telefonate pubblicitarie o dai paparazzi?
E invece come è intervenuto il garante nel caso delle foto scattate da Zappadu a Villa Certosa?

L’Autorità per l’energia, Aeeg, è l’unica Authority che ha un sistema di nomina bipartisan per questo i componenti sono rimasti in 2 dal 2004, e questo perché maggioranza e opposizione non si sono mai accordate per nominare il collegio completo che dovrebbe essere composto da 5 membri..
L’Isvap che dovrebbe vigilare sulle grandi compagnie di Assicurazioni, nella sua storia è intervenuta sull’aumento delle tariffe solo una volta, nel 2003. Insomma ci siamo chiesti: le authority cosa garantiscono?

MARCO TRAVAGLIO, passaparola dell'8 novembre 2010

domenica 7 novembre 2010

la caduta di Berlusconi è vicina


E' sempre più vicina la fine del governo Berlusconi, anche se le parole di Fini hanno bisogno della verifica dei fatti, visto che da Mirabello in poi ha spesso paraculeggiato salvando più di una volta il governo più indecente degli ultimi 150 anni.
Fini ha chiesto le dimissioni di Berlusconi altrimenti ritirerà i ministri di Fli, bene ora vediamo se farà l'ennesimo passo indietro, non mi stupirei di altri tatticismi.
Comunque è più che sicuro che, in un modo o nell'altro, la crisi è vicina, con probabile voto a marzo, allora che si decidessero; non se ne può più di questo governo di corrotti, pregiudicati, evasori e puttanieri .

Barcellona, cento coppie gay si baciano al passaggio del papa


Circa 200 gay e lesbiche si sono scambiati un “bacio di protesta” mentre papa Benedetto XVI usciva dall’Arcivescovado di Barcellona, diretto verso la Sagrada Fammilia.
Il “bacio collettivo” è avvenuto sulla piazza della cattedrale, a poche decine di metri dall’auto di Benedetto XVI, Dal gruppo sono partiti anche fischi e grida di contestazione rivolti al Pontefice. Le associazioni gay-lesbicheavevano annunciato nei giorni scorsi l’iniziativa del bacio “collettivo”. Un “bacio di due minuti”, avevano anticipato, “uomini con uomini e donne con donne” per protestare contro le posizioni del Vaticano sull’omosessualità. (fonte: il Fatto Quotidiano)

mercoledì 3 novembre 2010

ANNOZERO, puntata del 4 novembre 2010



videolettera di Nichi Vendola a Berlusconi



Questo video di Vendola merita davvero di essere ascoltato con attenzione, finalmente usa parole dure e precise .... senza girarci tanto intorno come spesso secondo me usa fare, bravo.

Testo:

"Caro Presidente Berlusconi,
il tempo delle barzellette è finito. Non perché noi di sinistra non sappiamo ridere, ma perché il tuo umorismo, il tuo avanspettacolo permanente, il tuo teatro della virilità, mettono tristezza, sembrano i titoli di coda di un film finito male, vengono percepiti come comportamenti insieme smodati e patetici. Le tue barzellette non possono far ridere un Paese che è stremato, impoverito, spaventato, precarizzato, abbandonato. Ed è imbarazzante il fatto che la contesa politica debba avere per oggetto ninfe, escort, festini a luci rosse, non perché noi stiamo violando il tuo diritto alla privacy ma perché tu da troppo tempo stai violando i limiti che la legge e il buon senso impongono a chi ricopre ruoli pubblici di primo piano.
Io non ho mai avuto una avversione preconcetta nei confronti della tua persona e ho cercato di avere con te rapporti di correttezza istituzionale e di cordialità umana. Ma è diventato di giorno in giorno più insopportabile lo stile con cui hai condito i tuoi mille monologhi con battute sessiste, con riferimenti umilianti ai corpi di donna considerati alla stregua di prede per le tue interminabili stagioni di caccia, con storielle che grondano antisemitismo, ora persino con battute omofobe. Ma nessuno ha messo in discussione il tuo orientamento sessuale: piuttosto sono gli abusi di potere, le menzogne, la richiesta di impunità, persino la tua ricattabilità, ecco questi sono i temi a cui non dai mai risposta.
Caro Berlusconi, le battute, soprattutto quelle volgari, possono ferire. Eppure dovresti saperlo: quella che tu spacci per galanteria spesso si rivela come molestia, le barzellette razziste sono una minuscola enciclopedia dell’imbecillità. E in quanto ai gay, se un tuo figlio, un tuo amico, un tuo ministro lo fosse e non avesse il coraggio di confessartelo pensa a quanta gratuita sofferenza gli staresti infliggendo. Tu sei l’uomo più potente d’Italia, dovresti persino sentire l’assillo e l’onere di essere un esempio per il nostro popolo, una guida politica e morale. Hai scelto invece di vestire i panni di un Sultano d’Occidente. Ora che il tuo regno smotta paurosamente nel fango e nell’immondizia, ora che molti tuoi generali e caporali cercano di negoziare la propria personale salvezza, sarebbe bello da parte tua un’uscita di scena all’insegna del decoro. Il nostro popolo ha bisogno di pulizia, di verità, di sobrietà, di libertà, di serenità.
Signor Presidente del Consiglio,
le ragazze e i ragazzi nel nostro Paese non vogliono fuggire né prostituirsi, vogliono una finestra aperta sul proprio futuro. Le tue dimissioni possono dare coraggio all’Italia migliore.

Cordialmente, tuo Nichi Vendola
"

martedì 2 novembre 2010

Survivor's Voice, rete mondiale contro la pedofilia

“Quando gli ho parlato, Benedetto XVI guardava a terra. Io pensavo a un dialogo, ma dialogo non c’è stato”. L’americano Bernie McDaid è una delle cinque persone, vittime di abusi da parte del clero, selezionate dal cardinale di Boston Sean O’Malley nel 2008 per incontrare Benedetto XVI al tempo del suo viaggio negli Stati Uniti. Domenica ha guidato insieme al connazionale Gary Bergeron e l’italo-olandese Paola Leerschool la manifestazione a Castel Sant’Angelo per chiedere alle Nazioni Unite di dichiarare lo stupro di minori un “crimine contro l’umanità”. Erano un centinaio, provenienti da tredici nazioni, che agitando cartelli con scritto “Basta”, “Il Papa in tribunale”, hanno respinto il portavoce vaticano Lombardi al grido di “vergogna, vergogna”.

Ma per capire l’origine di questo raduno, destinato a sfociare nella costruzione di una rete mondiale di vittime, bisogna tornare a quell’incontro tra Bernie e il Papa il 17 aprile 2008.

Bernie McDaid, come si svolse il colloquio con papa Ratzinger? So che il vostro gruppo gli consegnò un libretto con mille nomi di abusati. Il pontefice come reagì?
Eravamo nella cappella della nunziatura a Washington. Benedetto XVI prese la parola ed espresse il suo rincrescimento per i fatti accaduti. Allora io andai verso di lui e gli misi una mano sul cuore.
Proprio sul petto?
Esattamente così. Lo guardai negli occhi e gli dissi: c’è un cancro nel gregge dei fedeli, fate qualcosa!
E il papa?
Tenne la testa china e mormorò: sì, sì.
Che risposta diede?
Non parlò. Noi volevamo un dialogo, ma lui non entrò in dialogo con noi. Ci fu soltanto una preghiera comune, una sorta di meditazione.
Rimase deluso?
Speravo che il Vaticano avrebbe agito e che ad alto livello si sarebbero ammessi i problemi. Invece no.
Benedetto XVI quest’anno ha fatto delle dichiarazioni molto nette sulla necessità di tutelare le vittime e di portare i colpevoli in tribunale.
Appunto, sono dichiarazioni. Il Vaticano afferma di fare questo e quello e il mondo pensa che se ne occupa e invece no. Bisogna fare molto di più per la gente che soffre e mettere fine soprattutto al muro di silenzio, che circonda tutta la questione.
Dopo l’incontro di Boston cosa ha fatto?
Ho capito che la priorità era di finirla con l’insabbiamento. La Chiesa cattolica è un’istituzione mondiale e se vogliono potrebbero setacciare parrocchia per parrocchia, diocesi per diocesi per scoprire cosa è successo. Avrebbero dovuto farlo da tempo. Io avevo già cercato di parlare con Giovanni Paolo II nel 2003, all’epoca dello scandalo di Boston. Trovai un giudice statunitense, che era amico personale di Dziwisz, il segretario di Wojtyla. Gli telefonò, lo chiamò Stasiu il diminutivo polacco di Stanislao, chiese un appuntamento per me. Ma quando arrivai a Roma, le guardie svizzero mi impedirono fisicamente di salire al suo appartamento in Vaticano. Venne però nel mio albergo un monsignore della segreteria di Stato, mons. James Green, a cui raccontai tutto.
Inutilmente?
Quest’anno mi sono deciso a fondare con Gary Bergeron Survivor’s Voice (la Voce dei Sopravvissuti). Siamo venuti a Roma perché si contrasti l’abuso dentro e fuori la Chiesa, perché i leader politici del mondo si mettano all’opera. Portiamo una petizione all’Onu perché l’abuso sia dichiarato crimine contro l’umanità. Serve uno sforzo internazionale. Sabato ho visto migliaia di ragazzi dell’Azione cattolica recarsi a San Pietro e pensavo con timore che il trenta per cento degli adolescenti in tutto il mondo corre il pericolo di abusi. A me è successo come a tanti. Tra gli undici e i tredici anni ero chierichetto e il mio prete abusava di me e di altri ragazzi in tre posti precisi. In sagrestia, quando ci portava alla spiaggia in macchina promettendoci un gelato e nel guardaroba della scuola, dove diceva alle suore che ci riceveva ad uno ad uno per una meditazione. Alla fine andai da mio padre con tre amici come testimoni. Mi credette. Intervenne”.
E cosa successe?
Denunciai la cosa a mio padre in ottobre, ma il prete fu rimosso solo in aprile. La parrocchia gli organizzò persino una festicciola d’addio. Ero disgustato. Non fu mai processato, è già morto. Ma passò attraverso sette parrocchie ancora e abusò di una cinquantina di adolescenti. Quelli noti. Probabilmente la cifra vera è di qualche centinaio.

Survivor’s Voice ha già una branca europea (survivorsvoice-europe) e la manifestazione di domenica è il primo passo per creare una rete mondiale. Alla Chiesa chiedono un’operazione verità, il riconoscimento delle responsabilità e un aiuto concreto alle vittime. Lo hanno detto a fine serata anche a padre Lombardi, che hanno incontrato dopo la manifestazione negli uffici della Radio vaticana. Lombardi ha loro consegnato un testo scritto, dicendo che la Chiesa ha già cominciato a fare molto a vari livelli. Bloccati da un robusto e ingiustificato cordone di polizia, i sopravvissuti hanno mandato da Castel Sant’Angelo il loro messaggio di protesta al Papa attraverso le luci di decine e decine di candele. Soltanto a due di loro – Bergeron e Leerschool – è stato concesso di percorrere via della Conciliazione con le fiaccole per lasciare una lettera davanti al Palazzo apostolico.
Ma non sarà la polizia a impedire che la protesta vada inesorabilmente avanti finché gli archivi ecclesiastici non saranno aperti.

“Non basta processare i colpevoli – dice Bernie McDaid – i danni ai sopravvissuti sono enormi: depressione, suicidi, droga, alcool, delinquenza. La Chiesa deve capire che ha la responsabilità di guarire le vittime”.