martedì 31 marzo 2009

GRILLO 168, video del 31 marzo 2009

Ecco il video del nuovissimo appuntamento di Grillo del 31 marzo 2009:
Siamo al secondo 168. Sto cercando di fare un riassunto della settimana, ma non riesco a starci dietro. Non riesco a star dietro a queste settimane piene di notizie. La realtà mi supera, sono sempre in ritardo.E’ nato un partito, si sono fusi, c'è stata questa diarrea, questa scarica in questo partitone. E non hanno però padri fondatori della patria. Il padre fondatore della patria secondo questo partito dello psiconano, ballerine e ruffiani è Bettino Craxi! Ma Bettino Craxi non è il padre della Patria, è il ladro della Patria! ......................."



  • Domani sera, 1 aprile, Grillo interverrà in diretta da Bruxelles alla trasmissione Exit, in onda alle 21.10 su LA7.

THE GUARDIAN, Italy: fascism's shadow

Leggere le traduzioni dei quotidiani stranieri che riguardano l'Italia è un'esercizio salutare, che ci da l'idea della condizione di asservimento della nostra stampa, dovuta per lo più all'attuale sistema di finanziamento pubblico dei giornali ...... non si può parlar troppo male di chi li sovvenziona. Così dall'estero si riescono ad avere letture dei fatti di "casa nostra" più obiettive e più vere .......... tolte sempre quelle eccezioni del mondo del giornalismo italiano che però trovano spazio sempre di più in rete e sempre meno in televisione.


The Guardian: “E’ un giorno di vergogna per l’Italia”
The Guardian, 30 marzo 2009


L’obiettivo centrale di Silvio Berlusconi, il Primo Ministro italiano, era da tempo chiaramente e spudoratamente evidente. Fin da quando ha mosso i suoi primi grandi passi nel vuoto politico creatosi nel 1993 dai simultanei scandali di corruzione del governo da un lato, e il collasso del comunismo italiano dall’altro, il signor Berlusconi ha usato la sua carriera politica e il suo potere per proteggere se stesso e il suo impero mediatico dalla legge. Durante il più lungo dei suoi tre periodi come Primo Ministro, il signor Berlusconi non solo ha consolidato la sua già salda presa sul settore italiano dei media - ora ne possiede circa la metà - ma nella passata legislatura si è anche concesso l’immunità dai suoi procedimenti giudiziari. Poi, quando tale legge è stata dichiarata incostituzionale, lo scorso anno il neo rieletto Presidente Berlusconi l’ha portata in una nuova veste ed è con successo diventata legge.Il signor Berlusconi deve il suo successo alla sua audacia e in modo rilevante anche alla profonda debolezza dei suoi oppositori. La sinistra italiana, in particolare, non è riuscita a dare vita a un’efficace opposizione. Ancora, l’ultimo atto di Berlusconi - la fusione nel suo nuovo blocco del Popolo delle Libertà, completato ieri, della sua Forza Italia con Alleanza Nazionale, che deriva direttamente dalla tradizione fascista di Benito Mussolini - può lasciare un segno più duraturo di quello lasciato da qualunque altro magnate populista, sulla vita pubblica italiana.A differenza della Germania postbellica, l’Italia del secondo dopoguerra non si è adeguatamente confrontata con la sua eredità fascista. Come risultato, mentre i neofascisti in Germania non sono mai seriamente riemersi, in Italia vi sono state importanti continuità - ereditate da Mussolini - tra cui leggi e dirigenti e la rinascita postbellica del partito fascista sotto un altro nome a dispetto di una cultura pubblica italiana ufficialmente antifascista. Queste continuità sono appena diventate più forti.E’ un giorno di vergogna per l’Italia.D’altro canto, AN ha percorso una lunga strada in questi ultimi 60 anni. Il suo leader Gianfranco Fini, ha rigettato i costumi della vecchia politica e ha portato il suo partito verso il centro. Ha lavorato per più di 15 anni per l’alleanza del signor Berlusconi, parla della necessità di un dialogo con l’Islam, biasima l’antisemitismo e auspica un’Italia multietnica - posizioni che il signor Berlusconi, con le sue campagne anti-zingari, anti-immigrati e la sua predilezione per un razzismo “soft”, dovrebbe sforzarsi per avvicinare.Nonostante le sue lontante origini liberali, l’Italia è storicamente un paese di destra. Ancora, è molto scioccante pensare che ci sarà un capo di governo tra i 20 leader del mondo a Londra per il vertice economico di questa settimana, che ha ricostruito la sua base politica sulle fondamenta gettate dai fascisti e il quale sostiene che come risultato la destra probabilmente rimarrà al potere per generazioni. (da micromega.it)

lunedì 30 marzo 2009

EL PAIS, "Silvio Berlusconi riscrive la storia"

Pubblicato sabato 28 marzo 2009 in Spagna
[El Pais]
Al congresso fondando il Partito della Libertà il Premier reinterpreta il suo passato
Ieri sera, a Roma, più di 6000 delegati si sono alzati in piedi per applaudire Silvio Berlusconi, il leader e magnate che ha riscritto la storia contemporanea italiana. Il Cavaliere ha annunciato la fondazione del Popolo della Libertà, la fusione del suo partito antipartitico, Forza Italia, con la postfascista Alleanza Nazionale di Gianfranco Fini, ed altre formazioni minori.
In 85 minuti, Berlusconi ha fatto un bilancio storico della sua carriera politica. È stato un discorso lungo, serio, noioso, senza battute né sorprese. Alla fine ha lasciato intravedere (ma questo lo spiegherà domenica) che la Costituzione italiana deve essere cambiata per “accorciare i tempi dell’esecutivo”.
Com’era previsto, ha ringraziato Fini per la collaborazione di questi anni (grande ovazione) e Umberto Bossi, alleato della Lega Nord (timidi applausi), ha reso omaggio al Papa, agli Stati Uniti e, al più acclamato di tutti, Bettino Craxi, il “carissimo amico” che riuscì a far sì che le sue reti televisive creassero un duopolio con la RAI. Quindici anni fa, quando Berlusconi decise di entrare in politica, il Partito Socialista di Craxi, che aveva generosamente finanziato, stava marcendo in un mare di corruzione. Craxi fuggì dal paese e Berlusconi creò Forza Italia, reclutando, come ha ricordato il suo scudiero siciliano Marcello Dell’Utri, tutti i dipendenti di Publitalia per riempire le liste.
Dopo l’era di Mani Pulite, nel 1994 il Cavaliere vinse le elezioni, ma durò solo pochi mesi al Governo. Dopo venne la “traversata del deserto”, decine di processi contro di lui, le sue imprese ed i suoi collaboratori. Berlusconi se l’è sempre cavata, qualche volta assolto, altre volte grazie alla prescrizione, altre per amnistia, altre ancora perché il reato contestatogli aveva smesso di essere tale grazie ad una legge approvata da lui stesso.
Oggi, niente di tutto ciò importa più. Alla maggioranza degli italiani il conflitto di interessi non importa nulla. Il Cavaliere non ha parlato dei suoi trascorsi giudiziari nel suo discorso, salvo per far cenno alla “magistratura comunista”. Padrone di un impero finanziario, mediatico, editoriale, calcistico e cinematografico, Berlusconi si sente immune. Per una ragione. Governa senza opposizione.
[Articolo originale di Miguel Mora]

[traduzione: italiadallestero.info]

Leggi anche:
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Berlusconi concentra il potere della destra nelle sue mani
Silvio Berlusconi è molto abile a vendere fumo
Peter Popham: Silvio vuole il potere e la gloria

sabato 28 marzo 2009

REPORT, puntata del 29 marzo 2009 .... si parla di nucleare



Rivedi la puntata.
La puntata si intitola ''IL GRANDE INGANNO'' di Michele Buono e Piero Riccardi.
-Alla fine si tratta solo di riscaldare acqua per far girare delle turbine che devono produrre elettricita'. Ma non e' che e' esagerato mettere in moto una reazione nucleare per fare l'acqua calda? E' pericoloso? Conviene realmente? Si puo' fare diversamente? La Storia comincia nel 1953 e le intenzioni erano ottime: atomi per la pace ? diceva Eisenhower ? sottrarre l'atomo al controllo militare e usarlo per fare l'elettricita'. Ando' tutto bene per molti anni, poi successe quello che non doveva succedere: gli incidenti. Sellafield, Three Miles Islands, Chernobyl. E fu cosi' che comincio' un lento declino del sistema. Nel 2002 l'ultima punta massima di produzione elettronucleare. Nel mondo i reattori sono 436: 8 in meno rispetto al 2002. Stanno invecchiando e nessuno si affretta a rimpiazzarli. Dal 1979 negli Usa non sono state piu' costruite centrali nucleari. Bush aveva promesso un rilancio dell'elettronucleare ma non se ne fece niente: l'investimento troppo rischioso per le banche e i soldi pubblici in giro ce ne sono pochi per via della crisi. Barak Obama taglia gli incentivi all'atomo e punta su rinnovabili e efficienza energetica. Stessa cosa fa la Germania dove una legge del 2002 stabilisce che non si costruiscono piu' centrali e i reattori esistenti man mano che giungono a fine vita si spengono. Intanto pero' si devono ancora fare i conti con le scorie. Di quanto costi poi il nucleare in termini di salute delle persone sembra meglio non parlarne. L'azione dell'Oms e' blindata da un accordo del 1959 con L'AIEA (Organizzazione internazionale per l'energia atomica) che a sua volta dipende dal Consiglio di sicurezza dell'Onu: in poche parole quello che sappiamo degli effetti del nucleare sulla nostra salute dipende dagli interessi dell'industria atomica. E la Francia con 58 reattori? Non e' per niente indipendente per quanto riguarda l'energia e i problemi sul territorio sono tanti. Ma l'industria nucleare ? francese, americana ? e' sempre in piedi e preme da tutte le parti per costruire. In Italia si sta parlando di rinascimento nucleare, ci siamo affidati ai francesi perche' ci hanno detto che le loro centrali sono le piu' sicure, e' vero? E poi quando saranno terminate la nostra bolletta elettrica sara' veramente piu' bassa?

-Per la rubrica ''Com'e' andata a finire?'' andra' in onda ''I VICERE''' ? Aggiornamento del 15 marzo 2009 di Sigfrido Ranucci.Report tornera' a parlare di Catania.

La GOODNEWS di oggi s'intitola ''W LA CASCINA'' di Roberto ManzoneAll'interno del Parco Agricolo Sud Milano nascono nuovi patti tra produttore e consumatore. La Cascina diventa luogo di incontro e di condivisione tra l'azienda agricola e il cittadino attraverso l'orto in adozione e la scuola di pratiche sostenibili. La Cascina non piu' allora una terra di confine, ma un luogo capace di assorbire l'impronta ecologica della citta' e contrastare la speculazione edilizia. L'istituzione della Provincia di Milano, in previsione di Expo 2015, promuove sempre di piu' lo sviluppo del Parco Agricolo Sud Milano.



  • sono previste le repliche di questa puntata su Raisat Extra canale 121 piattaforma Sky nei seguenti giorni:
  • Lunedi' 30/03 alle 10.00 e alle 21.00
  • Giovedi' 02/04 alle 16.45
  • Venerdi' 03/04 alle 24.00

giovedì 26 marzo 2009

SEGNALI DI DEMOCRAZIA


Segui il blog di Genchi: Legittima Difesa


De Magistris e Borsellino a Fano (17 marzo 09): guarda il video

Articoli dall'estero:


Appello - sottoscrivi la lettera al Capo della Polizia Antonio Manganelli


INTERVISTA A CARLO VULPIO E CLEMENTINA FORLEO

Segui il blog di Genchi: Legittima Difesa

ANNOZERO, puntata del 26 marzo 2009

I principali interventi:





Guarda l'intera puntata: clicca

mercoledì 25 marzo 2009

SALVATORE BORSELLINO, 27 marzo a Giulianova (TE)


Per rinfrescare la memoria dei più distratti pubblico qui sotto il video dell'intervento di Salvatore Borsellino a Piazza Farnese del 28 gennaio 2009, vi assicuro che ascoltare questo grande uomo mette davvero i brividi, si ritorna al giorno della strage in un secondo:


martedì 24 marzo 2009

GRILLO 168, video del 24 marzo 2009

Parte da oggi Grillo168, una rubrica video di Beppe a scadenza settimanale ......... bella bellissima idea

EL PAIS PARLA DI NOI, La crisis amenaza la libertad de prensa en Italia

In Italia la crisi minaccia la libertà di stampa
Pubblicato sabato 21 marzo 2009 in Spagna
[El Paìs]
Il Governo manovra per piazzare uomini di fiducia a capo dei giornali di maggior prestigio
Il cataclisma finanziario, la crisi pubblicitaria, l’adattamento all’universo digitale e i licenziamenti dei giornalisti sono temi comuni a tutti i giornali del mondo.
Molti esperti, e non pochi lettori, temono che tale situazione incida sulla qualità della stampa. In Italia, forse il paese europeo insieme alla Russia in cui il controllo politico dei media è meno discutibile, l’inquietudine è doppia.
Al duopolio televisivo, o più semplicemente monopolio assoluto, formato da Mediaset e RAI, potrebbe aggiungersi molto presto una sorta di rivoluzione della stampa.
Dietro a questo movimento tellurico in elaborazione risuona il solito nome: Silvio Berlusconi, magnate dei media e primo ministro, il cui nuovo obiettivo sono le due testate giornalistiche milanesi di maggior prestigio, Corriere della Sera, il più importante quotidiano italiano, e Il Sole 24 Ore, il principale giornale economico nazionale.
“Questa volta Berlusconi non farà prigionieri, vuole controllare tutto e lo farà”, dice Giancarlo Santalmassi, giornalista RAI dal 1962 al 1999 e direttore di Radio24 fino a quando, l’autunno scorso, fu allontanato dopo essere stato dichiarato nemico ufficiale del Governo del Cavaliere nel 2006.
Enzo Marzo, storico giornalista del Corriere, è pienamente d’accordo con Santalmassi; giovedì scorso, nel corso di un dibattito sulla libertà di stampa che si è svolto presso la sede della Commissione Europea a Roma, ha affermato che la battaglia per la direzione del giornale è già iniziata.
Il nucleo dirigente del gruppo RCS (editore di Unedisa in Spagna) e proprietario del Corriere, spiega Marzo, ha ritirato la fiducia al direttore del quotidiano, Paolo Mieli, e sta valutando due sostituti: il primo, Carlo Rossella, sponsorizzato da Berlusconi e il secondo, Roberto Napoletano, direttore de Il Messaggero che, come ricorda Marzo, “divenne famoso durante l’ultima notte elettorale perchè fu pizzicato da una telecamera mentre concordava al telefono con il portavoce di Casini (leader dei democratici dell’UDC e genero dell’editore del quotidiano) il titolo principale che avrebbe piazzato il giorno dopo”.
Rossella è il presidente di Medusa, società di distribuzione cinematografica di Berlusconi, ed ha ricevuto la benedizione de Il Giornale, quotidiano della famiglia del magnate che ha ricordato che il Cavaliere “lo tiene particolarmente a cuore e gli ha già dato l’incarico di dirigere le sue due più grandi testate, Panorama e TG5 [ il telegiornale di Canale 5]”.
All’interno del RCS, Rossella conta su altri importanti sostenitori: Diego della Valle, proprietario di Tod’s e della Fiorentina, e Luca Cordero di Montezemolo, patron della Fiat e del gruppo Ferrari e amministratore delegato de La Stampa.
Ma la parola di Berlusconi sarà quella decisiva, spiega senza ombra di pudore il quotidiano di suo fratello, perché mentre la crisi strangola i giornali, “l’intero sistema bancario dipende dal primo ministro”.
Napoletano ha le sue carte: non dispiace a Berlusconi ed è tra i pochi che comunicano telefonicamente con Giulio Tremonti, ministro dell’Economia ed editorialista de Il Messaggero.
Secondo Il Giornale il ministro “sa che il peggio della crisi economica sta per arrivare” e la sua idea è quella di piazzare Napoletano a Il Sole (proprietà, come Radio24, del patronato di Confindustria) e di passare al suo attuale direttore, Ferruccio de Bortoli, il timone del Corriere.
Se non parlassimo dell’Italia tutto questo affanno sarebbe inverosimile, degno al massimo di un articolo scandalistico. Ma tutte le fonti sono concordi nel segnalare che si tratta di “manovre serie e reali” il cui effetto causerà “un terremoto”.
Il malcontento del Governo nei confronti di un altro giornale, La Stampa di Torino, proprietà della Fiat è palese. Secondo l’entourage berlusconiano, il suo direttore Giulio Anselmi sarà tentato con un’altra importante poltrona: quella di presidente dell’agenzia ufficiale Ansa. Se dovesse accettare, prenderebbe il suo posto un direttore meno ostile al Governo.
Mentre questo disegno politico prende corpo, i media italiani cercano, per quanto possibile, di tener testa a questa tempesta. Il presidente del RCS Piergaetano Marchetti, che ha visto nel 2008 scendere i profitti del gruppo a 38 milioni di euro rispetto ai 220 milioni del 2007, ha confermato che stanno soffrendo “tagli pubblicitari feroci ed immediati”.
E il suo amministratore delegato ha annunciato che l’andamento del gruppo dei primi mesi dell’anno obbligherà a “una riduzione del personale”. “Bisogna agire sui costi e sui modelli economici in Italia e all’estero”.
Marco Benedetto, vicepresidente del Gruppo Espresso, prevede anch’egli “tagli e cambiamenti”. Ironicamente Benedetto non è pessimista sul futuro del settore: “Tra una decina d’anni sarà splendido”.
[Articolo originale di MIGUEL MORA]

CARLO VULPIO, inquinamento esentasse a Taranto

LUIGI DE MAGISTRIS, il 3 aprile 2009 sarà a Pescara e a Mosciano (TE)

Venerdì 3 Aprile 2009
Luigi De Magistris in Abruzzo


PESCARA ore 17.00, Sala Convegni del Municipio (Piazza Italia)

in serata a Mosciano S.Angelo (vedi locandina sotto)








  • GLI ALTRI APPUNTAMENTI

Giovedì 2 Aprile 2009 - ore 16:00
Antonio Di Pietro in Umbria
TERNI ore 16.00Incontro pubblico presso il Palazzo Primavera.


PERUGIA ore 19.00Incontro pubblico in Piazza Repubblica


Sabato 28 Marzo 2009 - ore 09:30
Antonio Di Pietro in Sicilia
CATANIA ore 09.30Incontro pubblico presso il Centro Fieristico "Le Ciminiere" (Viale Africa).


PALERMO ore 16.00maggiori informazioni saranno pubblicate non appena disponibili


Sabato 28 Marzo 2009 - ore 09:30
Luigi De Magistris in Calabria
Cosenza, Salone degli Specchi Provincia di Cosenza
Luigi De Magistris parteciperà al 7° Congresso Provinciale Sindacato Autonomo Polizia Cosenza dal titolo "Sicurezza e Territorio - Analisi e Prospettive"


Venerdì 27 Marzo 2009 - ore 19:00
Antonio Di Pietro in Veneto
PADOVA ore. 19.00Incontro pubblico con la cittadinanza dal titolo "La Politica delle responsabilità: dal governo delle città al governo del Paese" presso il Centro Congressi "Papa Luciani" di Via Forcellini
VERONA Ore 20.45Incontro pubblico con la cittadinanza dal titolo "Da Roma a Bruxelles, un patto per i Valori" presso l'auditorium Verdi dell'Ente Fiera di Verona di Viale del Lavoro


Venerdì 27 Marzo 2009 - ore 12:00
Antonio Di Pietro in Friuli Venezia Giulia
TRIESTE ore 12.00Presidenza del Consiglio Regionale (P.zza Oberdan 6): consegna al Presidente del Consiglio Regionale della petizione popolare IDV "per un tempo pieno scolastico di qualità in FVG".
TRIESTE ore 12.20Conferenza stampa presso la Sala Verde del Consiglio Regionale.


Venerdì 27 Marzo 2009
Antonio Di Pietro in Friuli Venezia Giulia
clicca sul link per i dettagli


Giovedì 26 Marzo 2009 - ore 18:00
Antonio Di Pietro in Valle d'Aosta
Aosta, Espace Populaire (via J.C. Mochet 7)
Antonio Di Pietro presenterà il suo libro "Il Guastafeste"


Giovedì 26 Marzo 2009 - ore 17:00
Luigi De Mastris in Calabria
Rende (CS), Sala del Consiglio Comunale
Luigi De Magistris parteciperà al convegno "Libertà d'informazione e di voto - forme di associazionismo civile".


Giovedì 26 Marzo 2009 - ore 15:00
Antonio Di Pietro in Piemonte
Ivrea, Hotel La Serra Corso Botta, 30
Antonio Di Pietro presenterà il suo libro "Il Guastafeste"

lunedì 23 marzo 2009

REDDITI POLITICI 2007, poveri noi ........... ricchi loro


MONTECITORIO: I PIU' RICCHI

Silvio BERLUSCONI (Pdl): 14.532.538

Giulio TREMONTI (Pdl): 4.536.164

Giuseppe CONSOLO (Pdl): 3.108.716

Santo Domenico VERSACE (Pdl): 2.801.565

Giusepe ANGELI (Pdl): 2.632.739

Niccolò GHEDINI (Pdl) 1.259.266

Maurizio PANIZ (Pdl): 1.094.998

Giulia BONGIORNO (Pdl): 1.029.596

Luca BARBARESCHI (Pdl): 1.015.181

Donato BRUNO (Pdl): 914.907


PALAZZO MADAMA: I PIU' RICCHI

Umberto VERONESI (Pd): 1.635.425

Alberto MESSINA (Pdl): 1.259.604

Giuseppe CIARRAPICO (Pdl): 1.201.186

Giorgio Rosario COSTA (Pdl) 957.562

Aldo SCARABOSIO (Pdl): 824.989

Riccardo CONTI (Pdl): 821.818

Francesco CASOLI (Pdl): 761.686

Salvatore SCIASCIA (Pdl): 751.087

Carlo Azeglio CIAMPI (Misto): 750.657

Lamberto DINI (Pdl): 558.664


(fonte: ansa.it)

AN SPARISCE INGHIOTTITA DAL PDL, un'anno fa Fini diceva tutto il contrario




AN si scioglie nella melma del Pdl, e lo ammetto ...... lo dico con un certo piacere, almeno chi ha votato per loro si renderà finalmente conto (forse) di chi ha mandato al Governo, tutti nel grande calderone del partito unico ....... il partito azienda (per citare Piero Ricca), poco più di un anno fa il suo leader Fini ha dichiarato più volte che mai si sarebbe sottomesso al volere di Berlusconi, poi si alleò con lui per le elezioni, ed ora si autodistrugge facendosi digerire dal buco nero "Pdl" che tutto attrae e tutto mangia ............. hai voglia a fare discorsi che non sarà un partito dal pensiero unico ......... da oggi in poi , e sempre di più, Fini, Gasparri e company obbediranno ciecamente all'unico pensiero possibile per loro: quello di Berlusconi.

PS: Per chi non avesse ancora capito il messaggio, ecco l'emblematico spot che compare oggi sulla homepage del sito del Pdl, cari elettori di AN ...... ecco ciò che vi aspetta:

GENCHI SOSPESO DAL SERVIZIO, tieni duro Gioacchino !!!!

-L'ANTEFATTO
Botta e risposta tra Gioacchino Genchi e Gianluigi Nuzzi su FACEBOOK
(19 marzo 2009)
di Marco Bertelli

Facebook, il popolare sito di social network, sta diventando uno strumento molto comodo per scambiarsi informazioni ed organizzare iniziative a partire dalla rete. Vogliamo prestare all´attenzione degli utenti uno scambio di battute che si é svolto giovedí 19 marzo 2009 tra il dott. Gioacchino Genchi ed il giornalista di PANORAMA Gianluigi Nuzzi, scambio di battute che ha avuto luogo sulla bacheca di Facebook dei due interlocutori e pertanto pubblico e visibile a tutti i loro rispettivi contatti.
Vista la grave mistificazione fatta da diversi organi istituzionali e di stampa sull´operato del dott. Genchi, riteniamo giusto pubblicare le parti piú significative di questo colloquio per far capire quanto siano false ed infondate le piú recenti accuse che vengono mosse al dott. Genchi, nel caso particolare quelle di aver fatto degli accessi abusivi all´anagrafe tributaria nell´ambito delle indagini sulla scomparsa della piccola Denise Pipitone.

Il dott. Genchi ha postato in mattinata sulla sua bacheca di Facebook il seguente messaggio di auguri per la festa del papá:
"Auguri a tutti i papà, in una Patria che ormai sembra rimasta orfana ... L'affetto e l'abbraccio dei miei figli mi consola e mi aiuta a combattere"

A stretto giro di posta Gianluigi Nuzzi replicava agli auguri del dott. Genchi con il seguente commento:
"Ricambio gli auguri...seppur mal tollerando alcune tue bugie..."

La replica del dott. Genchi seguiva di pochi minuti:
"Le bugie sono solo quelle che scrivi tu e il tuo giornale, solo al servizio di chi vi paga."

Gianluigi Nuzzi rispondeva:
"Troppo facile Gioacchino, mi aspetto di più , che bugie avrei scritto? Invece ricordo perfettamente che a me e David negli studi di Telelombardia negavi di aver compiuto accessi patrimoniali, ora sei indagato anche per questo no?"


Ed ecco la replica conclusiva del dott. Genchi che fa piazza pulita di ogni fantomatica "bugia":
“Vedo che sei bene informato! Sicuramente sei più informato di me, visto che alla stampa la Procura della Repubblica di Roma ha fatto sapere più di quanto non ha detto a me. Non c'è una sola mia attività di consulenza o di perizia - dicasi una - in cui mi sono mai occupato di indagini patrimoniali o fiscali. Non ne capisco nulla di indagini patrimoniali e/o fiscali e non ho mai fatto mistero della mia ignoranza. Conosco solo il mio lavoro, che è noto a tutti. Per il resto non sono mai stato un tuttologo. Se fossi un esperto di diritto tributario e fiscale non pagherei, come pago, tre consulenti, per occuparsi della gestione delle mie attività. Ciò posto ti preciso di avere solo verificato la corrispondenza di alcuni codici fiscali, con i quali risultavano intestate alcune schede telefoniche GSM. Sai benissimo quanto è facile generare un codice fiscale falso, anche con uno dei tanti programmi distribuiti su Internet. Sai pure quant'è facile attivare una scheda GSM con un codice fiscale falso. L’unico modo per verificare la corrispondenza al vero di un codice fiscale e la reale esistenza del soggetto che assume di essere titolare, è l’interrogazione delle banche dati (pubbliche) dell’anagrafe tributaria. Io ho solo fatto questo, sempre e soltanto su specifica e dettagliata autorizzazione di tutti i magistrati che mi hanno conferito gli incarichi, compresi quelli della Procura della Repubblica di Roma, con i quali ancora lavoro in indagini molto complesse, riguardanti anche degli omicidi. Non potendomi attaccare su altro, grazie ai tuoi amici generali della Guardia di Finanza su cui stavo indagando, hanno cercato su cosa fregarmi, visto che il Pubblico Ministero Luigi de Magistris (come tutti i Pubblici Ministeri ed i Giudici di Italia), mi aveva autorizzato ad accedere all’anagrafe tributaria, per verificare i codici fiscali delle utenze telefoniche. Grazie a questa scusa hanno avuto gioco facile per perquisirmi e portarsi via tutti i miei dati, compresi quelli che li riguardavano direttamente, senza nemmeno contestarmi quali codici fiscali io avrei interrogato abusivamente, senza averne titolo. Nel decreto c’è scritto che io avrei interrogato i codici fiscali di soggetti di Milano che non potevano avere alcuna attinenza con le indagini sulla scomparsa della piccola Denise Pipitone. Tutti sanno gli sforzi investigativi che sono stati fatti proprio su Milano nel vano tentativo di rintracciare la bambina. La vicenda del filmato del metronotte, le indagini sui rom lo confermano. Tutto questo è un assurdo. Penso al dolore che ha potuto provare la povera Piera Maggio, solo per il fatto di come l’indagine della Procura di Marsala (vedi caso!) sulla scomparsa della figlia, sia stata presa a pretesto per colpirmi. Prima – se ben ricordi, visto che anche su queste fesserie avete scritto sul tuo giornale – mi erano stati contestati gli accessi abusivi alla Vodafone con la password della Procura di Marsala. Resisi conto delle stupidaggini che avevano detto (anche gli “scienziati” del COPASIR) hanno fatto marcia indietro e non hanno più parlato della Vodafone e di quanto gli interessati dirigenti di quell’azienda avevano riferito. Adesso, visto che gli aspetti principali delle indagini di Catanzaro coinvolgevano alti ufficiali della Guardia di Finanza, hanno cercato di giocare in casa, con i presunti accessi abusivi all’anagrafe tributaria, senza che mi sia stato contestato concretamente un solo nome e/o un solo codice fiscale che io avrei “abusivamente” interrogato, accedendo ad un dato pubblico per ogni cittadino italiano che volesse farlo. Nessuno alla Procura di Roma, però, si è accorto come vi siete procurati al tuo giornale i dati dei miei redditi (sui quali ho pagato anticipatamente le tasse) che invece erano riservati e che sono stati resi noti solo grazie ad una illecita intromissione negli archivi dell’anagrafe tributaria. Chiedi quindi ai tuoi amici della Guardia di Finanza cosa sono gli accessi abusivi all’anagrafe tributaria e come si fanno. Con l’occasione chiedigli pure chi ha fatto gli accessi sulle mie denunzie dei redditi e su quelle dei miei onesti familiari. Se lo fai farai uno scoop e sarai un giornalista che vuole solo ricercare la verità e non rendere il proprio servizio al padrone di turno che gli somministra lo stipendio.
Con questo ti saluto, solo perché ho perso troppo tempo ed ho cose più importanti da fare. Siccome ti stimo, perché so che sei un bravo giornalista, ti prego di ritirare l’epiteto di bugiardo che mi hai dato. So pure che la tua coscienza te lo impone, perché anche dietro un cronista come te (sicuramente bravo) c’è un uomo coi suoi sentimenti e le sue idealità.
Per come ti ho conosciuto e ti conosco (e per come ti ho pure apprezzato) so che su molte cose la pensiamo allo stesso modo. Io, però, ho la grande fortuna di essere un uomo libero ed indipendente, che dice le cose che pensa e non ha paura delle cose che fa. Tu, purtroppo, non hai potuto avere la mia stessa fortuna ed in questo hai tutta la mia comprensione e solidarietà, anche se ora sei costretto ad attaccarmi, pure su facebook.

Gioacchino Genchi

p.s. Tanti auguri comunque, visto che anche tu, Gianluigi, sei un fortunato papà, come lo sono io!


OGGI 23 MARZO 2009
Cari amici, poco fa mi è stata notificata la sospensione dal servizio dalla Polizia di Stato.Col provvedimento di sospensione dal servizio mi sono stati ritirati il tesserino, la pistola e le manette.Il provvedimento è fondato sulla mia replica al giornalista Gianluigi Nuzzi di Panorama, che mi aveva dato del bugiardo su facebook. Il mio amico Marco Bertelli ha ripreso la chat, pubblicandola sul mio blog “Legittima difesa”. Il senso dello Stato ed il rispetto che ho per le Istituzioni mi impongono di tacere e subire in silenzio. Sono vicino e solidale con chi in questo momento, probabilmente, è sottoposto a pressioni politiche assai maggiori delle violenze e delle mistificazioni che sto subendo io.Confermo da cittadino e da poliziotto la mia assoluta stima e subordinazione al Capo della Polizia – Prefetto Antonio Manganelli – che ha adottato il provvedimento di sospensione.Mi difenderò nelle sedi istituzionali senza mai perdere la mia fiducia nella Giustizia e nelle Istituzioni. Vi ringrazio di tutto e spero che le mie sofferenze servano al trionfo della Verità ed alla vittoria dei giusti. Un forte abbraccio per tutti quanti mi siete stati e mi sarete vicini!
Gioacchino Genchi

DE MAGISTRIS, chiarezza sui fondi europei

L'entrata di De Magistris in politica è ciò che di meglio ci poteva capitare, in questo periodo dove il pensiero unico è più forte che mai, nonostante Fini dica di no, ora obbediscono tutti a Berlusconi; Di Pietro ha dato questa possibilità all'uomo che incarna il più alto senso delle istituzioni pubbliche, De Magistris, attaccato ed infamato per aver svolto troppo bene il proprio lavoro, senza riguardi verso il potere politico, che evidentemente è abituato ad un trattamento speciale.

MARCO TRAVAGLIO, passaparola del 23 marzo 2009

domenica 22 marzo 2009

THE ECONOMIST: SILVIO, THE ACTRESS AND THE LAW (Silvio, l'attrice e la legge)

Silvio, l’attrice e la legge
Pubblicato giovedì 12 marzo 2009 in Inghilterra
[The Economist]
Sospetti sul tentativo dell’Italia di riformare la magistratura
La storia delle pressioni di Silvio Berlusconi per assicurare delle parti in TV ad alcune attricette è uno dei racconti più strani e degni di nota della colorita vicenda del Presidente del Consiglio italiano. Nel 2007 un quotidiano italiano pubblicò delle indiscrezioni relative ad alcune trascrizioni telefoniche tra Berlusconi, allora capo dell’opposizione, e un importante dirigente della televisione pubblica italiana. In una di queste Berlusconi, cercando di rovesciare la risicata maggioranza al Senato del governo di centro-sinistra, viene citato mentre spiega: “Sto cercando di ottenere la maggioranza in Senato”. “Una persona con la quale sto negoziando mi ha chiesto di raccomandare” un’attrice formosa.
L’inevitabile sospetto fu che Berlusconi stava tentando di convincere alcuni deputati a cambiare orientamento utilizzando il più vecchio dei trucchi nel suo repertorio. Il 25 febbraio, però, il caso è stato archiviato. I magistrati hanno affermato che non vi erano sufficienti prove di reato per procedere sia contro Berlusconi sia contro il dirigente. Quello stesso giorno, stranamente, il Partito della Libertà di Berlusconi (PdL) propose una delle misure più draconiane mai pensate in un disegno di legge scritto per limitare le intercettazioni e la pubblicazione dei loro contenuti.
L’episodio illustra l’origine di molti dei dubbi che circondano Berlusconi in merito ai suoi ultimi tentativi di riscrivere il sistema legale: sta davvero cercando di migliorare i bassi standard della giustizia italiana, oppure sta cercando di proteggere i suoi interessi?
Tutti concordano nel dire che il sistema esistente è un incubo: invadente ma lento, costoso e imprevedibile. I suoi difetti non sono solo una questione di ingiustizia sociale. Ci aiutano a capire perché l’Italia attragga relativamente pochi investimenti stranieri. Secondo un’indagine del 2009 della Banca Mondiale sulla facilità di fare affari, il sistema giuridico italiano offre agli investitori meno protezione del Mozambico; i contratti sono più difficili da far rispettare che in Colombia.
Angelino Alfano, Ministro della giustizia, afferma che ci vogliono più di 31 mesi, mediamente, per portare un caso davanti ad un tribunale; ci sono più di 5 milioni di processi civili e 3 milioni di processi penali in sospeso. Il denaro è parte del problema. I tribunali sono mal-finanziati, e il poco denaro disponibile viene speso per finanziare un’infinità di tribunali troppo piccoli. Nei processi penali inoltre sia la difesa che l’accusa hanno diritto ad almeno due appelli.
Il risparmio è una giustificazione per la prima riforma proposta, che ha a che vedere soprattutto con la restrizione delle intercettazioni. Anche Saverio Borrelli, il magistrato che ha condotto la manovra anti-corruzione chiamata “Mani Pulite” che quindici anni fa ha spazzato via il vecchio ordine politico, riconosce che gli inquirenti italiani fanno troppo liberamente – e pigramente – affidamento sulle intercettazioni telefoniche e quelle ambientali.
La proposta di legge prevede che un’intercettazione telefonica debba essere autorizzata da tre giudici; che ci siano “evidenti” indicazioni di colpevolezza; e – con l’eccezione di reati di mafia e terrorismo – che non duri più sessanta giorni. L’organismo di autoregolamentazione giudiziaria ha criticato le prime versioni della proposta definendole “un serio ostacolo all’attività investigativa”; ha affermato che andrebbe a beneficio dei truffatori, dei ricattatori e dei pedofili. Sotto pressione, il governo ha ritirato alcune delle disposizioni più controverse.
Tuttavia, alcuni aspetti preoccupano giornalisti e avvocati, come le pene rigide previste per la pubblicazione delle intercettazioni, parte di un giro di vite proposto sulle notizie che va dall’arresto al rinvio a giudizio. Oggi le prove dell’azione giudiziaria possono essere pubblicate non appena vengono consegnata alla difesa. Terze parti innocenti possono trovare i loro pensieri più intimi diffusi in pubblico. Ma visti i ritmi lenti dei tribunali, restrizioni del genere, simili a quelle britanniche, potrebbero significare che accuse pesanti possano venire allo scoperto soltanto molto tempo dopo che i fatti si sono verificati.
Una seconda proposta di legge revisionerebbe i lavori della magistratura. Alcuni passaggi, come quello sulla riduzione del numero di appelli, potrebbero aiutare. Ma la riforma principale, separando le carriere del pubblico ministero e del giudice, potrebbe rendere la giustizia più equa ma non più rapida. Un cambiamento, bloccare le prove di un processo qualora venisse portato in appello, rallenterebbe i procedimenti. E inoltre proteggerebbe Berlusconi dopo l’arresto il mese scorso del suo ex avvocato, David Mills, con l’accusa di corruzione.



(english version) Silvio, the actress and the law
Mar 12th 2009 ROME


From The Economist print edition
Suspicions surround Italy’s attempt to reform the judiciary
THE story of Silvio Berlusconi’s lobbying to secure television parts for glamorous actresses is one of the more strange and memorable tales of the Italian prime minister’s colourful history. In 2007 an Italian newspaper published leaked transcripts of telephone calls between Mr Berlusconi, then leader of the opposition, and a senior executive at Italy’s public broadcaster. In one of them Mr Berlusconi, seeking to upset the centre-left government’s narrow majority in the upper house, is quoted as explaining that “I’m trying to get the majority in the Senate”. One voluptuous actress has “been requested from me by someone with whom I am negotiating”.
The inevitable suspicion was that Mr Berlusconi was trying to persuade legislators to defect by using the oldest bait in the book. On February 25th, however, the case was dropped. Prosecutors said there was insufficient evidence of wrongdoing for either Mr Berlusconi or the executive to be tried. On the same day, oddly, Mr Berlusconi’s People of Freedom (PdL) alliance dropped some of the more draconian measures in a bill designed to limit wiretaps and reports of their contents.


The episode illustrates many of the misgivings that surround Mr Berlusconi in his latest effort to overhaul the legal system: is he really seeking to enhance Italy’s poor standards of justice, or is he trying to protect his own interests?
All agree that the existing system is a nightmare: intrusive yet slow, costly and unpredictable. Its shortcomings are not just a matter of social fairness. They help explain why Italy attracts comparatively little foreign investment. According to a 2009 survey by the World Bank on the ease of doing business, Italy’s judicial system offers investors less protection than does Mozambique’s; contracts are more difficult to enforce in Italy than in Colombia.
Angelino Alfano, the justice minister, says it takes more than 31 months on average to bring a case to court; more than 5m civil and 3m criminal cases are pending. Money is part of the problem. The courts are poorly financed, and the limited money available is spent on too many small courthouses. In criminal trials, moreover, both defence and prosecution are allowed at least two appeals.
Saving money is one justification for the first proposed reform, which deals primarily with restricting wiretaps. Even Saverio Borrelli, the prosecutor who led the so-called Mani Pulite (Clean Hands) anti-corruption drive that swept away Italy’s old political order 15 years ago, recognises that Italian investigators resort much too freely—and lazily—to telephone-tapping and eavesdropping.
The bill says a telephone tap would have to be authorised by three judges; they would need “evident” indications of guilt; and with the exception of Mafia or terrorism cases, it could not last more than 60 days. The judiciary’s self-regulatory body has criticised earlier versions of the bill as “a serious obstacle to investigative activity”; it said it would benefit fraudsters, blackmailers and paedophiles. Under pressure, the government has removed some of the most controversial provisions.
Still, some remaining aspects worry journalists and lawyers, such as the stiff penalties suggested for the publication of wiretaps, part of a proposed news clampdown from arrest to indictment. Currently, prosecution evidence can be published as soon as it is handed to the defence. Innocent third parties can find their most intimate thoughts aired in public. But given the sloth-like pace of the courts, such British-style restrictions may mean that serious allegations are heard about only long after the event.
A second bill would overhaul the workings of the judiciary. Some steps, like curbing appeals, will help. But the main reform, splitting the jobs of prosecutor and judge, may make justice fairer but not swifter. One change, stopping the findings of one trial being applied to another one, would slow down proceedings. And it would also shield Mr Berlusconi after the conviction last month of his former lawyer, David Mills, on bribery charges.


sabato 21 marzo 2009

NON VOGLIO LE CENTRALI NUCLEARI, intervista a Giuseppe Onufrio

REPORT, puntata del 22 marzo 2009


RIVEDI LA PUNTATA

La puntata si intitola ''MODULAZIONE DI FREQUENZE'' di Bernardo Iovene.
Nel 1999 dopo 15 anni di discussioni e 2 leggi che regolano il settore televisivo si arriva finalmente ad una gara per le concessioni delle frequenze. A vincere sono quasi tutte le emittenti nazionali gia' operanti, alle quali si aggiunge una rete locale, Europa7. Ma le frequenze non sono assegnate, cosi' mentre le altre televisioni continuano a trasmettere sulle frequenze occupate o comprate sul mercato, Europa 7 resta fuori. Comincia una serie di ricorsi al Tar e alla Corte europea che si concludono a dicembre del 2008 con l'assegnazione di un canale analogico. Per ricostruire la storia bisogna partire dalla prima sentenza della Corte Costituzionale che dichiaro' la fine del monopolio televisivo della Rai, e apri' la porta al ''far west'' dei privati. Decreti e leggi sono stati fatti sempre sulla spinta di sentenze delle Corte Costituzionale, che ha rilevato la mancanza in Italia di pluralismo informativo e di possibilita' di accesso uguale per tutti. A ricomporre le tappe ci sono le interviste ai protagonisti, con particolari inediti: da Giuliano Amato a Oscar Mammi', e poi Antonio Maccanico, Salvatore Cardinale, Fedele Confalonieri, e Paolo Romani.

Il titolo della rubrica L'EMENDAMENTO e' ''L'autoriciclaggio'' di Luca Chianca.
In Italia il reato di autoriciclaggio non esiste. Chi vende droga e rimette in circolo il denaro, puo' essere punito per il traffico di stupefacenti ma non per aver riciclato i proventi illeciti. Il Fondo Monetario, il Governatore della Banca d'Italia e il Procuratore Nazionale Antimafia ne auspicano da anni l'introduzione, ma al momento il disegno di legge che lo prevede e' sepolto in un cassetto.

La GOODNEWS di oggi s'intitola ''L'ONDA GIUSTA'' di Giuliano Marrucci
Con i tagli al sistema scolastico previsti dall'ultima finanziaria, le scuole superiori non riescono piu' ad organizzare corsi di recupero adeguati alle esigenze degli studenti. E allora a dare una risposta, a Trieste come a Siena, ci pensano gli studenti stessi, organizzando ripetizioni tra pari a costi irrisori. E il bello e' che a recitare la parte dei secchioni sono gli stessi studenti che questo autunno avevano dato vita al movimento noto come ''L'onda'', e che erano stati bollati dal mondo degli adulti come fannulloni.

  • Vi informiamo inoltre che sono previste le repliche di questa puntata su Raisat Extra canale 121 piattaforma Sky nei seguenti giorni:Lunedi' 23/03 alle 10.00 e alle 21.00, Giovedi' 26/03 alle 16.45, Venerdi' 27/03 alle 24.00

giovedì 19 marzo 2009

PLANTU, il vignettista di Le Monde disegna Gesù che distribuisce i preservativi


Il disegnatore satirico di Le Monde, Plantu, commenta a modo suo le frasi pronunciate dal Papa a proposito dell'uso eccessivo che si farebbe in Africa dei preservativi. Nella sua vignetta di prima pagina del quotidiano francese, si vede Cristo che fa il miracolo della «moltiplicazione dei preservativi», distribuendone a piene mani, e sorridendo, a una popolazione di africani in attesa e che li accetta volentieri. Sulla stessa barca, dietro l'immagine di Gesù, c'è un rassegnato Benedetto XVI che commenta: «Buffonate!». Ancora più dietro, un monsignor Williamson, appena riabilitato dal pontefice e noto negazionista a tutto campo, oltre che delle camere a gas, all'Olocausto, se la prende anche con la malattia che miete più vittime in Africa e commenta: «...e poi l'Aids non è mai esistito». (da unita.it)
grande ........ grande !!!!!!

ANNOZERO del 19 marzo 2009




Hai perso la puntata? La puoi rivedere subito al seguente link: http://www.rai.tv/dl/RaiTV/programmi/media/ContentItem-548b14bc-9a29-43af-a679-0c2d29852419.html?p=0

NB: Potrebbe essere necessario installare un componente aggiuntivo per la piattaforma video del sito RAI (silverlight)

CARLO VULPIO ENTRA NELLA SQUADRA DI DI PIETRO, candidato per le europee di giugno 2009

Dopo Luigi De Magistris, ecco un'altro buon italiano che viene candidato dall'Idv per le elezioni europee: Carlo Vulpio, giornalista del Corriere ormai noto a tutti da quando gli è stato impedito di approfondire oltremodo l'inchiesta Why Not che seguiva da tempo .........perchè scriveva troppi nomi .....






Leggi anche:
http://www.cittadinoqualunque.com/2009/03/de-magistris-entra-nella-squadra-di-di.html
http://www.beppegrillo.it/2009/03/il_bello_e_la_b.html
http://www.19luglio1992.com/index.php?option=com_content&view=article&id=1186:de-magistris-qecco-perche-ho-deciso-di-candidarmiq&catid=18:i-video&Itemid=33

martedì 17 marzo 2009

GIOACCHINO GENCHI, intervista su LA7 nel programma "reality"

Intervista di Genchi tratta dal programma "reality" andato in onda su LA7




Tieni duro Gioacchino !!! ti hanno sequestrato tutto ........ ma noi abbiamo capito molto bene che l'archivio di cui hanno paura sta proprio nella tua mente.

DE MAGISTRIS ENTRA NELLA SQUADRA DI DI PIETRO, candidato per le europee di giugno 2009

L'Italia dei Valori mette in tavola il "carico pesante" ................. Luigi De Magistris entra nella squadra di Di Pietro

lunedì 16 marzo 2009

MARCO TRAVAGLIO, passaparola del 16 marzo 2009

"Buongiorno a tutti. Ricominciano a succedere strane cose a Palermo. Lo sapete se avete letto Repubblica, che è l'unico giornale, credo, che se ne sia occupato; o se avete letto il blog di Grillo: il presidente della Commissione Affari Costituzionali Carlo Vizzini, Forza Italia, è indagato per una brutta storia – presunta naturalmente, infatti per il momento è soltanto indagato – di riciclaggio del denaro della famiglia Ciancimino, cioè del vecchio sindaco mafioso legato al clan dei Corleonesi di Palermo.............................................." (M. Travaglio)

da beppegrillo.it

REPORT, puntata del 15 marzo 2009

Il professore Umberto Scapagnini, medico di fiducia di Silvio Berlusconi ha amministrato Catania per otto lunghi anni, dal 2000 al 2008. Avrebbe voluto somministrare l’elisir di lunga vita anche alla città oltre che al premier. Non gli è riuscito: ha lasciato un buco di bilancio di oltre 360 milioni di euro e un indebitamento complessivo di circa un miliardo di euro.


  • NB: potrebbe essere necessario installare un componente aggiuntivo per la piattaforma video (silverlight) del sito RAI.

GENCHI , DE MAGISTRIS E DI PIETRO SULLE INTERCETTAZIONI

Come stanno le cose veramente:

sabato 14 marzo 2009

CHE GUEVARA, difendere l'ideale della libertà fino alla morte

Ho appena letto "Che Guevara - La più completa biografia" di Roberto Occhi e devo dire che mi ha appassionato tantissimo, la maggior parte della gente sa poco o nulla di questo grande eroe, infatti lo si può vedere stampato in mille occasioni, foto, poster, è usato anche come icona da certe tifoserie, ma poi quasi nessuno sa veramente chi era il "Che" e perchè è così importante per tantissima gente in tutto il mondo ancora oggi, oltre quarant'anni dopo il suo assassinio.
Ernesto Guevara De La Serna era nato in Argentina il 14 giugno 1928, gran studioso frequenta l'Università ed effettuerà molti viaggi nell'America Latina dove toccherà con mano la miseria e la povertà delle popolazioni sottomesse alle dittature e all'imperialismo statunitense, infine diventerà medico.
Lui studiava molto, leggeva continuamente, parlava benissimo il francese e si unì a Fidel Castro per liberare Cuba dalla dittatura di Batista; missione portata a termine trionfalmente soprattutto grazie al suo contributo come comandante della "colonna otto" dei ribelli che entrò a Santa Clara per la battaglia decisiva.
Lui era ammirato da tutti, la sua fama lo precedeva fra i villaggi che man mano venivano liberati, lui non era un ufficiale qualunque, lui era l'esempio per tutti, il suo egualitarismo era impressionante, non voleva privilegi, si sedeva al tavolo con la truppa, fra un'imboscata e l'altra insegnava loro a leggere e scrivere, divideva tutto ciò che aveva con gli altri, disprezzava il denaro in ogni sua forma ed infatti ne era sempre sprovvisto; durante i combattimenti trattava i prigionieri con dignità e rispetto, curandoli sempre e liberandoli subito dopo senza condizioni.
Una volta liberata Cuba diventò anche ministro dell'economia e contribuì ad alfabetizzare la popolazione e i bambini; poco dopo sentì il bisogno di andare a liberare altri paesi sottomessi all'imperialismo, infatti per lui non era un problema solo di Cuba, ma era globale ........ cioè era convinto che tutti i popoli della terra dovessero liberarsi dalle dittature filo americane, voleva creare molti Vietnam in tutto il mondo.
Emblematico ed emozionante il discorso ai lavoratori cubani nel '64, dove già si intuiva dalle sue parole che il suo destino lo avrebbe portato nel Congo per la sua idea di rivoluzione a 360°



La sua missione di inseguire la Rivoluzione come concetto di combattere ogni ingiustizia ovunque essa si manifesti lo porterà a combattere in Congo senza successo non per causa sua ma per l'indolenza dei ribelli congolesi, e in Bolivia dove troverà la morte tradito dal partito comunista boliviano il quale, promettendogli appoggio prima e boicottandolo poi, lo consegnerà di fatto alla CIA e da Washington arriverà il messaggio che Guevara deve essere ucciso.



Il soldato che fu designato per assassinarlo entrò nella stanza ed era visibilmente teso ed esitava, tale era il peso dell'esecuzione che doveva compiere, il Che stava seduto atterra con le mani legate, lo guardò e gli urlò: "dispara, cojudo, dispara! cierra los ojos y dispara!" (spara, coglione, spara! chiudi gli occhi e spara!). Ora è per sempre nella leggenda e nei nostri cuori.

Hasta la victoria siempre! o patria o muerte!

PERQUISIZIONE GENCHI, articoli dai blog di Grillo, Borsellino e Di Pietro




Genchi sotto controllo (dal blog di Grillo)
I Carabinieri del Ros stanno perquisendo la casa e l'ufficio di Genchi. Casa Rutelli non ancora. Ma forse è solo questione di tempo. "Pliz vizit mai haus. Cicciobello haus". Il presidente del Copasir è stato chiamato in causa da Genchi, ex consulente di Luigi De Magistris, poi rimosso. Pliz vizit Rutelli and Saladino hausis. Uai not?

La profezia di Salvatore Borsellino su Gioacchino Genchi (dal blog di Salvatore Borsellino)
Scritto da Benny Calasanzio

Lo diceva Salvatore Borsellino, ma pochi lo ascoltavano. Lo diceva lui che Genchi non stava pagando per Why Not, ma per cose molto più grandi. Ma né io né lui potevamo sapere che in quell’indagine emergevano nomi che Gioacchino Genchi aveva già incontrato durante le indagini su Via D’Amelio coordinate dalla procura di Caltanissetta. Ma Salvatore questo lo diceva da tempo, come se lo sentisse, come se fosse certo che tutti i guai di Genchi venivano da quella via e da quella data: Via D’Amelio, 19 luglio 1992. Certo, in Why Not e nelle inchieste calabresi Genchi aveva scomodato dall’impunità di Stato alcuni intoccabili, aveva portato alla luce frequentazioni deprecabili e comitati d’affari protetti dai politici più insospettabili.
Ma forse, come sentiva Salvatore Borsellino, la madre di tutti i mali viene da quella via e da quella data: Via D’Amelio, 19 luglio 1992. E ora arriva anche la conferma dello stesso Gioacchino Genchi, che a poche ore dalla perquisizione nei suoi uffici e presso la sua abitazione da parte dei Ros dei carabinieri (lo stesso reparto operativo che OMISE di perquisire il covo di Totò Riina dopo il suo arresto), ha dichiarato: "Il motivo della mia delegittimazione nasce dalle inchieste sui mandanti esterni della strage di via D'Amelio in cui morì il giudice Borsellino e gli agenti della sua scorta. Nell'inchiesta Why not, in cui ho collaborato con il procuratore De Magistris, ho ritrovato, senza volerlo, le stesse persone in cui mi ero imbattuto nelle indagini di Caltanissetta sui mandanti esterni di quella strage". E’ una conferma atroce che la dice lunga su quello che c’è dietro quella strage. Chi tocca Via D’Amelio muore, chi fisicamente, chi professionalmente. E se Genchi sta parlando di questo, è perché è conscio che ormai rimane poco tempo per parlare, per raccontare. Qualcuno lo fermerà, in ogni modo, dalle manette a tutto il resto. Il copione atto a screditare il consulente tecnico più richiesto d’Italia prosegue la sua marcia, e ora anche la Polizia, per cui Genchi ha prestato servizio e da cui si era messo in aspettativa non retribuita, affila le armi: il dipartimento della Pubblica sicurezza ha avviato un procedimento disciplinare contro di lui, e rischia ora la sospensione dal servizio. Il procedimento disciplinare - secondo quanto si è appreso - si riferisce al contenuto di una intervista, definita "non autorizzata", che il funzionario ha rilasciato al settimanale Left. Tutto coincide, tutto ritorna. Come per Luigi De Magistris, il regime inizia a stritolare l’eretico, il rivoluzionario che svela l’imbarazzante nudità delle istituzioni. Dalla politica, che ha praticamente “dettato” questa perquisizione, come ha dichiarato l’avvocato Fabio Repici, legale di Genchi, continuano ad arrivare gli ordini di scuderia per magistrati e reparti speciali dei carabinieri. Maurizio Gasparri ha dichiarato: “Cosa aspettano ad arrestarlo”? Io non credo sia una fantasia. Il mio parere è che stiano cercando tutto il possibile per cambiare l’accusa in un qualche reato che preveda l’arresto. La cosa fondamentale di fronte a tutto questo è che tutti sappiano, è che ognuno di noi sia perfettamente cosciente del perché tutto questo sta avvenendo. Potrà accadere di tutto, dall’arresto di Genchi, alla sua diffamazione a reti unificate e a giornali uniti, alla sua delegittimazione per far sì che quello che ha scoperto diventi carta straccia. Ormai non resta che parlare e raccontare tutto, al di là di ogni rischio. Talvolta parlare, come fece De Magistris, ti può distruggere la carriera ma ti può salvare la vita. E’ avvilente e drammatico, ma dobbiamo tenere duro.

Chi ha paura di Gioacchino Genchi? (dal blog di Antonio Di Pietro)
La procura di Roma ha disposto la perquisizione dell'abitazione-ufficio del consulente informatico Gioacchino Genchi, nell'ambito dell'inchiesta in cui è indagato per abuso d'ufficio e violazione della privacy. Ad eseguire il mandato i ROS.
Genchi, indagato per abuso d'ufficio e violazione della privacy, dopo 20 anni di collaborazione come consulente delle istituzioni, ad un tratto il suo nome viene pubblicato su tutti i giornali, passa su tutti i Tg come uomo a cui Luigi De Magistris affidava le intercettazioni nelle indagini Why Not e Poseidon. I politici fanno quadrato contro De Magistris e Genchi, tutti, ad eccezione dell’Italia dei Valori.
In Senato Francesco Rutelli, presidente del Copasir, il “Comitato parlamentare per la sicurezza della Repubblica”, nell’ambigua posizione di persona interessata dalle indagini sulle intercettazioni, come ha dichiarato lo stesso Genchi anche in un’intervista apparsa il 27 febbraio nel blog di Grillo e ripresa anche nel mio blog, relaziona sulle verifiche condotte sull’operato del consulente. Relazione che descrive pericoli ed irregolarità con numeri da grandi occasioni: tra i 14 e i 18 milioni di righe di traffico telefonico archiviate in pochi giorni. Il Sisde compare tra gli organi intercettati. Inaudito, e scoppia la falsa indignazione del Parlamento. Nessuno prendere in considerazione le parole del pm De Magistris che liquida le dichiarazioni di Rutelli ed "il caso Genchi" come "una grande bufala" per screditare la validità dei risultati nelle indagini a lui sottratte.
Chi ha paura di Genchi? Oppure: da quando si è cominciato a parlare di Gioacchino Genchi? La risposta a una di queste domande spiegherebbe tutto.
Il suo nome è legato ad un filo d’arianna che conduce all’inchiesta Why not attraverso Luigi Apicella, il procuratore di Salerno rimosso dall’ordine e sospeso dallo stipendio per aver avviato la perquisizione ed il sequestro degli atti ai colleghi di Catanzaro. Passa attraverso il giornalista Carlo Vulpio del Corriere della Sera rimosso anche lui dal direttore della sua testata dopo due anni di articoli sulle inchieste Poseidon e Why not. Ancor prima passa attraverso il capitano Pasquale Zacheo, il «braccio destro» di De Magistris nell'inchiesta «Toghe lucane», trasferito con urgenza. Arriva fino al pm Luigi De Magistris a cui furono sottratte le indagini in questione con un trasferimento di sede ed il cambio di funzioni giudiziarie.
De Magistris si avvaleva di Gioacchino Genchi per decodificare i tabulati telefonici, così come a vario titolo se ne sono servite le istituzioni per molti anni. Gioacchino Genchi non intercettava quindi, semmai assemblava del tutto legittimamente tabulati telefonici forniti di volta in volta dai magistrati.
L’inchiesta Why not riguarda miliardi e miliardi di euro di fondi pubblici e finanziamenti scomparsi dietro un sistema politico ed affaristico da far tremare il sistema Paese. La colpa di Giacchino Genchi potrebbe dunque essere quella di essersi trovato al momento giusto nell’indagine “sbagliata”. Un’indagine il cui esito avrebbe certificato l’esistenza di una nuova P2, attiva e saldamente alla guida delle più importanti funzioni dello Stato.



  • Popolo della rete ......... restiamo vicini a Gioacchino in questo momento difficile nel quale sta subendo il duro attacco del regime imperialista travestito da buongoverno.

venerdì 13 marzo 2009

ANTONIO DI PIETRO, intervento dell'11 marzo 2009 in aula contro la Legge intercettazioni

Ecco come si fa l'opposizione per davvero, tratto dal blog di Di Pietro :






Mentre, tanto per fare un paragone sulla comunicazione che ci proviene dalle varie aree politiche, dal blog di Brunetta ci vengono dati ottimi consigli su come acquistare dei tappeti persiani ad un ottimo prezzo ........... simpatico proprio il passaggio dove dice che lui non se li può permettere:

AMO I TAPPETI DI VALORE (COL BUCO)

"Divaghiamo un po’. Parliamo di tappeti. Di tappeti persiani antichi. Bellissimi. Affascinanti. E costosissimi, se perfetti. Se te ne innamori, la voglia di possederli quasi ti consuma. Non me li posso permettere, non me li potrò mai permettere............(leggi tutto l'articolo ...... se te la senti)

giovedì 12 marzo 2009

INTERNACIONAL DRUG POLICY, Vienna 11 and 12 march 2009

Duncan Campbell
The Guardian, Friday 27 February 2009
Article history
The Vatican has been accused of putting the lives of thousands at risk by attempting to influence UN drugs policy on the eve of a major international declaration.
The Vatican's objection to "harm reduction" strategies, such as needle exchange schemes, has ignited a fierce debate between the US and the EU over how drugs should be tackled.
A new UN declaration of intent is due to be signed in Vienna on 11 March. However, there are major disagreements between member..........................(continue)
(read the orig. article)



Come al solito il Vaticano riesce sempre a mettersi di traverso su tutte le iniziative di buon senso e volte al progresso dell'uomo, l'articolo del guardian linkato sopra però dimostra che se ne accorge solo la stampa estera, mentre in Italia vengono stesi ampi tappeti rossi su ogni medioevale dichiarazione proveniente dalla Santa Sede, sempre più in pieno stile Santa Inquisizione.
Ma tra tutti i paesi del mondo il Vaticano doveva capitare proprio a noi???????