lunedì 31 gennaio 2011
sabato 29 gennaio 2011
esami del sangue, capirci qualcosa
... ad esempio io dono all'avis e ho scoperto che il valore ALT non è altro che la transaminasi.
venerdì 28 gennaio 2011
videomessaggio di Berlusconi del 28 gennaio 2011
mercoledì 26 gennaio 2011
Annozero, puntata del 27 gennaio 2011
martedì 25 gennaio 2011
lunedì 24 gennaio 2011
domenica 23 gennaio 2011
sabato 22 gennaio 2011
Sgarbi insulta Peter Gomez
giovedì 20 gennaio 2011
servizio della CNN sul Rubygate
mercoledì 19 gennaio 2011
Annozero, puntata del 20 gennaio 2011
vedi anche:
servizio della CNN sullo scandalo Berlusconi
Berlusconi: videomessaggio del 19 gennaio 2011
Berlusconi mollato anche da Chiesa e Colle
Si fa sempre più in salita la strada di Silvio Berlusconi. Il presidente Napolitano con una nota ufficiale sembra chiedere le sue dimissioni parlando “di scelte politiche che possono essere compiute dal presidente del Consiglio" (leggi l'articolo). Avvenire, il quotidiano della Cei, attacca: "Chi ricopre incarichi pubblici deve essere sobrio e rispettare se stesso". Critiche anche dall'Osservatore romano che ha pubblicato integralmente la nota del Quirinale. Di fronte al contenuto delle carte inviate dalla procura di Milano alla Camera, in molti, insomma, prendono le distanze dal premier. Mentre la Lega punta almeno a salvare il federalismo lui minimizza e dice: "Dimettermi, siete matti?". Poi incontra i deputati Pdl e comunica: "I giudici di Milano non hanno competenza, è solo un processo mediatico" (video, B. dopo l'incontro). Ma, per quanto il premier possa difendersi, nelle 389 pagine ci sono storie di orge, bunga bunga, ricatti, soldi e raggiri. Fede fa da cerimoniere e Nicole Minetti viene descritta come una protagonista dei sexy show. E' lei a istruire le giovani sui numeri lesbo da fare davanti al premier. Intercettata al telefono con un'amica racconta i festini: "Ne vedi di ogni, la disperacion più totale. C'è la zoccola, la sudamericana che non parla italiano. Ognuna di loro ha avuto il suo momento". Non è tutto. Perché oltre a Ruby che chiede al premier 5 milioni, ci sono anche Emilio Fede e Lele Mora che si accordano alle spalle del premier per spartirsi un prestito da 1,2 milioni (leggi l'articolo). Dall'indagine emerge quindi la figura di un primo ministro ricattabile. Una figura presa in giro dalle sue stesse ospiti che lo sfruttano il più possibile. Chi poi come TM, amica del cuore di Nicole Minetti, finisce ad una delle feste per caso, alle amiche dice: "Era un buttasu collettivo". Che tradotto dal gergo emiliano-romagnolo equivale più o meno ad un bordello.
martedì 18 gennaio 2011
lunedì 17 gennaio 2011
Berlusconi, discorso al tg5 del 16 gennaio 2011
Da notare una finezza nello sfondo, per infondere al pubblico l'immagine di buon padre di famiglia, le foto sugli scaffali raffiguranti scene con famigliari e nipoti vari tenuti per la mano da Silvio.
Penso proprio che ci siamo, l'atto finale è appena andato in scena, fra poco l'Italia tornerà un paese libero, cioè senza Berlusconi, chiunque ci sarà dopo di lui sarà migliorativo, mi va bene anche una scimmia che messa davanti ad una tastiera schiacci i bottoni a caso che produrrebbe sicuramente leggi e riforme migliori di questo osceno governo.
domenica 16 gennaio 2011
Art. 33 della Costituzione: Enti e privati hanno il diritto di istituire scuole ed istituti di educazione, senza oneri per lo Stato
Le scuole Faes (famiglia e scuola) nascono a Milano 36 anni fa e come il Leone XIII, il San Carlo, il Gonzaga, l'istituto dei Salesiani, sono scuole paritarie non statali. Non essendo neppure "cattoliche", cioè governate direttamente o indirettamente dalla Chiesa Cattolica, amano definirsi "laiche". Nel gergo, utilizzato dall'istituzione, le scuole Faes sono "lavori personali", nascono cioè su iniziativa di membri dell'Opus Dei e secondo il volere di Josemaría Escrivá de Balaguer, fondatore dell'istituzione, sono di "ispirazione" cattolica e omogenee, "educano cioè i bambini secondo i principi delle differenze di genere". In altre parole sono frequentate solo da maschi o da femmine, senza momenti di promiscuità. Diffuse nelle principali città italiane, a Milano sono conosciute le scuole Aurora, Monforte e Argonne. Se interpellati sulla scelta dell' "omogeneità", i genitori che iscrivono i figli all'Argonne e che ho potuto interrogare, ritengono che non essendo la socializzazione una priorità della scuola (perché la si può fare anche altrove) ma l'insegnamento (ruolo principale della scuola), è bene che gli insegnanti siano messi nelle condizione di farlo al meglio. E avere davanti a sé una classe omogenea aiuta di certo; "Inoltre aiuta i ragazzi (soprattutto i maschi, ma in parte anche le ragazze), evitando confronti e "distrazioni" che nell'adolescenza sono deleteri".
È discorde la voce di una ex alunna della scuola Monforte, ora adulta e madre di due figli, che ne critica i principi e lo stile educativo,: "Ma come è possibile separare in modo così netto la sfera logico-razionale (dell'intelligenza razionale) da quella affettivo -relazionale (dell'intelligenza emotiva)?". Il sito ufficiale delle scuole milanesi (www.faesmilano.it) propone, sulla homepage, un testimonial singolare per quelli dell'Opera: la signora Marina Salomon, nota imprenditrice che dopo aver avuto un figlio (di nome Brando) da Luciano Benetton , si è sposata civilmente con un divorziato, Marco Benatti, veronese. La stessa dichiara: "Ho scelto le scuole Faes perché ho cercato figure educative di riferimento...la scuola fa fatica ad educare....la situazione attuale della scuola italiana a me pone molte paure sul futuro della società e dell'economia italiana...".
E mentre la Salomon si affida alle "figure educative di riferimento" della Faes, altri ricordano così la loro esperienza in quelle scuole: "Avevo dieci anni, mio padre era morto da un anno e mia madre si era fissata con l'idea che io avessi bisogno di un punto di riferimento maschile. Quando fu il momento di scegliere la scuola media, venne a sapere da alcuni vicini di casa che esisteva questo istituto in cui c'erano i "tutor", come nei college inglesi. Io non avevo nessuna intenzione di mollare i miei amici delle elementari e volevo proseguire con le medie pubbliche del mio quartiere, ma lei mi disse che in quella scuola c'era il campo da calcio e quindi riuscì a trascinarmi fin là. Ricordo che parlammo con un tipo occhialuto che a un certo punto chiese di restare solo con me e mi fece alcune domande sulle mie aspettative rispetto a quella scuola. Io molto tranquillamente gli dissi: "Sono qui per giocare a calcio". Dopo di che mi respinsero. Mia madre ripete ancora oggi, con molta rabbia, la frase che quell'uomo le disse: "Abbiamo paura che suo figlio faccia del male ai nostri ragazzi". Lei però ha il sospetto che la ragione fosse un'altra: una casalinga vedova e un bambino piccolo, non eravamo benestanti. Però è più che convinta che quella "bocciatura" sia stata la mia fortuna, e io con lei" [Gabriele Battaglia, 44 anni, giornalista di PeaceReporter].
Un'altra testimonianza evidenzia la prassi di violazione del segreto naturale, della privacy e forse del sigillo sacramentale, non rara negli ambienti dell'Opera e tante volte denunciata dagli ex membri che hanno lasciato l'istituzione: "Mi succedeva che se per più di 3 settimane non andavo a confessarmi dal sacerdote dell'Opera presente a scuola, la Tutor veniva a chiamami e mi diceva: "mi ha detto don R. che è un po' che non ti vede, forse sarebbe meglio che passassi da lui" e l'invito era chiaro. Ma com'è possibile -mi chiedevo - che un sacerdote parli delle mie confessioni ad un'altra persona?" [ Maria, 41 anni, insegnante]. Ci si chiede come mai nelle scuole Faes, laiche per definizione e che tali si proclamano sul sito ufficiale www.faesmilano.it ("le scuole FAES sono quelle più laiche di tutta Milano") i ragazzi, attraverso la tutoria, vengono incoraggiati ad incontrare il sacerdote e addirittura a ricorrere alla Confessione sacramentale. E non si era detto che lo scopo principale di queste scuole è quello didattico? Basterebbe una maggiore trasparenza per non deludere tanti alunni e genitori che, basandosi sulla comunicazione ufficiale, pensano di trovare una scuola diversa.
Le scuole Faes, in quanto paritarie, ricevono finanziamenti pubblici: ciò significa che i soldi dei cittadini vengono utilizzati per sostenere le famiglie che si possono permettere rette scolastiche per i figli dai 3 ai 6 mila euro annui. È questo il sistema "Dote scuola", ideato dalla Regione Lombardia, che prevede un rimborso per famiglia pari al 25% o 50% della retta scolastica, attraverso la distribuzione di vaucher da spendere per l'acquisto di libri e materiale didattico o per il sostegno ai costi di trasporto e mensa scolastica. Intervistando comuni cittadini dell'area milanese sull'opportunità di ottenere un beneficio economico attraverso il sistema "Dote scuole" ho constatato che non è assolutamente conosciuta la modalità di funzionamento dello stesso [una modalità, di fatto, elusiva dell'art. 33 Costituzione il quale recita "Enti e privati hanno il diritto di istituire scuole ed istituti di educazione, senza oneri per lo Stato"] e cioè il criterio di assegnazione, previsto dalle norme applicative del buono, che tiene conto di parametri reddituali differenti a seconda che la famiglia richiedente abbia figli iscritti alle scuole statali o alle private/paritarie: nel primo caso [scuole statali] le famiglie accedono al buono sulla base del certificato Isee (Indicatore della situazione economica equivalente), una sorta di riccometro, utile per determinare la condizione economica del nucleo familiare. L'Isee (o l'Ise) è un parametro che viene calcolato tenendo presente la composizione, il reddito e il patrimonio mobiliare ed immobiliare del nucleo familiare. Per ottenere il beneficio il parametro deve essere inferiore a 20.000 euro. Nel secondo caso [scuole paritarie] le famiglie accedono al buono sulla base dell'indicatore reddituale che, a differenza del certificato Isee, considera soltanto la composizione e il reddito del nucleo familiare, ma non il patrimonio immobiliare, né quello mobiliare. I limiti di reddito sono più generosi, cioè per accedere al buono scuola l'indicatore reddituale non deve superare 46.597 euro. Il che significa appunto, traducendo il parametro in reddito reale, che si può accedere al buono anche con un reddito annuo dichiarato di 200mila euro.
In altre parole, dall'anno 2008/09, dopo la delibera della Giunta regionale n. 6114 sui "Criteri relativi alla assegnazione della dote istruzione anno scolastico 2008/2009", gli studenti delle scuole pubbliche sono esclusi per legge dal presente beneficio economico. Grazie al documento "Il finanziamento pubblico alla scuola privata in Lombardia" del novembre 2009, elaborato da Luciano Muhlbauer con la collaborazione di Tina d'Amicis, Luigia Pasi, Anna Camposampiero, Ivano De Ponti, Emanuela Donat-Cattin, è possibile risalire alla cifra stanziata per le sole scuole Faes, che ammonta a € 379.300,00 (scarica il Pdf con la tabella - 45 Kb).Per l' anno scolastico 2009/2010, si sta cercando di ottenere, tramite l'ufficio "Dote scuola" della Regione, gli stessi dati sulle cifre destinate alle singole scuole paritarie; ad oggi la risposta più precisa è stata questa: "Se vuole le singole denominazioni delle scuole, la cosa si fa complicata". Durante una riunione pubblica promossa dalle Acli di Corbetta, comune dell'Ovest milanese, nel mese di novembre 2010, sul tema della Scuola e in particolare della riforma Gelmini, era presente il consigliere regionale Francesco Prina [di area PD] che non ha fatto nessun cenno al sistema discriminatorio della Dote Scuola, anche in considerazione del fatto che lo stesso giorno era stato approvato l'emendamento alla legge di stabilità che stanziava 245 milioni di euro per le scuole private. Ci si aspettava almeno un'adeguata informazione su un tema così attuale che coinvolge le famiglie del territorio.
di Emanuela Provera - 15 Gennaio 2011
sabato 15 gennaio 2011
Mirafiori: vince il SI grazie agli impiegati, ma gli operai dicono NO a Marchionne
Io avrei votato NO, e sono orgoglioso di questa risposta degli operai del Piemonte .... terra dalla quale provengo.
venerdì 14 gennaio 2011
noto politico italiano indagato per concussione e prostituzione minorile
w la figa
giovedì 13 gennaio 2011
Costituzione batte Berlusconi 12-3
mercoledì 12 gennaio 2011
nucleare? una partita truccata
la campagna pubblicitaria lanciata dal Forum nucleare è ovunque. Lo spot della partita a scacchi viene trasmesso in tv, è affisso sui pannelli pubblicitari di strade e stazioni, sulle pagine dei principali quotidiani e sui rispettivi siti web. E in radio.
È un esempio di raffinata manipolazione dell’informazione: propinare falsità sotto un apparente tono “equidistante”. Un’operazione finanziata per milioni di euro dalle aziende filonucleari. Ma è davvero molto semplice svelare le bugie nucleari dello spot.
Scorie. Secondo la voce pro nucleare le scorie prodotte sarebbero poche, «una pedina a testa» e «si possono gestire in sicurezza». Peccato che se si sommano le teste si ottengono tonnellate di scorie e che in nessuna parte del mondo, dopo 60 anni e miliardi di dollari di investimenti, sono riusciti a sviluppare una gestione in sicurezza delle scorie.
Energie rinnovabili. La voce pro sostiene ancora che tra cinquant’anni, quando le fonti fossili si saranno esaurite, le rinnovabili potrebbero non bastare. Qui c’è una doppia bugia. Primo, tra cinquant’anni anche l’uranio estraibile sarà agli sgoccioli. Secondo, uno scenario energetico totalmente basato sulle rinnovabili è possibile, come dimostrano analisi dell’Ue e di fonte industriale.
Non possiamo competere con gli investimenti pubblicitari di Forum Nucleare & Co. per contrastare questo “bombardamento mediatico nucleare”. L’indipendenza economica è uno dei valori fondamentali di Greenpeace. Per far circolare la nostra informazione, possiamo puntare solo sulla tua partecipazione.
Leggi il blog, diffondilo tra tutti i tuoi contatti e pubblicalo sul tuo profilo Facebook.
Giuseppe Onufrio (Direttore esecutivo di Greenpeace Italia)
e leggete anche il seguente articolo dal Fatto Quotidiano che ci spiega chi ha pagato lo spot:
Lo spot atomico finto-neutrale
Campagna da 6 milioni di euro pagata dalla lobby delle centrali. Il forum per l'informazione obiettiva sul nucleare, guidato da uomini di Enel e Edf
Gli antinuclearisti hanno reagito rabbiosamente. Altro che spot neutrale, protestano. Chicco Testa, presidente del Forum nucleare italiano, ironizza sulle critiche attirate dalla massiccia campagna pubblicitaria per una discussione senza pregiudizi sull’energia atomica: “Qualcuno sostiene che aver dato gli scacchi bianchi al filonucleare comunica in modo subliminale che quella è la parte migliore”. Testa ha ragione. E’ inutile analizzare i contenuti visivi e testuali di uno spot televisivo per capire da che parte tira. Si fa molto prima a guardare chi lo paga. E così si scopre che, in un Paese dove l’opposizione è accusata di ostacolare la regolare attività di governo, qualcuno considera normale che la lobby nucleare si tassi per affidare a se stessa l’informazione equilibrata da dare al popolo.Testa conosce l’argomento. L’E-nel l’ha scelto per sanare i danni gravissimi da lui stesso prodotti alla cultura nucleare nazionale negli anni ‘80, quando guidava le manifestazioni per fermare le centrali. E’ lui che il 9 novembre 1987, deputato comunista, così commentava l’esito del referendum nucleare: “Il risultato è di grandissimo interesse politico. La battaglia è stata dura per i grossi interessi in campo”. Adesso evidentemente non ci sono più interessi in campo. Forse i 6 milioni stanziati per la campagna pubblicitaria sono disinteressati. E così, con la mente libera di spaziare senza pregiudizi nelle ampie praterie della conoscenza, l’ex leader antinucleare inonda tv e giornali con lo spot che invita a informarsi in modo serio, senza stare a sentire le assurdità propalate dai suoi successori di Legambiente e simili.Lo spotCreato dalla Saatchi & Saatchi così velocemente da andare in onda prima che il Forum nominasse il comitato scientifico che doveva approvarlo, rappresenta una partita a scacchi tra un favorevole e un contrario al nucleare, che sono poi la stessa persona, a rappresentare il dubbio che è in noi. Il dubbioso ha il nero, però muove per primo: “Sono contrario all’energia nucleare perché mi preoccupo per i miei figli”. Apertura generica. Il bianco replica mostrando conoscenze specifiche: “Sono favorevole perché tra cinquant’anni non potranno contare solo sui combustibili fossili”. E con i combustibili fossili, che tutti i telespettatori hanno imparato a enumerare fin dalle elementari, i figli sono sistemati.Lo spaesato ci riprova: “Ci sono dei dubbi sulle centrali”. E’ ancora generico e disinformato, e il granitico lo infilza di nuovo: “Ma non ce ne sono sulla sicurezza”. E passa la paura. Terzo tentativo: “Il nucleare è una mossa azzardata per il Paese”, ci riprova l’ignorante. “O forse è una grande mossa”, insinua l’ottimista con il tono di chi sa a chi chiedere le dritte per vincere in Borsa. La voce neutrale dell’arbitro chiude lo spot: “E tu sei a favore o contro l’energia nucleare? O non hai ancora una posizione?”. Inutile qui ricordare i commenti diffusi nella Rete sui gradi angolari della posizione che lo spot suggerisce (subliminalmente) al cittadino.Il casoLo spot finto neutrale solleva un problema più generale. L’informazione equilibrata e obiettiva sul nucleare, gestita dal Forum di Chicco Testa, è finanziata (fino a oggi per 7 milioni, mentre il budget 2011 è ancora in fase di definizione) dalle seguenti aziende, in ordine alfabetico: Alstom, Ansaldo Nucleare, Areva, Confindustria, Eon, Edf, Edison, Enel, Federprogetti, Gdf Suez, Sogin, Stratinvest Ru, Techint, Technip, Tecnimont, Terna, Westinghouse. Tra i soci del Forum ci sono anche Cisl e Uil di categoria, più alcune Università italiane.I dirigenti del Forum sono, oltre a Chicco Testa, Bruno D’Onghia (capo in Italia dell’Edf, gigante elettrico nucleare francese), Karen Daifuku (nota lobbista internazionale del settore), e tre dirigenti Enel: Giancarlo Aquilanti, Paolo Iammatteo e Federico Colosi. L’associazione è fondata sul “supportoorganizzativoestrategico” della Hill & Knowlton, multinazionale della comunicazione. Testa, che non disdegna mai la polemica, replica alle critiche degli antinuclearisti con una provocazione: “Mi diano sui loro siti lo stesso spazio che noi diamo a loro sul nostro Forum”.da Il "Fatto Quotidiano del 5 gennaio 2011"
martedì 11 gennaio 2011
martedì 4 gennaio 2011
ultimi consigli di Beppe Scienza per il 2011
- Pubblico di seguito la mail ricevuta da Beppe Scienza riguardo ad ALITALIA, ARGENTINA e ALTROCONSUMO
Poco prima di fine 2010 la Banca d'Italia ha consegnato i titoli di stato agli obbligazionisti Alitalia (e anche azionisti!), che avevano accettato questa specie di rimborso. In particolare circa 71 euro nominali di Ctz 31-12-2012 per ogni 100 delle vecchie obbligazioni. La quotazione in Borsa è stata immediata, smentendo così la tesi strampalata della stampa economica italiana e in particolare del settimanale il Mondo, secondo cui non si sarebbero potuti vendere fino alla scadenza.
Poche settimane prima si era conclusa anche la seconda offerta pubblica di scambio dell'Argentina, una riapertura di quella del 2005, a condizioni peggiori. E' stata una specie di ciambella di salvataggio lanciata a quei poveracci che l'avevano rifiutata, dando retta alla ditta Altroconsumo (presieduta da Paolo Martinello), alla Federconsumatori (responsabile per finanza e assicurazioni Francesco Avallone), alla para-bancaria Task Force Argentina (presidente Nicola Stock) ecc.
E' proprio vero che i risparmiatori italiani devo guardarsi anche dai loro sedicenti difensori e non solo dalle banche, assicurazioni e promotori.
Per maggiori dettagli si veda il mio articolo del 2-1-2011 per Cadoinpiedi.it (vedi: http://www.cadoinpiedi.it/2011/01/02/alitalia_altroconsumo.html ) e quelli su Repubblica: «Rimborsi obbligazioni Alitalia: il Tesoro fa il bel gesto, ma se ne scorda per un anno» (27-9-2010, Affari & Finanza p. 20) e «Quanto si è ripreso sui bond argentini» (22-11-2010, Affari & Finanza p. 20), scaricabili dall'indirizzo www.beppescienza.it.
"IL TFR NON VA IN PENSIONE"
E' il titolo della tavola rotonda organizzata, accogliendo una mia idea, dalla Fondazione CRT. L'iniziativa, che ovviamente giudico molto interessante, è aperta al pubblico e avrà luogo a Torino dalle ore 17 di mercoledì 19 gennaio 2010 in via XX Settembre 31. Sarà l'occasione per fare il punto sui motivi per cui la stragrande maggioranza dei lavoratori italiani si è tenuta il TFR e/o il TFS, anziché affidarlo all'industria della previdenza integrativa. Seguirà una comunicazione più dettagliata la settimana prossima.
BUONI POSTALI INDICIZZATI ALL'INFLAZIONE
Anche per il mese di gennaio 2011 appare conveniente riscattare i buoni fruttiferi postali indicizzati all'inflazione del nuovo tipo e in particolare quelli di ottobre e novembre 2010 (serie J05 e J06) per passare a quelli in emissione. Restano infatti sostanzialmente valide e in parte rafforzate le valutazioni numeriche su tale concambio, nonché i confronti coi Btp-i e col TFR, del mio articolo «Buoni postali e inflazione, meglio cambiare» su Repubblica (13-12-2010, Affari & Finanza p. 26), anch'esso scaricabile da www.beppescienza.it.
Saluti,
Beppe Scienza
Università di TorinoDipartimento di Matematicavia Carlo Alberto 1010123 Torinotel. 011-670-2906fax 011-670-2878