Ho sempre ritenuto che i compiti a casa dovessero essere aboliti durante la settimana e limitati nel weekend e di questo ne ho sempre dovuto discutere con alcune insegnanti (non tutte) e con alcuni genitori (non tutti) per far loro capire che il diritto dei bambini al tempo libero da dedicare al gioco, allo svago o alle attività sportive non poteva essere soffocato o impedito da ulteriore lavoro da svolgere in quel paio d'ore prima di cena (dalle 16:30 fino alle 19:00 per capirsi), o al limite, se proprio dovessero fare qualcosa, che almeno fosse di veloce svolgimento.
Così come un operaio che stacca dalla fabbrica dopo otto ore di lavoro ha il diritto di riposarsi, tanto più dei bambini dai 6 ai 10 anni dopo otto ore di scuola non possono avere la triste prospettiva di dover fare altro lavoro a casa, ma devono avere come obiettivo post scolastico la felicità del gioco o sport che dir si voglia per poter sfogare la loro enorme energia vitale.
Purtroppo ci sono ancora troppi insegnanti che misurano il rendimento scolastico col carico di lavoro, scritto e orale, cosa che anche da studente odiavo; infatti se c'erano professori che mi assegnavano pagine e compiti a volontà la mia reazione era di disprezzo della materia.
Gli insegnanti che invece sanno appassionare gli alunni alla loro materia senza troppo sforzarli, ma coinvongendoli trasmettendo loro quel "qualcosa in più", ottengono molto sia a livello di rendimento che di gratificazione personale ..... nella mia vita da studente fino alla maturità ne ho incontrati assai pochi, e magari molti bravi non riescono a lavorare grazie alla sciagurata riforma Gelmini.
La politica di oggi in fatto di scuola, si riduce solo alla meschina contabilità, cioè tagli su tagli; mentre 40 anni fa sono uscite delle circolari ministeriali che si occupavano proprio di qualità della vita, non entrando proprio nel dettaglio, ma sottolineando di come gli istituti debbano tener conto delle esigenze extrascolastiche e famigliari degli alunni, le pubblico qui di seguito, invitando comunque ogni genitore ed insegnante a non sottovalutare il diritto dei bambini alla felicità, evitando di spingerli troppo alla competizione per il voto.
- lascia nei commenti (in fondo al post) la tua opinione o la tua esperienza -
Circolare Ministeriale 14 maggio 1969, n. 177
Prot. n. 4600
Oggetto: Riposo festivo degli alunni. Compiti scolastici da svolgere a casa
Con circ. 20 febbraio 1964, n. 62, avente per oggetto: "Compiti scolastici da svolgere a casa e in classe", venne richiamata l'attenzione dei Capi d'istituto e degli insegnanti sulla necessità di non sottoporre gli alunni ad un carico eccessivo di lavoro per compiti scolastici da svolgere a casa.
In quella occasione, fu posto in evidenza che alla formazione culturale dell'alunno concorre non soltanto "l'azione didattica, attuata nella più viva collaborazione tra docenti e discenti", ma anche "il ripensamento individuale realizzato con il lavoro personale dell'alunno a casa".
La ricerca da parte dei giovani di nuove conquiste, di nuovi ideali, in uno sforzo continuo di superamento di sistemi e di schemi di vita non più aderenti alle esigenze sempre nuove e mutevoli della odierna società, una sempre più approfondita valutazione dell'importanza dei problemi del tempo libero, l'incidenza sempre più viva ed efficace sui giovani delle manifestazioni collaterali non proprie della scuola ma pur sempre riconducibili alle sue finalità e alla sua azione educativa, quali le attività sportive, ricreative e artistiche, inducono a considerare da un angolo visuale più ampio tutti i fattori e le componenti che concorrono, insieme e ad integrazione della tradizionale preparazione culturale dei giovani ai fini meramente scolastici, alla crescita e al completamento della personalità in vista dei successivi traguardi che la vita porrà dinanzi a ciascuno di essi.
Anche la consapevolezza e la comprensione al di fuori dell'ambito dell'attività prettamente scolastica di alcuni aspetti della dinamica della vita del nostro paese, quali la sua affermazione nel contesto del mondo civile, il suo progresso economico, lo sviluppo delle istituzioni democratiche, la partecipazione attiva a tutte le manifestazioni volte ad esaltare nelle coscienze gli ideali della democrazia, della libertà, della patria, della famiglia, postulando in maniera non meno sentita l'esigenza di nuove aperture in tema di processo formativo dei giovani.
In questa prospettiva acquista particolare rilievo l'interessamento e la partecipazione dei giovani alla pratica degli sport (nuoto, sci, tennis, calcio, ecc.), specie se promananti dalla scuola medesima o da istituzioni aventi fini educativi, alle manifestazioni artistiche (concerti, teatro, mostre dibattiti, ecc.), alla visita dei monumenti, dei musei, delle gallerie, attività tutte che quasi sempre si svolgono nelle giornate domenicali e in altri giorni festivi.
Si risolverebbero, tuttavia, in una vuota affermazione di principio la individuazione e la valorizzazione di un tale interessamento dei giovani alle anzidette manifestazioni, se la scuola non si preoccupasse di porre gli alunni nella condizione di poterne effettivamente fruire.
Nell'impegno di garantire agli alunni ogni possibilità e ogni componente di sviluppo della loro personalità, la scuola non può non preoccuparsi di rendere praticamente possibile questa più ampia e varia forma extrascolastica di arricchimento culturale e formativo.
Inoltre, va considerato che nelle giornate festive e, in genere, anche nel pomeriggio del sabato, moltissime famiglie italiane, in cui entrambi i genitori svolgono un'attività lavorativa, trovano l'unica occasione di un incontro dei propri membri - innanzi tutto genitori e figli - più disteso nel tempo e, quando possibile, in ambiente diverso da quello dell'abituale dimora cittadina, più sereno nel riposo dal lavoro, di un incontro nel quale trovano alimento il rafforzarsi dei rapporti affettivi, lo scambio delle esperienze, il confronto dei comportamenti tra giovani e adulti; in una parola, si ricompone l'unità della famiglia, e questa attua la pienezza della sua essenza di primo e fondamentale nucleo sociale e della sua primaria funzione educativa.
In considerazione del duplice ordine di esigenze finora prospettate, questo Ministero è venuto nella determinazione di disporre che agli alunni delle scuole elementari e secondarie di ogni grado e tipo non vengano assegnati compiti scolastici da svolgere o preparare a casa per il giorno successivo a quello festivo, di guisa che nel predetto giorno non abbiano luogo, in linea di massima, interrogazioni degli alunni, almeno che non si tratti, ovviamente, di materia, il cui orario cada soltanto in detto giorno.
Si potrà del pari far luogo ad interrogazioni quando ciò sia richiesto dallo stesso interesse degli alunni, in vista di scrutini o di esami imminenti, ad esempio per poter riparare in caso di precedenti valutazioni sfavorevoli.
Si pregano le SS.VV. di comunicare la presente ai Capi d'istituto, agli Ispettori scolastici, ai Direttori didattici, agli insegnanti delle scuole elementari e secondarie. Si confida che il personale docente coglierà appieno il senso delle disposizioni impartite, le quali, lungi da tendere ad una attenuazione dell'attività scolastica, si propongono di dare possibilità di maggiore impegno agli alunni nei giorni feriali e di rendere più completa e integrata l'azione educativa della scuola con gli apporti dell'azione formativa della comunità familiare e dei contatti che questa può favorire in sede extrascolastica con il mondo della natura, dell'arte, dello sport e con le libere attività di gruppi giovanili organizzati.
Circolare Ministeriale 30 ottobre 1965, n. 431
Prot. n. 85792/435
Oggetto: Interrogazioni parlamentari concernenti i compiti scolastici da svolgere a casa
Per opportuna conoscenza, si trascrive la risposta data dall'On.le Ministro ad alcune interrogazioni parlamentari, relative all'oggetto:
"Il Ministero ha già espresso il proprio orientamento sul problema di una razionale distribuzione del lavoro scolastico con C.M. 20 febbraio 1964, n. 62, prot. n. 50599/213
L'attività di studio in ore extrascolastiche è, in una certa misura, ineliminabile, in proporzione naturalmente ben diversa a seconda dei vari ordini o gradi di scuola. Un ripensamento personale da parte del discente di ciò che a scuola è stato insegnato costituisce, infatti, una condizione insopprimibile per una vera assimilazione ed educazione al sapere.
E' necessario, tuttavia, che l'attività didattica dei singoli docenti sia opportunamente coordinata ai fini di una proficua organizzazione dello studio extrascolastico. Un sovraccarico degli impegni di studio o la concentrazione di essi in alcuni giorni nuocerebbe, infatti, sia alla salute dei giovani, sia al processo di maturazione culturale, che non può essere costretto in schemi innaturali.
Su tale aspetto della questione, la ricordata circolare ha richiamato l'attenzione dei Provveditori agli studi e dei capi di istituto, segnalando l'opportunità che i docenti procedano, anche con riunioni del consiglio di classe, alle necessarie intese.
Peraltro non si ritiene ora possibile fornire più particolari indicazioni o imporre drastici divieti, senza interferire indebitamente nella responsabilità che è deferita agli insegnanti di sviluppare i programmi e di formare convenientemente i loro alunni.
Prescrizioni drastiche in materia sarebbero, d'altra parte, inopportune in rapporto alla varietà di condizioni in cui si compie l'insegnamento e alla necessità di contemperare le varie e non sempre concordi esigenze delle famiglie".
Circolare Ministeriale 20 febbraio 1964, n. 62
Prot. n. 50599/213
Oggetto: Compiti scolastici da svolgere a casa e in classe
Da più parti è stato segnalato al Ministero che in talune scuole secondarie gli alunni sarebbero sottoposti ad un carico eccessivo di lavoro per compiti scolastici da svolgere a casa.
Premesso che tali segnalazioni in molti casi non corrispondono a situazioni di effettivo disagio, si ritiene tuttavia opportuno richiamare l'attenzione dei Capi d'istituto e degli insegnanti affinché l'inconveniente lamentato non abbia in alcun caso a verificarsi e soprattutto non abbia ad assumere aspetti di sistematicità.
Non occorre qui ricordare come alla formazione culturale dell'alunno debbano concorrere sia l'azione didattica, attuata nella più viva collaborazione tra docente e discenti, sia il ripensamento individuale realizzato con lavoro personale dell'alunno a casa. Ma di questi due momenti della preparazione culturale il primo è quello che più profondamente e durevolmente incide nello spirito dell'alunno; se esso difetta, difficilmente l'altro momento potrà consentirne un integrale recupero.
Né, d'altra parte, è necessario insistere sulle ovvie considerazioni che il costringere i giovani ad aggiungere alle quattro o cinque ore di scuola altrettante, o anche più, ore di studio individuale a casa, oltre agli eventuali riflessi dannosi sotto il profilo igienico, contribuisce a determinare una preparazione lacunosa - per le scelte inevitabili che i giovani sono indotti di volta in volta a fare, quando non possono fronteggiare l'intero sovraccarico - e precaria, per l'impossibilità di una serena e approfondita maturazione delle conoscenze.
Sarà, quindi, cura dei Capi d'istituto richiamare l'attenzione degli insegnanti su queste considerazioni e sulla opportunità che i docenti procedano preventivamente, anche con riunioni del Consiglio di classe, ad opportune intese e stabiliscano adeguate misure volte ad evitare che gli impegni di studio a casa siano inegualmente distribuiti e concentrati pesantemente in alcuni giorni della settimana.
Quanto qui è stato detto si riferisce in modo speciale alle scuole secondarie superiori, poiché particolarmente nella nuova scuola media dell'obbligo, per la impostazione sua stessa, già illustrata nei documenti ufficiali, ogni sovraccarico di compiti per casa è naturalmente escluso.
L'esigenza di dosare opportunamente il lavoro scolastico non concerne soltanto i compiti da eseguire a casa, ma anche quelli da eseguire in classe, allo svolgimento dei quali un malinteso rispetto degli orari prestabiliti induce talvolta il docente a non attribuire il tempo necessario. Tali compiti sono in effetti particolari forme di lavoro individuale indispensabili per la formulazione di quei giudizi, che la scuola deve pur esprimere. Se le norme e la logica stessa di una prova scritta indicano un certo tempo come necessario perché la meditazione individuale possa dare risultati capaci di orientare efficacemente un giudizio, il costringere quella prova in un tempo inferiore vale a renderla inidonea. Anche per la situazione qui prospettata molte difficoltà possono essere superate mediante opportune intese tra i docenti, solleciti non solo delle proprie discipline, ma più ancora della totalità dell'opera educativa, la quale non può non essere facilitata anche da un giusto coordinamento.
inoltre date un'occhio a questi due articoli della Legge 27 maggio 1991, n. 176 (1).
Ratifica ed esecuzione della convenzione sui diritti del fanciullo,
fatta a New York il 20 novembre 1989
Articolo 30.
Negli Stati in cui esistono minoranze etniche, religiose o linguistiche oppure persone di origine
autoctona, un fanciullo autoctono o che appartiene a una di tali minoranze non può essere privato
del diritto di avere una propria vita culturale, di professare e di praticare la propria religione o di far
uso della propria lingua insieme agli altri membri del suo gruppo.
Articolo 31.
1. Gli Stati parti riconoscono al fanciullo il diritto al riposo ed al tempo libero, di dedicarsi al gioco
e ad attività ricreative proprie della sua età e di partecipare liberamente alla vita culturale ed
artistica.
2. Gli Stati parti rispettano e favoriscono il diritto del fanciullo di partecipare pienamente alla vita culturale ed artistica ed incoraggiano l’organizzazione, in condizioni di uguaglianza, di mezzi
appropriati di divertimento e di attività ricreative, artistiche e culturali.
- ecco invece un'interessante riferimento molto più recente (2006):
ROMA - «Cari insegnanti, date meno compiti a casa ai vostri alunni». L'invito arriva nientemeno che dal ministro della pubblica istruzione Giuseppe Fioroni che aggiunge: «Credo che i compiti dovrebbero essere svolti prevalentemente a scuola in modo che a casa i ragazzi, il pomeriggio, possano interessarsi agli elementi che inducono loro curiosità, voglia di apprendere e voglia di conoscere in proprio. La scuola oltre che a competenze e sapere deve dare un metodo per studiare. Il tempo libero degli alunni serve per acquisire questo metodo».L'invito è stato lanciato nel corso di un'intervista rilasciata a "In breve", la striscia di La7 durante la quale Fioroni ha anche difeso la scuola italiana. «Non è vero che "licenzia" degli asini», ha detto ricordando i ragazzi che hanno vinto «le olimpiadi di matematica, fisica, chimica e informatica». «Io li ho incontrati per congratularmi con loro - ha aggiunto - e loro mi hanno fatto riflettere sul fatto che occorre dare spazio alla capacità tutta italiana di declinare le competenze con la fantasia». L'appello a «meno compiti a casa» troverà largo consenso tra le famiglie spesso alle prese con i troppi e difficili esercizi assegnati a bambini e ragazzi dagli insegnanti e secondo molti pedagogisti anche controproducenti se eccessivi. Compiti che, lamentano alcuni genitori, a volte vengono dati anche a chi frequenta il tempo pieno. Per non parlare di quelli per il fine settimana o per le vacanze estive e natalizie. E sono talmente tanti e spesso talmente difficili che è impossibile non ricorrere all'aiuto di mamma e papà che a volte però non hanno nè il tempo nè le competenze per dare loro una mano.Una recente ricerca dell'Ocse (Organizzazione per la cooperazione e lo sviluppo economico) ha dimostrato che gli studenti italiani sono quelli che dedicano più ore allo studio tra i ragazzi dei paesi più sviluppati.
Circolare Ministeriale 14 maggio 1969, n. 177
Prot. n. 4600
Oggetto: Riposo festivo degli alunni. Compiti scolastici da svolgere a casa
Con circ. 20 febbraio 1964, n. 62, avente per oggetto: "Compiti scolastici da svolgere a casa e in classe", venne richiamata l'attenzione dei Capi d'istituto e degli insegnanti sulla necessità di non sottoporre gli alunni ad un carico eccessivo di lavoro per compiti scolastici da svolgere a casa.
In quella occasione, fu posto in evidenza che alla formazione culturale dell'alunno concorre non soltanto "l'azione didattica, attuata nella più viva collaborazione tra docenti e discenti", ma anche "il ripensamento individuale realizzato con il lavoro personale dell'alunno a casa".
La ricerca da parte dei giovani di nuove conquiste, di nuovi ideali, in uno sforzo continuo di superamento di sistemi e di schemi di vita non più aderenti alle esigenze sempre nuove e mutevoli della odierna società, una sempre più approfondita valutazione dell'importanza dei problemi del tempo libero, l'incidenza sempre più viva ed efficace sui giovani delle manifestazioni collaterali non proprie della scuola ma pur sempre riconducibili alle sue finalità e alla sua azione educativa, quali le attività sportive, ricreative e artistiche, inducono a considerare da un angolo visuale più ampio tutti i fattori e le componenti che concorrono, insieme e ad integrazione della tradizionale preparazione culturale dei giovani ai fini meramente scolastici, alla crescita e al completamento della personalità in vista dei successivi traguardi che la vita porrà dinanzi a ciascuno di essi.
Anche la consapevolezza e la comprensione al di fuori dell'ambito dell'attività prettamente scolastica di alcuni aspetti della dinamica della vita del nostro paese, quali la sua affermazione nel contesto del mondo civile, il suo progresso economico, lo sviluppo delle istituzioni democratiche, la partecipazione attiva a tutte le manifestazioni volte ad esaltare nelle coscienze gli ideali della democrazia, della libertà, della patria, della famiglia, postulando in maniera non meno sentita l'esigenza di nuove aperture in tema di processo formativo dei giovani.
In questa prospettiva acquista particolare rilievo l'interessamento e la partecipazione dei giovani alla pratica degli sport (nuoto, sci, tennis, calcio, ecc.), specie se promananti dalla scuola medesima o da istituzioni aventi fini educativi, alle manifestazioni artistiche (concerti, teatro, mostre dibattiti, ecc.), alla visita dei monumenti, dei musei, delle gallerie, attività tutte che quasi sempre si svolgono nelle giornate domenicali e in altri giorni festivi.
Si risolverebbero, tuttavia, in una vuota affermazione di principio la individuazione e la valorizzazione di un tale interessamento dei giovani alle anzidette manifestazioni, se la scuola non si preoccupasse di porre gli alunni nella condizione di poterne effettivamente fruire.
Nell'impegno di garantire agli alunni ogni possibilità e ogni componente di sviluppo della loro personalità, la scuola non può non preoccuparsi di rendere praticamente possibile questa più ampia e varia forma extrascolastica di arricchimento culturale e formativo.
Inoltre, va considerato che nelle giornate festive e, in genere, anche nel pomeriggio del sabato, moltissime famiglie italiane, in cui entrambi i genitori svolgono un'attività lavorativa, trovano l'unica occasione di un incontro dei propri membri - innanzi tutto genitori e figli - più disteso nel tempo e, quando possibile, in ambiente diverso da quello dell'abituale dimora cittadina, più sereno nel riposo dal lavoro, di un incontro nel quale trovano alimento il rafforzarsi dei rapporti affettivi, lo scambio delle esperienze, il confronto dei comportamenti tra giovani e adulti; in una parola, si ricompone l'unità della famiglia, e questa attua la pienezza della sua essenza di primo e fondamentale nucleo sociale e della sua primaria funzione educativa.
In considerazione del duplice ordine di esigenze finora prospettate, questo Ministero è venuto nella determinazione di disporre che agli alunni delle scuole elementari e secondarie di ogni grado e tipo non vengano assegnati compiti scolastici da svolgere o preparare a casa per il giorno successivo a quello festivo, di guisa che nel predetto giorno non abbiano luogo, in linea di massima, interrogazioni degli alunni, almeno che non si tratti, ovviamente, di materia, il cui orario cada soltanto in detto giorno.
Si potrà del pari far luogo ad interrogazioni quando ciò sia richiesto dallo stesso interesse degli alunni, in vista di scrutini o di esami imminenti, ad esempio per poter riparare in caso di precedenti valutazioni sfavorevoli.
Si pregano le SS.VV. di comunicare la presente ai Capi d'istituto, agli Ispettori scolastici, ai Direttori didattici, agli insegnanti delle scuole elementari e secondarie. Si confida che il personale docente coglierà appieno il senso delle disposizioni impartite, le quali, lungi da tendere ad una attenuazione dell'attività scolastica, si propongono di dare possibilità di maggiore impegno agli alunni nei giorni feriali e di rendere più completa e integrata l'azione educativa della scuola con gli apporti dell'azione formativa della comunità familiare e dei contatti che questa può favorire in sede extrascolastica con il mondo della natura, dell'arte, dello sport e con le libere attività di gruppi giovanili organizzati.
Circolare Ministeriale 30 ottobre 1965, n. 431
Prot. n. 85792/435
Oggetto: Interrogazioni parlamentari concernenti i compiti scolastici da svolgere a casa
Per opportuna conoscenza, si trascrive la risposta data dall'On.le Ministro ad alcune interrogazioni parlamentari, relative all'oggetto:
"Il Ministero ha già espresso il proprio orientamento sul problema di una razionale distribuzione del lavoro scolastico con C.M. 20 febbraio 1964, n. 62, prot. n. 50599/213
L'attività di studio in ore extrascolastiche è, in una certa misura, ineliminabile, in proporzione naturalmente ben diversa a seconda dei vari ordini o gradi di scuola. Un ripensamento personale da parte del discente di ciò che a scuola è stato insegnato costituisce, infatti, una condizione insopprimibile per una vera assimilazione ed educazione al sapere.
E' necessario, tuttavia, che l'attività didattica dei singoli docenti sia opportunamente coordinata ai fini di una proficua organizzazione dello studio extrascolastico. Un sovraccarico degli impegni di studio o la concentrazione di essi in alcuni giorni nuocerebbe, infatti, sia alla salute dei giovani, sia al processo di maturazione culturale, che non può essere costretto in schemi innaturali.
Su tale aspetto della questione, la ricordata circolare ha richiamato l'attenzione dei Provveditori agli studi e dei capi di istituto, segnalando l'opportunità che i docenti procedano, anche con riunioni del consiglio di classe, alle necessarie intese.
Peraltro non si ritiene ora possibile fornire più particolari indicazioni o imporre drastici divieti, senza interferire indebitamente nella responsabilità che è deferita agli insegnanti di sviluppare i programmi e di formare convenientemente i loro alunni.
Prescrizioni drastiche in materia sarebbero, d'altra parte, inopportune in rapporto alla varietà di condizioni in cui si compie l'insegnamento e alla necessità di contemperare le varie e non sempre concordi esigenze delle famiglie".
Circolare Ministeriale 20 febbraio 1964, n. 62
Prot. n. 50599/213
Oggetto: Compiti scolastici da svolgere a casa e in classe
Da più parti è stato segnalato al Ministero che in talune scuole secondarie gli alunni sarebbero sottoposti ad un carico eccessivo di lavoro per compiti scolastici da svolgere a casa.
Premesso che tali segnalazioni in molti casi non corrispondono a situazioni di effettivo disagio, si ritiene tuttavia opportuno richiamare l'attenzione dei Capi d'istituto e degli insegnanti affinché l'inconveniente lamentato non abbia in alcun caso a verificarsi e soprattutto non abbia ad assumere aspetti di sistematicità.
Non occorre qui ricordare come alla formazione culturale dell'alunno debbano concorrere sia l'azione didattica, attuata nella più viva collaborazione tra docente e discenti, sia il ripensamento individuale realizzato con lavoro personale dell'alunno a casa. Ma di questi due momenti della preparazione culturale il primo è quello che più profondamente e durevolmente incide nello spirito dell'alunno; se esso difetta, difficilmente l'altro momento potrà consentirne un integrale recupero.
Né, d'altra parte, è necessario insistere sulle ovvie considerazioni che il costringere i giovani ad aggiungere alle quattro o cinque ore di scuola altrettante, o anche più, ore di studio individuale a casa, oltre agli eventuali riflessi dannosi sotto il profilo igienico, contribuisce a determinare una preparazione lacunosa - per le scelte inevitabili che i giovani sono indotti di volta in volta a fare, quando non possono fronteggiare l'intero sovraccarico - e precaria, per l'impossibilità di una serena e approfondita maturazione delle conoscenze.
Sarà, quindi, cura dei Capi d'istituto richiamare l'attenzione degli insegnanti su queste considerazioni e sulla opportunità che i docenti procedano preventivamente, anche con riunioni del Consiglio di classe, ad opportune intese e stabiliscano adeguate misure volte ad evitare che gli impegni di studio a casa siano inegualmente distribuiti e concentrati pesantemente in alcuni giorni della settimana.
Quanto qui è stato detto si riferisce in modo speciale alle scuole secondarie superiori, poiché particolarmente nella nuova scuola media dell'obbligo, per la impostazione sua stessa, già illustrata nei documenti ufficiali, ogni sovraccarico di compiti per casa è naturalmente escluso.
L'esigenza di dosare opportunamente il lavoro scolastico non concerne soltanto i compiti da eseguire a casa, ma anche quelli da eseguire in classe, allo svolgimento dei quali un malinteso rispetto degli orari prestabiliti induce talvolta il docente a non attribuire il tempo necessario. Tali compiti sono in effetti particolari forme di lavoro individuale indispensabili per la formulazione di quei giudizi, che la scuola deve pur esprimere. Se le norme e la logica stessa di una prova scritta indicano un certo tempo come necessario perché la meditazione individuale possa dare risultati capaci di orientare efficacemente un giudizio, il costringere quella prova in un tempo inferiore vale a renderla inidonea. Anche per la situazione qui prospettata molte difficoltà possono essere superate mediante opportune intese tra i docenti, solleciti non solo delle proprie discipline, ma più ancora della totalità dell'opera educativa, la quale non può non essere facilitata anche da un giusto coordinamento.
inoltre date un'occhio a questi due articoli della Legge 27 maggio 1991, n. 176 (1).
Ratifica ed esecuzione della convenzione sui diritti del fanciullo,
fatta a New York il 20 novembre 1989
Articolo 30.
Negli Stati in cui esistono minoranze etniche, religiose o linguistiche oppure persone di origine
autoctona, un fanciullo autoctono o che appartiene a una di tali minoranze non può essere privato
del diritto di avere una propria vita culturale, di professare e di praticare la propria religione o di far
uso della propria lingua insieme agli altri membri del suo gruppo.
Articolo 31.
1. Gli Stati parti riconoscono al fanciullo il diritto al riposo ed al tempo libero, di dedicarsi al gioco
e ad attività ricreative proprie della sua età e di partecipare liberamente alla vita culturale ed
artistica.
2. Gli Stati parti rispettano e favoriscono il diritto del fanciullo di partecipare pienamente alla vita culturale ed artistica ed incoraggiano l’organizzazione, in condizioni di uguaglianza, di mezzi
appropriati di divertimento e di attività ricreative, artistiche e culturali.
- ecco invece un'interessante riferimento molto più recente (2006):
ROMA - «Cari insegnanti, date meno compiti a casa ai vostri alunni». L'invito arriva nientemeno che dal ministro della pubblica istruzione Giuseppe Fioroni che aggiunge: «Credo che i compiti dovrebbero essere svolti prevalentemente a scuola in modo che a casa i ragazzi, il pomeriggio, possano interessarsi agli elementi che inducono loro curiosità, voglia di apprendere e voglia di conoscere in proprio. La scuola oltre che a competenze e sapere deve dare un metodo per studiare. Il tempo libero degli alunni serve per acquisire questo metodo».L'invito è stato lanciato nel corso di un'intervista rilasciata a "In breve", la striscia di La7 durante la quale Fioroni ha anche difeso la scuola italiana. «Non è vero che "licenzia" degli asini», ha detto ricordando i ragazzi che hanno vinto «le olimpiadi di matematica, fisica, chimica e informatica». «Io li ho incontrati per congratularmi con loro - ha aggiunto - e loro mi hanno fatto riflettere sul fatto che occorre dare spazio alla capacità tutta italiana di declinare le competenze con la fantasia». L'appello a «meno compiti a casa» troverà largo consenso tra le famiglie spesso alle prese con i troppi e difficili esercizi assegnati a bambini e ragazzi dagli insegnanti e secondo molti pedagogisti anche controproducenti se eccessivi. Compiti che, lamentano alcuni genitori, a volte vengono dati anche a chi frequenta il tempo pieno. Per non parlare di quelli per il fine settimana o per le vacanze estive e natalizie. E sono talmente tanti e spesso talmente difficili che è impossibile non ricorrere all'aiuto di mamma e papà che a volte però non hanno nè il tempo nè le competenze per dare loro una mano.Una recente ricerca dell'Ocse (Organizzazione per la cooperazione e lo sviluppo economico) ha dimostrato che gli studenti italiani sono quelli che dedicano più ore allo studio tra i ragazzi dei paesi più sviluppati.
A volte vengono dati anche a chi frequenta il tempo pieno ??? Ho due figli tutti e due al tempo pieno tutti e tutti e due regolarmente sobbissati da compiti, tutti i pomeriggi al ritorno da scuola e tutti i w.e.. Credetemi che a volte viene la nausea a me quando cerco di aiutarli.... E' uno schifo !!! Il risultato è che ora mio figlio è alle medie e non riesco più ad ottenere niente da lui, è un ragazzo stra-intelligente ma non ha più voglia di fare niente e io sono disperata perchè mi dispiace tantissimo che si sia creata questa situazione... La bambina a volte va in panico quando deve andare a scuola e ha paura di aver dimenticato qualcosa o di essere interrogata e quasi tutti i giorni soffre di emicrania, se vogliamo veramente bene ai nostri bambini invece di reprimerli con questo ipocrita sistema scolastico dovremmo fare qualcosa per cambiarlo. Monica
RispondiEliminamia figlia fa ora la prima media uscendo alle 13:00, e nonostante le tante materie in più, ha tutto il tempo di organizzarsi nel fare i compiti, che devo ammettere non sono esagerati, e fa pure allenamento di volley 3 volte a settimana, mentre alle elementari a tempo pieno era una paranoia tutti i giorni per il troppo lavoro, non ti dico le litigate con l'insegnante di italiano!!!!!
RispondiEliminasono una mamma che ha una bambina che fa il 2 anno di scuola elementare a 40 ore e gli danno anche i compiti a casa secondo me non e giusto che posso fare
RispondiEliminaDevi lottare anche da sola perchè il bene psicologico di tua figlia è al di sopra di tutto,40 ore bevono bastare per tutto ,compiti compresi, in caso contrario la causa è dei maestri che non sanno organizzarsi o non vogliono,( non dimentichiamo che sono dipendenti statali)HO anch'io una figlia a tempo pieno è ti capisco benissimo.
EliminaCarissima , ti capisco, prima cosa da fare sarebbe trovare l'accordo con gli altri genitori, e per esperienza è molto difficile perchè ce ne sono sempre diversi che piuttosto che criticare il metodo degli insegnanti preferiscono lasciar fare agli altri il "lavoro sporco" mentre loro fanno i lecchini ... comunque non si sa mai, se sei fortunata potresti scoprire che il tuo problema è lo stesso degli altri e allora basterebbe farlo presente alle assemblee tutti insieme; se invece sei sola nella tua GIUSTISSIMA BATTAGLIA per il sacrosanto tempo libero dei bambini ti tocca armarti di coraggio ed affrontare prima le maestre e se non basta andare dal preside facendogli vedere il carico di compiti insistendo sul fatto che tua figlia non ha abbastanza tempo libero per ricrearsi e giocare (che è un diritto); non ti daranno mai la soddisfazione di darti ragione, ci sarà anche qualche mamma che magari ti guarderà storto perchè è amica della maestra, ma di solito qualche risultato si ottiene, i compiti dovrebbero diminuire e avrai fatto un favore a tutti; lo so che son cose che fanno venire il mal di stomaco ..... in buona sostanza devi fare un pò di casino, magari attirarti qualche antipatia di qualcuno, però anche l'applauso di qualcun'altro, è un peso che bisogna affrontare perchè lo dobbiamo ai nostri figli. fammi sapere poi come va a finire , ciao e buona fortuna.
RispondiEliminaps: mi son scordato di dirti che , se affronterai la situazione, tua figlia ti stimerà molto, si sentirà più sicura e tutelata anche se non dovessi ottenere molto, ma vedrà che i suoi "piccoli problemi" sono al primo posto dei tuoi pensieri.
ciao
Ciao, che tu sappia esistono delle circolari che riconoscano i meriti di alcuni insegnanti e sanzionino i comportamenti di altri.
RispondiEliminaMi risulta che negli UK vi sono dei siti appositi dove vengono date valutazioni sulle capacità degli insegnanti elementari.
Aboliamo il tempo pieno e diamo il tempo ai ragazzi di riflettere, pensare, studiare e rielaborare quanto appreso in classe.
RispondiEliminaAh, il tempo pieno è comodo per i genitori? Beh , la scuola non deve far servizio di baby-sitting..mettiamoci d'accordo su quali sono i compiti della scuola: istruire o fare la baby-sitter ?
non ho parole , ho insegnato fino all'anno scorso in toscana in una scuola statale "SENZA ZAINO" , ora mi sono trasferita in lombardia , sempre in una scuola a tempo pieno:aiuto!!!!ho due figlie nella stessa scuola , compiti tutti i i pomeriggi , zaini pesantissimi e umore ancora piu pesante :ma non avevamo finito cent'anni fa con il riempire di sapere i fanciulli come brocche vuote ?
RispondiEliminaho una nipote che fa il tempo pieno compiti tutti i giorni e il sabato e la domenica meglio non parlarne mia figlia è separata e il sabato e la domenica va con il papa quindi il venerdi deve fare tutti i compiti assegnati x poter passare due giornate con il padre tranquillamente non mi sembra che si tenga in considerazione neppure questa cosa comune a tanti bambini non vi sembra?
RispondiEliminail tempo pieno non è babysitting, è l'unica risorsa per certe famiglie di poter lavorare in due, non è una cosa di comodo ma necessità di famiglia, non tutti hanno nonni che ti tengono i figli; il problema sorge quando il tempo pieno non viene interpretato ed esercitato bene da molti insegnanti, purtroppo, con la complicità di certi genitori ruffiani, che non capiscono il bisogno dei bambini di sfogarsi e ricrearsi quando vanno a casa in quel poco tempo che hanno, rendendo loro sempre più odiosa la scuola.
RispondiEliminaTenete duro cari genitori e non abbiate paura di contraddire le maestre, se siete nella ragione insistete!!! Lo dovete ai vostri figli.
non comprendo il motivo per cui si è valorizzato il tempo pieno invogliando molti genitori a iscrivere i propri figli, facendo loro illudere che dopo le ore di scuola i bambini erano liberi di poter avere altre attività . invece sono costretti a fare i compiti avvolte fino alle dieci di sera, questo non è giusto, bisogna rivedere la circolare scolastica del tempo pieno. non credo che all'interno ci sia la voce di caricare in quel modo i nostri figli di compiti ...aiuto!!!!!!!
RispondiEliminaIo ho una figlia che frequenta la seconda elementare, tempo pieno, l'anno scorso ho sopportato fino alla fine ,addirittura un giorno ha avuto quattro problemi una intera pagina di lettura e delle frasi da formare , tutto questo a meta maggio, quando i bimbi dovrebbero stare in giardino a godersi un po' di sole!!!!!!! Ieri 26 settembre ho affrontato il problema insieme a qualche mamma ma " lecchine" e senza midollo si sono rimangiate tutto appena la maestra ha detto che nella classe ci sono bambini che dormono o distratte ( questo forse riferito a mia figlia) ........si sono subito rimesse agli ordini..... Sono sola in questa battaglia ma le mie intenzioni sono quelle di andare in fondo per il diritto dei bambini e non solo di mia figlia!!!!! Tra le altre cose le piace giocare a tennis ma per problemi compiti gioca solo il sabato mattina!!!!!!
RispondiEliminaLa scuola Italiana e molto studioso e fa quasi solo teoria e pocchissimo creattivita. Ma tutti bambini non sono matimatici. Deve essere spazzio per tutti i bambini a svilupparsi. Anche i creativi. In istoria Italia e fra i numeri uno di creativita, di famosi artisti, le vogliamo uccidere? Penso pure che persone hanno poco fiducia nella mente, ma io assicuro che con due giorni di pieno riposo dallo studio (a settimana) forzato e piu efficace di studi 7 giorni su 7. Quando il bambino si riposa dallo studio giocando, tutto quello che ha studiato smaltisce. Il tempo per giocare e dormire e muoversi penso che e molto sotto valutato. Quando ti muovi il sangue scorre, le cellule tutto il organismo sta bene e riesci a pensare molto piu chiaro. Viva la recreazione. Giocando tratti le tue esperienze, come sognare, imparai a stare bene con gli altri, socializzare. Che e impensabile in un abbastanza piccolo paese dove devi convivere con circa 65 mil. di altri persone.
RispondiEliminaIl studio e per avere un lavoro. E in questo paese non ci serve solo matimatici. Mechanici, infermiere, inventori, parruchiere etc etc .. ho cosi tanto da scrivere ma basta per ora. lollo
Se l’Ocse rivelava che i nostri studenti, nel 2003, dedicavano quasi il doppio delle ore settimanali ai compiti a casa rispetto alla media dei quindicenni europei, è pur vero che la stessa fonte ha posto i nostri alunni tra i più somari d’Europa. Che non dipenda dai compiti a casa il rendimento scolastico dei ragazzi italiani?
RispondiEliminaPoi,,, una cosa stranissima.. conosco uno di 18 anni che studia linuge, studia tantissimo, ha buoni resultati (di voto). MA NON SA PARLARE INGLESE! sicuramente sapra tutto in "teoria" ma se non sai parlare che importa se sai tutti gli adjectivi in Inglese!?!!