martedì 28 luglio 2009

LA LETTERA DI DIMISSIONI DI LUIGI APICELLA, orgoglio, rabbia e delusione di un italiano troppo onesto

Riporto pari pari dal blog di Sonia Alfano la notizia delle dimissioni di Luigi Apicella, reo di aver difeso la verità, reo di aver dato ragione a De Magistris nell'opportuna sede, colpito per questo da attacchi politici e governativi di stampo imperialista:

Era il 28 gennaio di quest'anno e tutti insieme ci siamo dati appuntamento a piazza Farnese, a Roma, per manifestare la nostra solidarietà al procuratore di Salerno Luigi Apicella.
Io insieme a Beppe Grillo, a Salvatore Borsellino, ad Antonio Di Pietro abbiamo voluto fortemente quella manifestazione per gridare ancora una volta a questo Paese la forte voglia di democrazia.
A distanza di 7 mesi da quella manifestazione, purtroppo, arrivano le dimissioni di Luigi Apicella.
Ancora una volta non è stato permesso a chi voleva di lavorare serenamente ed onestamente.
A Luigi Apicella esprimo ancora una volta tutta la mia solidarietà.
Vi lascio con la sua lettera di dimissioni; non serve aggiungere altro:

  • «Ho servito lo Stato per oltre 45 anni con lealtà, abnegazione, trasparenza e libero da condizionamenti nel rispetto delle leggi per assicurare la Giustizia ai cittadini.
    L'eccezionale impegno profuso dai Magistrati della Procura della Repubblica di Salerno sotto la mia direzione, anche in complesse indagini di criminalità organizzata di stampo camorristico, in maxi inchieste per reati contro la Pubblica Amministrazione e di criminalità economica, ha ricevuto costantemente conforto nelle competenti sedi di giudizi anche di legittimità. Questi eccellenti risultati, cui sono stati riconosciuti importanti apprezzamenti dal Procuratore Nazionale Antimafia, dalle Istituzioni, dalla stampa e dai cittadini, non hanno evitato che mi venisse inflitta una sanzione che incrina la mia fiducia nella Giustizia. Non è questa la sede per discutere dei provvedimenti assunti dai miei colleghi di ufficio e da me, nè per dolermi delle decisioni assunte nei nostri confronti, dei quali ciascuno rende conto innanzitutto alla propria coscienza umana e professionale, ma che comunque forniscono un quadro dell'attuale Giustizia in Italia.
    Tuttavia dalla valutazione dell'intera vicenda non posso non rilevare come non ci sia stato alcun allarme da parte dei Magistrati dell'Associazione Nazionale Magistrati, delle Istituzioni, del giornalismo, della politica, nè all'epoca dell'esecuzione dei sequestri nè in questi ultimi otto mesi, sui gravissimi fatti, ampiamente ricostruiti, descritti, documentati, riscontrati nell 1418 pagine dell'"incriminato" provvedimento di sequestro, compiuti da magistrati indagati per corruzione in atti giudiziari e falso che avevano tra l'altro, tolto con procedure illegittime al magistrato inquirente la trattazione di due gravissimi procedimenti penali.
    Non posso non meravigliarmi, inoltre, di come non vi sia stato allarme da parte dell'ANM, delle Istituzioni sulla circostanza che alcuni di questi Magistrati hanno continuato a trattare e gestire, dopo il 2 dicembre 2008 quei procedimenti penali.
    Nè posso non dolermi sull'adozione nei miei confronti di una sanzione così grave (sospensione dalle funzioni e dallo stipendio), pur non essendo indagato di gravi reati, come corruzione e falso, ma essendomi prodigato come dovevo per le funzioni esercitate per verificare la commissione di questi gravi delitti. Sereno per aver sempre compiuto il mio dovere, nonostante le difficoltà incontrate come in questo caso, orgoglioso di aver ispirato ed assicurato nei cittadini fiducia nella Giustizia, così come testimoniato da tanti messaggi, ma deluso dal silenzio dell'ANM e delle Istituzioni sui fatti allarmanti e dal trattamento ricevuto dopo essermi impegnato per accertare tali fatti, ritengo di esprimere la mia profonda amarezza lasciando la Magistratura.
    Dichiaro, pertanto, di rinunciare con effetto immediato ad essere trattenuto in servizio fino al 75° anno di età, così come autorizzato con DDMM 9 marzo 2006»
    .

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