
Il mio commento:
Si sono già affievolite le luci dei riflettori sulla tragedia della Thyssenkrupp ma ecco puntuale un'altro incidente a ricordarci di non abbassare la guardia, guarda il caso ancora a Torino, città sfortunata ultimamente ...... e meno male che non c'è scappato il morto; le Leggi ci sono ..... il problema si presenta nel metterle in atto, dentro le fabbriche non c'è controllo (anche nella azienda dove lavoro io lo posso constatare), e qualora i controlli arrivassero si corre in fretta e furia per sistemare tutto alla meno peggio giusto per passare l'esame, ma una volta passato è tutto lasciato allo sbando.
Non c'è la volontà nè la cultura adeguata per far sì che le condizioni di sicurezza vengano garantite in modo costante e permanente agli operai, e l'ingegnerucolo responsabile della sicurezza che ogni fabbrica di una certa entità deve avere è il solito signorsì che al massimo guarda se indossi le scarpe antiinfortunio ma non fa caso ai veri pericoli potenziali;
e i sindacati interni cosa fanno? ...... lasciamo perdere.
Le cose stanno così: si tengono le scartoffie in ordine a livello burocratico (riunioni, relazioni, incontri RLS) ma niente che poi venga realmente messo in atto come dovrebbe, nessuno che verifichi se gli estintori vengono ricaricati alla scadenza prevista oppure si mette solo il timbrino, e poi se ci scappa il morto scatta subito uno scarica-barile generale che spesso viene diretto verso eventuali incaute manovre degli operai, che vergogna!!!
Nel frattempo ...........
i parenti dei 7 morti nel rogo alla ThyssenKrupp chiedono non solo il risarcimento dei danni morali e materiali, ma anche il danno punitivo. Le richieste sono state illustrate dai loro legali. Avviato in data 29 gennaio 2008 il tentativo di conciliazione con l'azienda attraverso il deposito della richiesta alla Direzione provinciale del lavoro. Ora per due mesi sara' sospeso ogni tipo di ostilita' in attesa che venga convocata la riunione per verificare la disponibilita' o meno dell'azienda alla conciliazione. (ANSA)
Mi auguro che alla fine riescano ad ottenere un risarcimento che permetta loro una vita dignitosa anche se nulla restituirà loro la vita di prima, mi riferisco soprattutto a quei bambini che cresceranno senza il loro papà.
L'episodio della Thyssenkrupp mi ha colpito moltissimo, ma purtroppo, ho dovuto constatare che per questi temi non c'è alcun interesse dei media.
RispondiEliminaPassato il clamore dei morti si ritorna in fabbrica nell'oblio quotidiano.
Pur non vivendo il clima delle fabbriche posso ben capire - i miei sono agricoltori - cosa significa lavorare sul filo del rasoio.
Bel blog...
Ciao